<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">In Doktor Terror c'è quindi una posizione politica esposta quasi subliminalmente.
QUALCUNO ha sempre detto che Dylan Dog è apolitico. Questa storia non mi dà piacere.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
riguardo a "doc. terror", ricordo che ci furono o le scuse o una rettifica della redazione di dyd, in cui, come precedentemente scritto, si disse che fu una iniziativa del disegnatore, sfuggita ai redattori. (se sto sbagliando vi chiedo scusa, ma sembra di ricordare che sia andata così. se ne sapete di più, vi prego di correggermi o confermare.)
sull'apolicità di dyd o meglio delle sue storie, gli autori hanno sempre affermato che le loro erano storie a sfondo "sociale", non politico. sclavi in primis lo ha riaffermato tempo fa, nella famosa intervista rilasciata a sky (il programma era "antistoria del fumetto italiano").se v'interessa potrei cercare la cassetta su cui lo registrai e trascrivere questa parte d'intervista, così sarei più preciso nel riferimento.
ps1: riguardo le somiglianze. ho visto che le avete già notate, ma ricorderei ancora il berlusconi di "canale 666", o bush sr. di "vampiri!" (una mia storia cult, oltretutto.)
ps2 (non la consolle...):
nel corso degli anni dyd si è sempre schierato a favore degli emarginati, degli esclusi; questo non solo quando è iniziato a imperare il cosìdetto "buonismo", quando cioè è diventata una moda, ma dall'inizio, dalla sua nascita editoriale; cioè dagli anni '80. quelli del socialismo craxiano e della "milano da bere" italiana, quelli del reganismo americano e del tacherismo britannico. in quegli anni in cui erano dimenticati gli hippy ed erano nati gli yuppi, o come cavolo si scrive... (un personaggio, in una qualche storia diceva: "ai miei tempi scappavano con gli hippy, ora sposano gli yuppy...".). in quel periodo, in cui era imperativo il successo, dylan si poneva come uno "sfigato", senza soldi e poco incline alla scalata sociale. depresso, innamorato perenne e, anche se contrario a togliere la vita al prossimo, in alcuni casi estremi costretto a farlo. insomma, non c'era bisogna di dargli un'appartenenza politica. lui rappresentava (anche) il disagio di chi viveva quegli anni essendo costretto a seguire quel tipo di vita.
molti di noi rimpiangono quelle storie, cioè QUEL dyd...
ps3: sottomano mi trovo un volumetto molto carino del 2003. s'intitola "la vita privata dei fumetti", ed. leconte.
vi trascrivo quello che scrive sclavi a proposito di dylan e la politica :
"LA POLITICA E' O DOVREBBE ESSERE UNA COSA SERISSIMA, SONO ALCUNI UOMINI POLITICI A ESSERE DEI BUFFONI. COME ANARCHICO PIU' O MENO DICHIARATO (nota mia: in "cattivi pensieri" dyd si dichiara per un'anarchia totale, anche se, ammette, creerebbe un certo caos...), DYLAN NON DOVREBBE VOTARE, PERO' NON SO, NON CONOSCO BENE LA SITUAZIONE INGLESE... IN OGNI CASO, IL SUO CUORE E' A SINISTRA."
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