Cravenroad7

Nessuno più di me è contento di questo omaggio enorme fatto al Conte, ma proprio sulla base della statistica di Wolk, mi chiedo come mai solo per lui sia sia deciso di procedere all'onore di una copertina dedicata, plus coccodrillo di Tiz in persona, mentre per la dipartita degli altri due, che io ricordi, si è proceduto soltanto ad una generica quanto dovuta condoglianza da parte della curatrice. Ripeto, secondo me Ambrosini uber alles, sempre stato così, ma M&G, o Piccatto, per la collana non sono stati altrettanto basilari?

Ho comprato quest'albo un paio di giorni fa però non l'ho ancora letto perché mi spaventa l'idea che sia l'ultimo di Ambrosini. Nel senso che temo che non sia "all'altezza" di essere un ipotetico "gran finale" e io ci rimanga malissimo o qualcosa del genere. Tu mi dirai, giustamente "Ambrosini è morto, non si è ritirato, lui sapeva assai non è che s'è potuto preparare." e quindi m'impegnerò a leggerla come se fosse una storia come un'altra.
Ieri sono riuscita a trovare l'albo n.241 Xabaras! Devo dire che fa un po' strano rivedere Xabaras sapendo che Ambrosini non c'è più perché sono tipo uguali. Potrei fare un discorso romanticone sdolcinato su come attraverso Xabaras il conte potrà vivere in eterno nel mondo dei suoi amati fumetti, però vivere attraverso Xabaras sarebbe peggio della dannazione eterna quindi non lo farò.

non è l'ultima di Ambrosini, ne uscirà un'altra sull'OB

Sì ma ma ma l'OB non lo compro perché costa un occhio

in realtà, avendo due storie, costa meno che prendere due albi della regolare

E' incredibile come col Conte sembri sempre di correre su due binari paralleli; per tematiche e atmosfere i suoi racconti appaiono un unico corpo di volta in volta svelato da tutti i punti di vista possibili (peccato che non ne leggeremo più).
Detto ciò, l'albo del mese non è forse fra le sue prove più riuscite; il suo tratto avevo smesso di adorarlo (e inizialmente lo adoravo davvero) già qualche tempo fa, e il testo - pur sempre di altissima levatura, affascinante e intrigante come sempre - nulla aggiunge ad altre opere, passate e recenti, più memorabili e toccanti.
E caro Conte, quanto mi mancherai.

Secondo me, in generale, per i tre le commemorazioni sono state più sentite e diffuse che in passato (vedi anche gli Oldboy).

Mi sbagliero', ma se Ambrosini fosse venuto a mancare sotto la precedente curatela, non credo avremmo avuto la copertina a lui dedicata. Differenti modi di intendere il "contenitore" regolare e sentire il personaggio e la sua storia.

Questo 449 é pienamente in mano alla Baraldi, "Frammenti" é stato il primo a suo nome, e credo abbia potuto metterci ben poco di suo.
M&G sono appannaggio dell'Oldboy e dunque di Busatta. Le due righe di rito sull'Horror Club le abbiamo avute, credo che il saluto definitivo e con pù "onori" in regolare a Montanari sarà per la storia del ritorno della Dama in nero.

Me lo sono chiesto anche io... Forse un accenno di Congetture...

Per il resto: molto bella la storia, meno i disegni che ho trovato un po' troppo abbozzati: ci sta ricercare un'atmosfera cupa attraverso un tratto più sporco, ma qui da una vignetta a un'altra all'interno della stessa scena facevo fatica a riconoscere le facce dei personaggi.

Comunque tutto sommato un albo molto buono che scorre con piacere, ma resta!

albo difficilissimo da giudicare, difficile essere oggettivi senza lasciarsi prendere dalle emozioni sapendo di aver letto una delle ultime (la penultima?) storia di Ambrosini, ad ogni modo, ci si prova:

nonostante gli ingredienti siano sempre i soliti del Conte, ci troviamo davanti alla storia più lineare da lui scritta negli ultimi anni. Niente concetti filosofici, niente interpretazioni astruse da fare, ma un sentito omaggio a Swift (Jonathan, non Taylor) e ai suoi viaggi di Gulliver. Questo non significa che l'albo non sia buono, anzi. Personalmente l'ho apprezzato proprio di gusto, perchè nonostante la semplicità il tocco nella scrittura è proprio il suo. Certo l'indagine si mette in moto da una situazione un po' paradossale, che sembra quasi forzosa, perchè mai Slim dovrebbe andare a denunciare la scomparsa della moglie essendo stato lui ad ucciderla? A mio avviso la soluzione si capisce quando dice che ne sente la mancanza.
Tolto quello, il tutto scorre via liscio, anche la parentesi onirica viene presto risolta con la fuoriuscita di gas.
Per quanto riguarda i disegni, nulla da dire, l'Ambrosini dell'ultimo periodo è questo, può piacere o non piacere certo, ma non mi aspettavo nulla di diverso.

Buona storia, come tutte quelle scritte da Ambrosini, ma con qualche passaggio poco chiaro e con tavole davvero troppo abbozzate, benché si riesca comunque ad apprezzare la capacità di comunicare tutto ciò che è essenziale con poche linee.
Secondo me, lasciando da parte i suoi tre classici inarrivabili (Margherite, Dietro il sipario e soprattutto Il guardiano della memoria), il miglior Dylan scritto dal Conte è quello pubblicato nello scorso OldBoy (I supplizianti): asciuttissimo, ermetico ma mai confuso, evocativo, raccontato con le immagini più che con le parole e graziato da un Camagni straordinario e più ambrosiniano dell'ultimo Ambrosini.

