<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by sammy</i>
<br />Non sono d'accordo. Quando Nolitta lasciò per un primo periodo Mister No, nei primi anni 80', il personaggio non ebbe nessun crollo: perchè? Perchè c'erano Sclavi, Castelli e Nizzi che scrivevano storie straordinarie. Mi rendo conto che oggi, dopo oltre 350 numeri non sia facile inventare storie nuove, ma Masiero e Mignacco ( soprattutto quest'ultimo) non è che ci si siano messi d'impegno: tra gangster e sparatorie hanno proposto sempre la stessa roba.
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Hai ragione, c'erano degli autori che lo tenevano in piedi.
Molto spesso dipende da quanto il "capo" dia loro carta bianca, ovviamente nel rispetto del personaggio. O da quanto riescono a fare indipendentemente da questo.
Anche a me Mignacco è sembrato il maggior responsabile, ma forse anche la casa editrice poteva fare qualcosa se l'autore non è tra i più adatti o se ha un progetto nel cassetto nel quale gli hanno fatto schioccare le dita. Le ipotesi sono tante e per niente scontate.
Dopo 350 storie?
E TEX? E Zagor?
La lunghezza non è spesso l'unica causa, né la più importante che determina il declino.
Esistono altre connessioni interne, aziendali, intoppi creativi dovuti a diktat oppure blocchi creativi e basta e voglia di non provvedere.
Quello che succede a Mister No è solo l'esempio lampante di una testata che ad una crisi generale non ha saputo mantenere i suoi lettori. Dylan Dog per es. ha molti più proseliti, quindi la sua discesa sarà sempre meno grave. Anche se grave lo stesso.
Solo tu puoi cambiarmi
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