Letto.
Capolavoro assoluto? "Semplice" esercizio di stile? Per ora non mi pronuncio, anche perché credo che sia impossibile farlo: mai, come in questo caso, è necessario metabolizzare l'albo in questione, prima di esprimere una qualsivoglia opinione. In ogni caso, "Oltre quella porta" mi ha meravigliato. Intanto, perché nemmeno Sclavi, finora, aveva mai osato tanto, su DyD. Poi, perché è una storia completamente atipica, in cui l'orrore, seppur presente, non è certo quello che siamo abituati a trovare sugli albi dell'"Indagatore dell'incubo". Infine, perché alla chiusura dell'albo mi sono sentito pervaso da una tristezza indescrivibile, che neanche "Il lungo addio" e "Johnny Freak" assieme avevano saputo trasmettermi.
E mi chiedo: dopo "Oltre quella porta", come farà la Barbato a misurarsi ancora con Dylan? Come farà a tornare indietro, e a scriverne altre "semplici" storie? Quest'albo assomiglia davvero troppo a un epilogo definitivo, a un "punto di non ritorno". Quale sarà il futuro su Dylan, per Paola?
I disegni di Piccatto sono sensazionali. La sua empatia con il mondo di Dylan Dog (e, perché no, anche di Paola Barbato) è totale, assoluta, irripetibile. Probabilmente, il più grande interprete dell'Indagatore dell'incubo di sempre. Standing ovation per questa performance: le sue tavole sono pura ARTE.
In conclusione, un numero speciale, dalla prima all'ultima pagina, da non perdere assolutamente. Non so se ci si trovi di fronte a un bel Dylan Dog, ma di sicuro ci si trova di fronte a un bel fumetto. Ringrazio la Barbato, Piccatto, Bonelli e chiunque sia stato responsabile della pubblicazione di questo Dylan Dog 228.
Ciao
Teo
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