Cravenroad7

Ho votato buono. Soggetto non solidissimo, a tratti un po' troppo prevedibile, ma sviluppato bene e con una componente emotiva che riesce ad arrivare al lettore.

Mi accodo ai gradimenti generici della storia del mese.

Finalmente una storia di Dylan Dog con tutti i crismi, dove il protagonista finisce suo malgrado a indagare su un incubo; ottima interrelazione tra realtà e paranormale, e tra passato e presente in una sceneggiatura tutto sommato solida e densa. Molte parole, molti fatti, molti personaggi, molte situazioni, pacifismo latente, Londra grigia e piovosa, pagine in griglia bonelliana 3x2, un finale breve, azzeccato, pienamente coerente con il personaggio e la vicenda narrata.
A tratti commovente leggere un albo che trasuda classicismo e che ricorda al mondo che è possibile scrivere ancora albi _DI_ Dylan Dog. Mi rendo pienamente conto che il mio gradimento è influenzato dal cambio di sistema nella testata che, per i miei gusti personali, ha perlopiù portato pochezza narrativa e molto sensazionalismo. Un albo come questo non è assolutamente un capolavoro, non è all'altezza del periodo d'oro, ma è una storia che non avrebbe certamente sfigurato nel comuque roseo panorama post-sclaviano.

Io la promuovo, mi ha fatto piacere leggere un Dylan Dog classicheggiante, spero ce ne siano altri. Non auspico chiaramente un ritorno alle storielle in fotocopia, ma sarebbe bello che si facessero questo tipo di storie un po' più spesso, anche solo sul Maxi, ma che almeno siano decenti.

Sulla timeline in cui è ambientato DD non ci capisco più niente. Il telefonino è canonico o cosa?! O ogni storia è a sé stante? Che andrebbe anche bene così, eh.

benvenuto nel club... ah i presidenti sono i Baranzoni, pure loro non ci capiscono più niente

Non male questo numero.
La Contro mi ricordavo scrivesse bene, e così é anche questa volta. La scrittura é matura, specie nella prima parte, dove il personaggio di dylan é molto a fuoco, l'indagine é intrigante e l'atmosfera é ottima.
Purtroppo il soggetto non é così forte e solido come lo é la sceneggiatura, e andando avanti finisce per sgretolarsi e portare giù un po' tutto.
La storia rimane buona e molto piacevole, però l'intreccio finisce con l'essere davvero troppo semplice e prevedibile e a non sostenere le premesse delle prime pagine. Avrei lavorato più sulla trama e sull'indagine, perché sia le qualità di scrittura che la caratterizzazione del personaggio sono notevoli.
Disegni ottimi, ogni tanto si vede qualche base fotografica di troppo che stona, ma pazienza, Siniscalchi é uno degli ultimi della vecchia scuola, uno di quelli che riescono a essere dia molto realistici e dettagliati negli sfondi, quanto personali e incisivi nello stile, sempre a metà tra stile argentino, francese e americano.

Darei più spazio all'autrice.
Tra gli autori che vorrei vedere di più sul nuovo Dylan, insieme a Enna, a La Rosa e a Vanzella sono quelli che hanno sfornato le robe più interessanti ultimamente (tolti ovviamente Bilotta e Ambrosini - sigh! -)

Forse confondi GianMaria Contro (autore dell'albo) con Gabriella Contu?

Ahahahahah!!! No, no, semplicemente ero da sempre convinto che fosse una donna, fin dai tempi de Le Storie! Forse nella mia testa era andato perso il "Gian" che poi non ho mai recuperato, chissà! Lapsus assurdo ahahahahah!!!

P.s. Non se ne abbia a male l'autore, se ci legge... rimangono i complimenti