Cravenroad7

Forum dylaniato
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#228 Oltre quella porta
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Autore Messaggio
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MessaggioInviato: dom ott 09, 2005 3:50 am 
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Iscritto il: gio ago 25, 2005 3:42 am
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una storia furba. la Barbato sa fare grandi cose, ma ha un vizio: spesso tenta di imitare Sclavi. e allore cade, sbatte i denti, si fa male. Oltre quella porta è una storia che richiama alla mente i più assurdi deliri Sclaviani, da Storia di Nessuno a Caccia alle streghe fino a Il lungo addio; ma, mentre Sclavi è giunto spontaneamente a cotali capolavori, la Barbato si pone mete simili, e forza le strade, prende scorciatoie. e inciampa.
Oltre quella porta non è un'avventura onirica e surreale. Oltre quella porta è una storia in cui non si capisce nulla. Una storia che sfrutta in maniera vergognosa e anche un po' maldestra i forti legami affettivi di Dylan (è inutile che mi fai credere che groucho stia morendo, tanto lo so che non muore), l'aspetto stravagato e controcorrente che da sempre caratterizza la serie, nonché quello misterioso e oscuro catalizzato nella figura di xabaras (ma come, l'avevi usato tanto bene ne Il pifferaio magico, e ora me lo piazzi così alla cazzodicane?).
E Groucho che fa il serio, vogliamo parlarne? Vogliamo ricordare come resuscitò Bloch dal coma a furia di battute ne L'uomo che visse due volte? ecco, l'altro topic (quello sul moralismo sclaviano) mi viene in soccorso: questa è la differenza tra sclavi (quello che scriveva, non so quello di adesso) e la barbato: sclavi non è un moralista, e per questo il suo dylan ha sì un credo ed uno stile, ma è sempre pronto ad infrangere le sue regole.


p.s.: avevo scritto queste due righe per un altro forum. ho saputo che in questo forum interviene Paola Barbato in persona. chissà che non colga la provocazione di questa piccola critica e non se ne possa trarre un'interessante discussione.

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MessaggioInviato: dom ott 09, 2005 10:03 am 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Località: Verona
Bel post, Sandrix: non sono d'accordo praticamente sotto nessun punto di vista (ad esempio, credo che la Barbato non ce l'abbia neanche nell'anticamera del cervello, di imitare Sclavi), però hai fatto un'analisi interessante.

E poi, la scena da te citata in "L'uomo che visse due volte" è una delle mie preferite dell'intera seria. "Oh, meno male che siete arrivati: credo che non si senta tanto bene". Da consegnare ai posteri.

Ciao

Teo


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MessaggioInviato: dom ott 09, 2005 12:57 pm 
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Iscritto il: sab ago 21, 2004 12:02 am
Messaggi: 1849
Anche io nonmi trovo d'accordo.
Leggendo albi della Barbato non mi è mai venuto in mente lo stile sclaviano. Penso che l'unica cosa che accomuna i due autori è quella di "autopsicanallizarsi" sul proprio lavoro (se mi passato il termine).

A.

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Leo Ortolani


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MessaggioInviato: dom ott 09, 2005 4:23 pm 
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Iscritto il: mar ago 16, 2005 5:22 pm
Messaggi: 3499
Stili diversissimi.

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MessaggioInviato: dom ott 09, 2005 4:36 pm 
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Iscritto il: mer ago 24, 2005 5:19 pm
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diglielo nel suo topic


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MessaggioInviato: dom ott 09, 2005 4:48 pm 
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Iscritto il: gio mar 24, 2005 3:06 pm
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guarda che paola lo legge sto topic dunque...

mettermi in ginocchio implorare picchiare suicidarmi piangere urlare sbrodare strisciare rotolarmi disperarmi suicidarmi uccidermi farla finita ibernarmi


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MessaggioInviato: dom ott 09, 2005 4:49 pm 
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Iscritto il: gio mar 24, 2005 3:06 pm
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dico bene paola? [:P]

mettermi in ginocchio implorare picchiare suicidarmi piangere urlare sbrodare strisciare rotolarmi disperarmi suicidarmi uccidermi farla finita ibernarmi


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MessaggioInviato: lun ott 10, 2005 3:57 am 
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Iscritto il: gio ago 25, 2005 3:42 am
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nono, per fortuna non lo imita nello stile![:D]
diciamo che a volte prova a porsi sugli stessi livelli di intensità, prova a stupire, prova insomma ad affondare il colpo.
magari glielo impongono dall'alto, questo non posso saperlo, però a sclavi riusciva naturale, non doveva neanche pensarci perché gli veniva fuori da sè.

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MessaggioInviato: sab ott 15, 2005 8:53 pm 
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Iscritto il: mar dic 30, 2003 9:45 am
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Sclavi non è un moralista?...Ghost Hotel, Tre per zero, I vampiri sono solo 3 esempi di storie dove la morale c'è e come...che sia ben amalgamata alla costruzione della trama e che quindi (in genere) non prevalga sulla trama stessa è un altro discorso...
Se Sclavi è moralista verso la società, la Barbato semmai lo è verso Dylan, per esempio sul fatto che sia andato a letto con tutte, o verso Groucho (possibile che gli venga sempre da ridere, in tutte le situazioni). Il moralismo della Barbato lo vedo anzi rivolto a Sclavi stesso "ma possibile che i personaggi che hai creato si comportano sempre in questo modo?"[:D]

__________
Sono gli anni, i mostri...gli anni che passano...


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MessaggioInviato: sab ott 15, 2005 10:44 pm 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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[:D]


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Iscritto il: mer ago 31, 2005 6:28 pm
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Insomma allora non si sa chi è morto nell'albo? Uffa io volevo saperlo...


