Daniele, sono arteriosclerotica! Mi sono andata a riprendere "Il senza nome" (sapessi poi la fatica di avere gli albi col doppio titolo, quello provvisorio, che poi è quello che uso per tutto il tempo del lavoro e che identifico con l'albo, e quello ufficiale) ma non ho trovato (mi è andato in pappa il cervello?) traccia di Morgana. Proprio perchè non desidero usarla. Morgana è come un liquido altamente infiammabile. Non è solo la protagonista dell'omonimo albo, ma c'è anche "l'affaire 100". Tiz ha scritto il 100 proprio dicendo che "forse è andata così e forse no". Mogana è o non è la madre di Dylan? Da lettrice (così come da sceneggiatrice) non lo so. Non riesco a prendere posizione. Per questo quando penso alle donne importanti della vita di Dylan mi viene spontaneo pensare a Lillie e Bree e mai a lei.
Ema: sai che ti dico? A me lo slalom piace. Muoversi tra i paletti può essere divertente. Una struttura solida non deve per forza essere una gabbia, può essere di stimolo proprio per trovare NUOVE STRADE NARRATIVE all'interno del VECCHIO MODELLO. Il che mica vuol dire riuscirci, beninteso. Ma sfida a provarci. E poi in Dylan ci sono regole ma non obblighi. La tanto vituperata "scansione a tappe" della storia: <campanello-cliente gnocca-the con battute ed esposizione del caso-indagini-richiesta di aiuto di Bloch-sesso con la cliente-scoperta del mostro-lotta-sconfitta del mostro> non è mica obbligatoria. Che Dylan sia vegetariano sì. Che Dylan sia claustrofobico sì. Ma non sta affatto scritto che un albo debba iniziare con la presentazione del cliente e del caso. Chi lo vuole fare lo fa, chi non lo vuole fare inventi.
Joe Montero: in sostanza sono d'accordo con te. Anche perchè non parliamo di un fumetto senza passato, senza tradizione e pubblicato da un editore appena entrato nel mercato che non ha nulla da perdere nello stravolgere tutto dall'oggi al domani. La Bonelli è solida di base e poi flessibile nelle sue "propaggini" (oddio, che immagine mafiosa). Basti pensare al fatto che pubblica "Napoleone". Quindi è giusto che una delle sue colonne venga salvaguardata da stravolgimenti eccessivi. Quindi, fermi restando i punti cardine della serie, perchè non osare? E come vedi osare si può, anche a costo poi di non venire ben accolti. E' un rischio che si corre.
Non potrei non amare Xabaras: adoro la tragedia greca.
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