Letta "il gioco del dolore" di Chiaverotti e Pennacchioli.
Mammamia che bel tuffo nel passato.
E che storia di spessore!
Partiamo dal soggetto, solidissimo ma che (come spesso succedeva negli albi del tempo, anche in diversi nuneri di sclavi) si smonta un pelo nel finale, nella risoluzione del mistero, spesso forzata specie nello spiegone finale (forse la caratteristica più criticata del Dylan classico) dove l'assassino racconta cosa é successo e cosa l'ha portato a diventare il mostro. Visto adesso fa nostalgia ma é indiscutibilmente un difetto. Peró é pure indispensabile se vuoi un finale che spiazzi e che sorprenda il lettore: devi pur inventarti qualcosa!
Sceneggiatura: perfetta! Ritmo eccellente, personaggi di spessore e ben caratterizzati, il focus é (come succedeva spesso) più sul cliente, sulle vittime, sull'assassino, sul mostro e sulle situazioni orrorifere, che su Dylan. Che indaga. INDAGA! Senza tra l'altro scoprire quasi niente. E suona il clarinetto.
Dialoghi molto accattivanti, groucho compreso, e mai forzati. Una scrittura eccellente.
Sui disegni c'é poco da soffermarsi perché Pennacchioli é un maestro di stile, eleganza, atmosfera. Le architetture e gli ambienti sono splendidi, così come il design dei vestiti e degli oggetti. Volti un po' troppo simili tra loro ma iper espressivi.
In definitiva la storia é davvero buona, e c'é chi dice che "se erano ergastolana un motivo ci sarà".
Certo, ai tempi d'oro sarebbe stata una storia carina ma niente di straordinario, per gli standard attuali é oro.
Cose che colpiscono:
1. La tranquillità con cui si affrontavano dinamiche molto spinose (stupro, violenza sulla donna, eccetera) senza la paura che qualcuno si alzi scandalizzato (anche perché poi il finale
). O forse qualcuno si é alzato davvero, visto che all'epoca non fu pubblicata, na il solo fatto che fosse stata scritta e disegnata indica che, perlomeno, si poteva fare.
2. Alcune chicche semplici semplici e stupide, ma che aiutano tantissimo a caratterizzare e a dare un pelo di pepe e di corpo alla lettura: dylan in biblioteca, dylan che suona, i fantasmi durante la violenza al cimitero, il treno che oassa durante la violenza vicino alla stazione, il fantasma degli "assassini" posseduti da Simon che appaiono del tutto fuori contesto, la messinscena di Dylan per risolvere il mistero... Insomma, tutte cose con poco senso ma che sono come aggiungere spezie ad un piatto, non sono un ingrediente principale ma aiutano a dare sapore e senso alla ricetta.
Insomma, io credo che gli sceneggiatori di oggi dovrebbero davvero rileggersi le storie del Dylan classico, non per copiare situazioni o elementi (non ci siamo dimenticati di Oni1 e del suo stanco periodo di scimmiottamento dei canoni sclaviani) ma per rinfrescarsi su come far funzionare i personaggi, le atmosfere e le indagini del mondo Dylaniato.
Numero bellissimo che rimette in pace col Dylan classico.
2/2 ergastolane ottime. Magari sarebbe il cado di liberare anche le altre no?
Viva Chiaverotti!
Chiave libero!