Vabbuoh, visto che ci sono scrivo io qualcosa in merito, anche se vedo che il discorso principale era sull'ironia, etc.
Parlando in soldoni, non so se consigliarne l'acquisto.
Per me è una mezza delusione, nel senso che la prima metà (non conoscendo la seconda) durante la lettura mi aveva intrigato e lasciato ben sperare... mentre la seconda fa decadere tutto con un flop abbastanza dichiarato alla fine dei conti.
Ho votato 6 come via di mezzo, ma dalle
P&M mi sarei aspettato legittimamente di più, e
cominciano a stufare coi loro stilemi portati al parossismo di refrain.
S
_P
__O
___I
__L
_E
RCopertina banale e per nulla incisiva, anche nella realizzazione.
Disegni buoni per l'atmosfera estraniante fabulesca, ma alla fine le pastellature danno un effetto iper-monotono(e monopalette) che stufa sul lungo andare. Qualche buona sequenza, qualche visino carino un po' naif per Heather
à la Alba Rohrwacher, ma abbastanza male sui passaggi dove c'è un po' di concitazione - per esempio non si capiscono gli avvinghiammenti/spostamenti tra pp.39-41 con lo spettro della scolaretta. Non sono d'accordo con chi sostiene che con della carta lucida la colorazione ne sarebbe stata avvantaggiata.
Come dicevo prima per una buona metà la storia tiene. C'è l'incubo soffuso, il luogo remoto, le presenze oscure, qualche mente stralunata... ma poi tutto si manifesta come un meta-trip psicoanalitico alla buona, con poche basi fondate, pochi avvenimenti significativi e tanti stucchevoli scambi ad effetto a tema dark-emo-Harmony sulle conseguenze distorsive dell'ammmmoure - in questo caso con Dylan nei panni di maso-vittima della propria cecità incondizionatamente sentimentale
.
Molti passaggi non hanno nessun valore nell'ottica complessiva (se non l'autoreferenzialità citazionista) come il rito subacqueo, le (solite) oscure presenze capellute che sbucano dai muri e per scogliere, il prete paganeggiante, la festa delle ombre, la contro-cena lynchiana rivissuta (p.71-73) etc. Tutto buttato untatarkilo per fare scena, quando sceneggiatura non c'è, o se c'è sussiste davvero di pochissimo.
Quello che doveva esser approfondito - e cioè il marcio del senso di colpa di Heather, e la dinamica del suicidio di Reymond
- passa in cavalleria con un paio di accenni, per dare la colpa degli imprecisati "loro" (v. p.77) come se ci fosse qualcun altro a gestire il teatrino oltre Dylan&Girlfriend. Tutto sfuma come nell'ennesimo sogno nel sogno, e no... Jung non ajuta in questi casi, per quanto si possa esser criptici, se non viene rappresentata la caduta di Heather dalla scogliera e se pure gli agenti sono delle para-projezioni paracule. Tutto si consuma soltanto per controriformare in salsa nera le frasette da baciottiperugeschi tra disturbati in love:
ne sarà contenta la Baraldi e la sua linea editoriale ossessivamente improntata a Dylan Vs la ragazza "sbagliata" del mese
"
In due si cade prima", dice a più riprese il mantra di questo albo.
Anche i buchi nell'acqua di un duo come P&M fanno più rumore in questo senso