DEMON BLOB
Se l'idea di azzerare praticamente la trama, riportando Dyd ad una buona dose di splatter e mostarda, mi è parsa interessante il risultato è quantomeno altalenante. Il sottoscritto, che al contrario di molti considera Faraci discontinuo ma stimolante (si veda il bellissimo speciale su Moby Dick), non ha potuto sopportare uno svolgimento tanto di maniera culminante in uno dei finale più stupidi che si ricordi. Una curiosità: su 3 storie del Maxi per 3 volte troviamo la classica insopportabile "sorpresina" all'ultima vignetta... una buona media. O no?
Voto: 4?
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AUTOCOMBUSTIONE
Ruju appena si muove fa danni; quando arriva lui comiciano i guai. Continuando con una serie di titoli di particolare bruttezza (alla B-movie anni '70, si sono impegnati su questo Maxi), non voglio certo negare il mestiere dell'autore: ma è proprio questo il problema, ormai si tratta di semplice routine, una botta e via, che si trascina comatosa e sempre uguale a sè stessa. Morti misteriose, una banalissima frase-tormentone ("l'amore brucia"... l'odio è ventilatore! Ma dai), leggenda, strega, colpo di scena finale (uno dei più rozzi e triviali che si ricordino, ancorché perfettamente intuibile con un pizzico di attenzione e per chi conosce bene Ruju... io lo pensavo ma fino all'ultimo ho sperato il contrario). Non basta il richiamo alla mitologia greca, che circonda la figura della protagonista, a renderla una storia degna di nota.
Voto: 4
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TERRORE SUL MARE
La migliore. Certo, "migliore" è un parolone: anche qui siamo sulla pura routine (classica storia paranormale che si scopre ventaglio per interessi criminosi e fin troppo terreni). Ma di Marzano, perlomeno, possiamo apprezzare una certa cura nella scrittura, che rende sfaccettati personaggi solitamente unidimensionali (nella consueta carestia del Maxi, quasi un miracolo), una cattiveria narrativa che non si ferma di frone al buonismo (il poliziotto che stermina la famiglia), un gusto per il rovesciamento (l'agnizione finale) che per una volta risulta verosimile e non campato in aria. Ne risulta un puzzle divertente e stimolante, in cui dall'inizio niente è quello che sembra (bella pag.200, un vero e proprio inganno al lettore); il principale difetto è che i personaggi talvolta parlano troppo o si affidano all'inutile didascalia (le ultime pagine), spiegando pleonasticamente ciò che meritava di restare sottinteso. Inoltre l'ultima pagina, che offre il consueto finalino a sorpresa (leggi sopra), è da ergastolo; anche così, comunque, questo scrittore - forse perché alle prime armi - dimostra di essere l'unico nella sede del Maxi a tenere al personaggio, senza nessuna rivoluzione ma con onesto coinvolgimento.
Due parole su Montanari & Grassani: nonostante siano indubbiamente omologanti (vengono i mente alcuni disegnatori di Julia, omogeneizzati accuratamente da Berardi) a me sono sempre piaciuti. Riescono ad adattarsi a molte situazioni rendendo in maniera efficace situazioni splatter e tormenti psicologici; non la pensano così alla Bonelli, data l'infame decisione di relegarli nella gabbia del Maxi a disegnare i riempitivi. A quando un loro ritorno alle storie regolari? Sono ormai due cadaveri o c'è la speranza di una resurrezione?
Voto: 6
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Infine: il Maxi continua a puntare più sulla quantità che sulla qualità, politica a dir poco immonda. Se d'estate fanno bene alla salute 300 pagine di Dyd come compagnia, si è ormai stanchi di leggere puntualmente boiate; io non lo leggevo da anni ma ha confermare una mia antica impressione, il Maxi deve essere abolito.
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