Togliamoci ?sto peso, facciamo pure questa recensione.
PUO' CONTENERE SPOILER
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Dunque, partiamo dalle impressioni che si hanno durante la lettura.
Nella prima parte, si ha l?impressione di trovarsi di fronte ad un caso mysteriano. Un? impressione piuttosto forte che poi, a poco a poco, va trasformandosi in incubo dylandoghiano. E fino a quel punto, ci avevo creduto anch?io nella possibilità di una storia interessante. Sì, perché pian piano si scivola nelle braccia del diavolo e di una ?vaga? leggenda che non erano ? e non sono ? per niente male come idea portante. Poi però arriva la spiegazione del tutto, circa una cinquantina di pagine prima della fine e a quel punto la sensazione dell?incubo si è trasformata in una grande delusione.
Se poi uno si chiede, e penso che Dylan volesse in parte rispondere a modo suo a questa domanda, sul perché dei cerchi nel grano, ne spunta come risposta un?immancabile delusione. Una tragica delusione. Invece di ingarbugliare e, per certi versi, banalizzare il tutto, o, ancora, renderlo contortamente banale, si poteva calcare la mano con il sano odore di zolfo. Niente di tutto questo.
Quindi ciò che non mi è piaciuto e che ritengo una contorsione è proprio la spiegazione che verte su Amanda. Il finale, poi, vuole riprendere il filo reciso, ma non riesce per più di una battuta di spirito tra i demoni.
La sceneggiatura è fatta abbastanza bene, tecnicamente buona, meglio dell? Uomo di plastica.
L?unico problema nella prima parte è che l?inizio martinmysteriano pare essere piatto fino al momento in cui l?incubo non gli ridà luce successivamente. è ovvio però che i tempi di storie così lunghe, sono, appunto, lunghi e quindi la noia è un possibile intruso prima di qualche rivelazione.
Io, personalmente, sono sempre stato contrario ad una sola storia di 236 pagine. è troppo anche per un professionista. Ci vedrei molto meglio due storie in quello spazio.
I disegni di Freghieri sono molto veloci e approssimativi. Quelli de L?inquilino misterioso sono di gran lunga superiori. Il problema è che se a Freghieri si alternassero altri disegnatori, diradandone la presenza, avrebbe anche lui il suo posto di merito. Così invece, la sua costante presenza lo rende stucchevole.
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