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MessaggioInviato: dom ott 16, 2005 1:26 am 
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è morta la fantasia


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MessaggioInviato: dom ott 16, 2005 2:42 am 
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Iscritto il: mer gen 14, 2004 5:00 am
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Entrambi usano i propri,diversi clichè

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Dylan-"Ken_al_surrale_c'è_un_limite"
Ken- "Credi_davvero?"
Dylan- "No."


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MessaggioInviato: lun ott 17, 2005 7:35 pm 
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Iscritto il: lun set 05, 2005 7:01 pm
Messaggi: 74
Visto che sandrix ha postato qui ciò che ha postato nell'"altro forum", io posto la risposta che gli ho già scritto sempre nell'"altro forum":

Non penso che la Barbato voglia o tenda ad imitare Sclavi, anzi secondo me è il contrario: cerca di distaccarsene, di mettere in evidenza la diversità che c'è fra lei ed il creatore di Dylan Dog.
Ripeto che secondo me chi invece ha tentato di imitare lo Tiziano Sclavi è proprio lo "zio" di Dylan Dog: Claudio Chiaverotti. In un certo senso però questa imitazione è "giustificata", nel senso che Claudio fu il primo sostituto di Sclavi (necessario sostituto, in quanto Tiz nei primi anni lavorava come un forsennato, anzi come afferma nell'intervista al MUCCHIO SELVAGGIO, nei primi anni della testata scriveva anche 15 sceneggiature contemporaneamente!!!) e quindi era logica una certa continuità di temi e stile del personaggio.
Ora Dylan Dog ha 19 anni. Di storie ne sono state scritte a centinaia, e gli autori si sono moltiplicati. La qualità della serie è scaduta, ma questo è (era) inevitabile: il Dylan non è una testata indipendente e deve obbedire alle leggi ed alle pressioni del mercato. Purtoppo per noi lettori le storie "devono" essere scritte. Conseguenza di questa imposizione è che gli sceneggiatori arrivati ad un certo punto si sentono sotto pressione, e le idee purtroppo prima o poi a furia di spremersi cominciano a diminuire: testimonianza ne è il fatto che Tiziano Sclavi non scrive da circa 5 anni, e Claudio Chiaverotti ha creato una testata tutta sua.
La Barbato secondo me ha rappresentato (e rappresenta tuttora) una folata di qualità per il fumetto in questione. Le sue storie si distaccano dalla banale staticità, piattezza e ripetitività delle storie degli altri autori attuali (ebbene si, ormai anche Ruju). I suoi sono soggetti che "rompono" con la serie regolare; rappresentano sempre una vera e propria novità (penso a NECROPOLIS, LA SCELTA, IL SENZA NOME, IL TOCCO DEL DIAVOLO...)-
Il Dylan Dog purtroppo però gli sta stetto, e l'ha sempre dichiarato lei stessa. E' stata "assunta" alla Bonelli per caso, e sempre per caso gli hanno assegnato di lavorare a tale fumetto.
I suoi rapporti con i personaggi sono conflittuali nel vero senso della parola: con lo stesso Dylan (odia il fatto che debba andare a letto in ogni albo con una donna diversa. Infatti nelle storie dell'autrice ciò non accade spesso), con Groucho (gli da fastidio il fatto che tale personaggio non abbia un passato; non è inoltre in possesso della facoltà che invece ha Sclavi, ma anche Ruju, di sfornare battute a ripetizione), Bloch (non lo sa gestire, come per Groucho). Inoltre è l'unica che (ovviamente oltre a Sclavi) è riuscita a creare un suo personale "universo" Dylania(t)o. Ha creato personaggi suoi che poi quando vuole fa tornare (e se avete letto LA SCELTA, ti consiglio di leggere lo speciale in edicola LA PESTE).
Io penso che i suoi cambiamenti siano stati un ancora di salvezza. Dopo 20 anni continuare, senza un'evoluzione sarebbe stata dura, e ciò secondo me avrebbe provocato la sicura morte del fumetto in questione.
Le sue sono storie comunque personali (infatti questa è un'altra delle critiche che le viene fatta: di aver troppo "spersonalizzato" il protagonista della serie, e quindi d'altro canto personalizzarlo).
Solo che ciò non le basta: vorrebbe rivoluzionare ancora di più la testata, vorrebbe svelare alcuni particolari del passato dei personaggi (cosa sulla quale non sono totalmente d'accordo), ma non può farlo; non è lei a decidere; non dimentichiamoci che il Dylan Dog ha un curatore, un supervisore ed un editore.
E ciò appunto le va stretto: testimonianza è il suo ultimo viscerale albo appunto OLTRE QUELLA PORTA. Qui mette in discussione tutti i rapporti che in questi anni si sono creati fra lei autrice ed i personaggi. Leggere per credere, si parla anche del suo "odio" per Groucho.
Inoltre ho letto sopra che si contesta il fatto che la Barbato giochi sporco, nel senso che ci vuol far credere che ci sia Groucho nella sala operatoria.
Non ricordo in quale albo però, anche Sclavi fece la stessa cosa. Non vorrei errare ma penso sia LA IENA.


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MessaggioInviato: mar ott 18, 2005 11:19 am 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Post interessante, di certo mi trovo più in sintonia con te che con Sandrix. Comunque, un costruttivo scambio di vedute.

Ciao

Teo


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