E' da un bel pò che non scrivo in questo forum, ma finalmente sono tornato dalle vacanze.
Ho iniziato (e finito) di leggere questo numero solo oggi e, a giudicare da quello che già avete detto, non credo ci sia molto da aggiungere.
Sono d'accordo con chi ha detto che, prima di dare un giudizio definitivo, sia meglio rileggere più volte questo numero; ma è anche giusto registrare un'impressione a caldo, la sensazione che questo numero ha fatto nascere in noi pochi istanti dopo aver girato anche l'ultima pagina. Personalmente non considero Piccatto fra i miei disegnatori preferiti, ma credo che (quasi) nessuno sarebbe stato più adatto di lui per questo numero: il suo stile concitato e frammentato rende bene la suspance e l'attesa febbrile che domina tutto l'albo...Vi immaginate come sarebbe stata questa storia, se disegnata da qualcuno molto più ordinato come ad esempio Casertano? Secondo me avrebbe avuto un'emorragia di verve...Credo quindi che solo Nicola Mari (uno dei miei preferiti) avrebbe potuto essere altrettanto degno di firmare i disegni. Per questo motivo, il mio voto ai disegni è un bel 9,5.
Riguardo a Paola Barbato c'è tutto e niente da dire. Senza dubbio, a mio avviso, è uno dei migliori sceneggiattori in assoluto (non solo di Dylan Dog), e non a caso è l'autrice di uno dei miei numeri preferiti, il n?169 "Lo specchio dell'anima". E' una storia eccezionale, su questo penso non si possa avere dubbi, e non mi sembra esagerato definirlo un capolavoro: credo che resterà come uno degli albi migliori in assoluto; il fatto che sia l'ultimo uscito in edicola dovrebbe fare ripensare tutti coloro che gridano alla vergogna e alla decadenza di Dylan Dog, tutti coloro che continuano a ripetere che Dylan Dog non è più quello di una volta e non esistono più storie profonde, ma solo remake di film o trame banali. Come può essere definita banale una storia del genere? Io continuo ad essere convinto che questo sia un capolavoro, e che le persone che non sanno apprezzare Dylan Dog non lo amino veramente: ogni numero ha una sua bellezza, e poi è ovvio e naturale che possono esserci numeri migliori o numeri "minori". Ma secondo me Dylan Dog è come la vita: va apprezzato in ogni suo aspetto e, se lo si ama veramente, si continuerà a seguirlo sempre, restandogli fedele numero dopo numero. Ed è per questo che, per il momento, il mio voto alla sceneggiatura è un altro 9,5.
Tuttavia, come ho detto, è senza dubbio un numero che va riletto più volte (e solo per questo merita ben più della sufficienza e più di 2,50 ?) e quindi potrò forse dire cose diverse in futuro.
Per concludere, qualche considerazione finale:
1)Paola Barbato è rappresentata nella quinta tavola di pag.42 (che come qualcuno ha detto ricorda un suo famoso autoritratto); non credo proprio che sia la donna in sala d'attesa: non solo perché non ci assomiglia affatto, ma soprattutto perché concordo con chi ha detto che quella donna rappresenta tutte le sue amanti temporanee.
Come ha detto giustamente Ginky, infatti: "la donna nella sala d'attesa rappresenta tutte le amanti saltuarie, cito trestualmente l'albo, "Perchè sei la ragazza del sabato e della domenica". poi un pò più indietro durante l'intermezzo, lei chiede a paola "perchè mi odi?" e paola fa "odio quello che rappresenti". lo sappiamo tutti che paola non ha mai preso troppo a genio che dylan si portasse a letto una fidanzata a numero (o anche di più)".
2) Chi è il personaggio sotto i ferri? Potrò farmi un'idea solo dopo che avrò riletto questa storia, anche se il Dylan Dog Horror Club parla chiaro: "un'avventura che vi invischierà come la tela di un ragno e con un finale che vi lascerà a bocca aperta e, probabilmente, vi costringerà a ripartire dall'inizio, alla ricerca di spiegazioni e risposte che, come accade nella vita reale, forse non troverete mai".
Con ogni probabilità è questo il vero significato: che senso avrebbe sapere chi era sotto i ferri? E' proprio il dubbio (quello che Dylan odia ma in fondo ama anche) che rende bella questa storia. Se alla fine si scoprisse chi era il personaggio, a mio avviso, allora sì che diverrebbe una storia banale o per lo meno comune. Ciò che invece la rende un capolavoro, nonché uno degli albi che passerà alla storia di Dylan Dog (ed esce adesso nelle edicole! Viviamo nel tempo di un albo storico) è appunto questo senso di mistero e di spiazzamento che, anziché racchiudere la storia in 93 pagine con un inizio e una fine, la proietta verso uno spazio infinito. Sublime.
(Ultima cosa: pensate che, dopo Dylan, Groucho e Bloch, avevo ipotizzato che sotto i ferri ci fosse niente meno che...Wells! [:p]Non a caso lui non ama molto Groucho ed è anche un donnaiolo. Ma ovviamente non è così).
Ciao a tutti! [:)]
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