Cravenroad7

Fa strano perché sembra più un abbozzo che una storia, è motlo simile a cosa esce fuori quando ti viene un'idea in mente e te la scrivi su un post it per non dimenticarla. Perché alcune delle cose strane succedono solo quando scrivi tutto di getto e non rileggi niente.

Poi m'ha fatto strano che le morti assurde e inispiegabili sono trattate quasi come una battuta o una gag, mi piace che Dylan sia così preso che la più sua più grande preoccupazione sia trovare un sostituto, ma l'esecuzione è discutibile. Fra l'altro succede tutto in due pagine massimo, tutta la tempistica è bizzarra.

Non lo so, è tutto sbagliato in un modo che non riesco a metterlo a parole.

Alcuni passaggi (quelli in cui i poteri di Hermann appaiono più forti, vedasi fine badanti e casa di riposo) sono presi da La Abuela, film citato anche nell'editoriale.

Non mi è proprio piaciuto quest'albo, neanche i disegni di Roi in generale.

il link alla mia recensione:

https://www.youtube.com/watch?v=XOQQM132RgA

In attesa di avere cinque minuti per dedicarmi all'albo, due parole sull'editoriale. Il mese scorso nell'editoriale c'era stato il clickbait su una storia (a grandissima richiesta, addirittura!) su una ZIA di Groucho, poi rivelatasi farloccamente solo una ZIA di rispetto. In questo albo, invece, correttamente la Baraldi mette subito (e in ritardo di un mese!) le virgolette alla "zietta" del mese scorso, e ancor più correttamente le mette al "nonno" di questo albo. Ogni tanto un po' di onestà.

Mi ricordo era successo anche l'anno scorso che due albi dalla trama quasi identica venissero pubblicati uno dopo l'altro.

Non è per la somiglianza di trame, è che il mese scorso hanno promesso una storia sui parenti di Groucho, mentre poi di parenti non ce n'era neanche l'ombra, mentre questo mese hanno messo i puntini sulle i subito. Meglio tardi che mai.

Ah no scusa non avevo capito oggi so tutta rincoglionita.

Per puro divertimento ho riscritto la trama dell' albo e mi sono resa conto che rendere una storia accattivante e non pedissequa è abbastanza difficile.
Sospetto che per non essere banali e scontati, si inventino un mare di assurdità che poi vanno a influenzare il gradimento dei lettori.

Nulla a che vedere con il capolavoro cinematografico Henry, questo "Pioggia di Sangue", con titolo e copertina che si rifanno a una scena, peraltro aggiunta un po' ad minchiam, dell'albo.

Dopo la finta zia di Groucho ecco il finto nonno di Dylan. Eccesso di empatia del nostro indagatore, che sembra essere tornato il "buonista" dei tempi andati. Groucho, ultimamente molto divertente, decide di andarsene alla convention dei sosia, sostituito in un certo senso da Bloch.

SPOILER

Il personaggio di Herman non cattura. Già in passato, basti pensare allo stupendo "Il Mosaico dell'orrore", si era affrontato il tema della vecchiaia in solitudine, con esiti decisamente migliori. Non è una brutta storia quella della Baraldi, così come le tavole di Roi seppur non eccezionali non sono da buttare. Ma se si paragona questa storia ad alcune passate il confronto è avvilente.

Tra badanti, case di riposo e soggezione psicologica, sembra di aver letto già diverse volte questo albo. Alcune forzature, come quando a Cambridge riesce a rintracciare la "nipote" Amy dalla preside, non aiutano. E il finale chiaverottiano di serie B stona con la degna sepoltura di Herman.

Tra l'altro la barba di Dylan si allunga e si accorcia senza ritegno! (Pagine dalla 47 alla 55).

Bravissimo.

Manda la bozza in redazione, magari le vie della pubblicazione non saranno così lontanamente infinite.