In onore alla (geniale)professionalità del Conte, per deontologia critica non mi ritrovo di certo con piaggeria commemorativa nelle vesti di decantatore deferenziale di ciò che non è... ma avrebbe potuto essere.
Per cui il commento di questo albo parte dagli stessi presupposti di altri, senza mezze misure che non corrispondono a nessun mondo in scala, ad personam, nec secundum occasionem. È una forma di rispetto anche verso i precedenti lavori di Ambrosini e di quello che rappresentano per DD. Al di sopra degli stagni, delle valli, delle montagne, etc... sarà liberissimo di spernacchiarmi giustamente con degno seguito .



S ☙ P ☙ O ☙ I ☙ L ☙ E ☙ R




Per metterla nelle nostre "misure" forumistiche, per me non arriva al "buono" pieno.
Si tratta pienamente di una scrittura superiore alla media, la mano di Ambrosini (disegni inclusi, per quanto discutibili) si aspira in ogni vignetta, ma manca qualcosa o quello che si prova a dire non presenta punti di spicco. A tratti mi è sembrata una storia-bozza in lavorazione, conclusa per sommi capi, senza approfondire il "colpo" dove andava assestato, a causa di affrettate forze di cause maggiori.

Non presenta il lato metafisico, neanche quello noir, e poco o niente di quello storico, come invece di solito avviene nelle storie del Conte. C'è molta miseria umanamente balorda, esasperandone una certa grettezza realistica fino al disgusto/riprovazione amorale, e soprattutto tanta necessità di omaggiare J.Swift, e riprenderne un certo discorso letterario di-non-sola fantasia. Per questo lo snocciolarsi della trama, tra retroscena ed eventi in corso, è molto più semplificato della media ambrosiniana, ed i meta-riferimenti sono tutti lì, sotto gli occhi di tutti, grandi, piccini, e piccinissimilillipuziani.
Il diabolico Arlecchino, nume anti-tutelare dei bimbi nati nella sorte avversa torna a (non)fare scena, scivolando tra le vignette (o mettendo una mano sulla manopola del gas, p. 52) ... e sarà ormai la quarta o quinta volta che lo fa. Ci penseranno i nostri incubi a ridargli forma e collocazione?

Gli attori in causa figurano abbastanza bene, dal dopoguerra ad oggi, tra Slim, sua moglie, etc... mentre non mi è piaciuto l'omaggio del longilineo Ambrosini alla sua di moglie, tramite il personaggio di Lu, sia per come viene rappresentata graficamente (p.94), sia per cosa rappresenta con quell'aggiunta telepatica un po' così .
Come già detto la denuncia di Slim in commissariato è un buco di logica non da poco, ma bizzarrie del soggetto a parte... non ho capito neanche perché ad un certo punto (pp.34-35) si lasciano intuire le sue capacità divinatorie sulle morti imminenti, mentre poi questa cosa "muore" del tutto nel resto dell'albo, tranne un breve accenno in Donald premonitore (p.74). Comunque tutto sommato è un albo gradevole, abbastanza convincente, fluido da leggere, tranne la parte dell'inseguimento nel parco a tema, che risuona un po' stancamente telefonato a vuoto... e devo aggiungere tra le curiosità che un parco simile esiste, ma non sul Tamigi, bensì sul letto del fiume in quel di Valencia.

Il tema è, per ribaltamenti di prospettive/scale di misura, quello del ribrezzo verso le bassezze nefande dell'umanità, quella sorta di effetto di repulsione che patì lo stesso Swift chiudendosi nella massima misantropia nell'ultima fase della sua vita, come il suo portavoce Gulliver non riusciva più di rigetto a sopportare l'odore degli ominidi - ribattezzati Yahoo - una volta che gli illuminati cavalli di Houyhnhnm gli avevano aperto gli occhi sullo sconcio livello di turpitudo becera del bipede medio .

Una sgroppata di iper-sapienza equina - con l'accento romagnolo? - non tutti sono capaci di reggerla, lo capiamo. Il Conte è già oltre nel dressage acrobatico, sempre elegante, sempre avanti.

Storia del ritorno della Dama in Nero? Questa mi è nuova... c'è in programma una storia in cui si rivedranno le atmosfere castellane? E se si, chi saranno gli autori?

E' stato detto dalla curatrice in una delle varie interviste video online, e del resto la sua presenza nel nuovo frontespizio era già un piccolo indizio, al di là della citazione nostalgica.
Da quel che si é capito (o che ho capito!), il lato grafico é stato affidato al duo ("una storia su misura per il loro disegno"), per i testi non si hanno rivelazioni.
Si potrebbe fare un toto-nomi: Nucci, non nuovo a queste riprese "chilurgiche" anni dopo? Enna? Cavaletto per le atmosfere (speriamo!) ?

Molto interessante... davvero molto molto interessante (del resto il mio nome la dice tutta).
A questo punto si, gli autori che citi sarebbero interessanti (soprattutto Cavaletto) ma non nascondo che anche il duo Porretto/Mericone potrebbe cavarsela o un Bilotta ispirato (nella regolare ancora non ha brillato).

Visto che di Bilotta é stato detto che sta lavorando a X storie per la regolare e non é stato accomunato a questa, tendo ad escluderlo.

Forse Cavaletto sarebbe davvero il più appropiato tra ricreare atmosfere "sclaviane" e vintage - rutilanti, inquietudine e ironia.

Tutto ma non la Barbato spompa...