<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by PSICK</i>
<br />No...non esistono più gli autori di una volta...e così molti dei nuovi personaggi a fumetti sono un po' come certi manga giapponesi: senz'anima! Anke se, curiosa la cosa, manga vorrebbe proprio dire anima.....<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote"> Un po' di confusione, da quelle parti, eh?
Manga non significa "anima" proprio per nulla (qualche equivoco con "anime", la parola giapponese per cartone animato, magari?). E' la locuzione giapponese che indica ciò che noi chiamiamo "fumetto", e in italiano può rendersi letteralmente con (più o meno) "immagine in movimento", o "immagine satireggiante". Probabilmente, inventore del termine fu agli inizi del XIX secolo Hokusai, uno dei massimi artisti giapponesi, certamente il più noto in occidente e più influente sulla pittura occidentale.
Certo è che nessuno dei due paesi, Italia e Giappone ha nulla da invidiare all'altro per la storia e la qualità del suo fumetto, che in entrambi hanno raggiunto livelli eccezionalmente elevati (e anche bassezze specularmente profonde). Quel che di sicuro il fumetto italiano ha da invidiare a quello giapponese è la capacità di penetrazione. I fumetti italiani vendono sempre meno ed il loro contenuto si allontana sempre di più dalla realtà in sempre più casi ed autori, mentre quello nipponico ha le sue crisi ma continua ad avere una grande solidità economica, e i suoi autori appaiono più interessati al mondo che li circonda e maggiormente in grado di interpretarlo ed offrirlo ai lettori.
V.