A parte il fanfiction-ismo, secondo me la trama/soggetto di questa storia "sulla carta" (prima che venisse scritta ) non era così male, anzi ci ho intravisto qualche spunto interessante ed inquietante di base. Il problema è COME questa materia viene organizzata e strutturata su 94pp, con una serie di beotate (v. morte preventiva aggratise di Ryan o indagini da teatro dei burattini) con diversi scompensi ad appiattarla su un livello semi-amatoriale a dir poco, e la qualità dell'impatto narrativo a rimetterci prima di tutto. Motivazioni dei personaggi e logica interna delle vicende a quel paese, per dar priorità ad altro. Non per nulla l'inizio e la fine sono la cosa peggiore in questo senso, il primo di una goffaggine squinternata come pochi, la seconda raffazzonata nella piattezza del bathos assoluto pur di chiudere il cerchio/baracca affrettatamente e liquidare la storiella come tale. L'incubo ed il resto si sono visti solo nella parte centrale, tutto quello che ci ruota attorno uno sprofondo di facepalm .

Non si tratta di evitare la banalità con l'assurdità. Si tratta di acquisire certe competenze (e status) professionali, senza prendere per i fondelli i lettori ritenendoli alla stregua di idioti da imboccare con cialtronate sciattone buttate là tanto per. D'altronde se chi dirige ha improvvisato il mestiere di sceneggiatrice, certi scompensi sono fisiologici nel modo di scrivere...

Aggiungo che il potere di Herman non è ben delineato. Si capisce subito che non è il vero nonno di Dylan e che ha una certa influenza su di lui. Ma si passa con troppa facilità dall'autocommiserazione ad atteggiamenti volitivi per poi portarlo nel campo del paranormale con mostri, incubi (che sono il pane di Dylan Dog, ma qui vengono inseriti senza criterio) fino a causare morti tra badanti e case di riposo. La Baraldi, che a volte è fin troppo lineare e quindi scontata, qui passa all'estremo opposto, con una trama sgangherata, come se fosse stata scritta in fretta e furia. Anche il dialogo tra Dylan e Blair quando quest'ultima è diventata succube di Herman stona parecchio.

IL MALE:
Penso anche io che non ci sia e mai ci sarà paragone con le storie che vanno dall'86 al 93.
Non lo so, quelle erano storie che ti catturavano, in cui l'assurdo la faceva da padrone.
Sclavi in diverse storie ti narrava con brevi didascalie le storie di certi comuni personaggi e tu ti domandavi quale sarebbe stato, invece, il tuo di destino; ti rendevi conto che la vita non era scontata e che poteva capitarti qualcosa di orribile!
Chiaverotti costruiva (e costruisce, per chi ha letto Brendon e legge Morgan Lost) trame non scontate, con dei colpi di scena eccezionali.
Accadde Domani, Riflessi di morte e l'antecedente Attraverso lo Specchio, Inferni (oggi sempre più citato e violentato), Horror Paradise, Il male, Il Marchio rosso, Delirium, Ombre, Gente che Scompare, Frankenstein, Vampiri... insomma, non usciranno più storie così, perché gli attuali scrittori delle storie non ne sono in grado.
Poi ci sono Killer, Vivono tra noi, per non citare i primi dieci. Tra la vita e la morte, Canale 666... I conigli rosa uccidono, anche questo violentato sempre di più.
Sclavi dimostra che, quando torna a scrivere, è uno dei pochi che lo sappia fare, quando si parla di Dylan e Ucronia lo dimostra.
Ecco perché, spesso scrivo che bisogna coinvolgere altri autori (non me ne voglia la Barladi ma anche basta con le sue trame!), come Chiaverotti, magari Ruju, ecc

non tutto funziona benissimo, a partire dal titolo, in questa storia in cui mancano un paio di passaggi logici. Nonostante questo e nonostante sia opera di Baranzoni, devo dire che non mi è dispiaciuta. In alcuni momenti mi ha ricordato alcune cose della Barbato. Finalmente niente donne che si sentono sbagliate e già questo è un bel passo avanti
Il pezzo in cui i due tizi attaccano Dylan quando va da Blair è molto cringe, ma li do più colpe a Roi che alla sceneggiatura.
Roi che, a parte questo, si conferma sempre ottimo, la vecchia guardia lavora ancora bene. Unica cosa che non ho capito è perchè in tutte le vignette in cui è presente, Bloch è rappresentato col sigaro in bocca. Da quando è diventato così tabagista?

ah, temo fortemente il Baranzoni del prossimo mese