Cravenroad7

Io ho accuratamente scansato la doppia sui vampiri, e dopo tanto tempo ho acquistato una storia ineditqa del BVZM dall'edicola attirato dall'ambientazione veneziana ed i collegamenti con la Fenice (teatro e animale leggendario) di questo Speciale 2021
https://www.sergiobonelli.it/martin-mys ... a-1020493/

Dopo la lettura confermo che ci vorrà molto altro tempo perché prenda qualcosa collegato a MM .

Storiella didascalica come un pamphlet scritto in terza media, sceneggiatura ridicola e ridondante, mystero puramente nozionistico con sprazzi di inseguimenti alla Scooby Doo, per un finale arrabattato alla meno peggio dopo essersi persi in pagin&pagine della stessa solfa. Capisco che bisognava fare un omaggio/marketta ad un romanzo, ma se non lo sai trasporre a fumetti stattaccasa.
Carine le storie brevi sul retro (di cui due sono ristampe di tempi vetusti), ma a parte la spesa di quasi 8 sacchi evitabile, il personaggio e la serie stanno messi ancora piuttosto male - da un decennio è dir poco - e non vedo all'orizzonte autori capaci di risalire lo sprofondo in cui si è fisiologicamente cacciato, perché Castelli ormai può ben poco da solo, e pure lui è entrato in una spirale autoavvolgente

Prima di buttarmi nel inedito ecco altre 5 storie vecchie...

Aria di Baker street(n°129-130)
Debutto sul mensile di Carlo Recagno con una bella storia londinese dedicata a Sherlock Holmes. Molti momenti simpatici come quando Martin viene confuso con Dylan Dog!
Voto 8

La grande illusione(n°131)
Storia sempre attuale sul potere dei media nel controllare l'opinione pubblica. Una tribù di pellerossa creduta estinta ritorna e diventa l'argomento del giorno attirando le simpatie di tutti, ma ovviamente non è tutto come sembra!
Non memorabile ma rimane una bella lettura.
Voto 7

Space shuttle(n°131bis)
Martin e Java vanno nello spazio! Credibile? Beh...se c'è andato Homer Simpson non vedo perché no!
Albo di ben 228 pagine che chiude il discorso lasciato aperto nei n°81-82-83 con il delfino parlante! Scorre veloce e funziona bene.
Voto 8

L'olandese volante(n°132)
Rivisitazione in chiave moderna del mito dell'olandese volante. Qui è un bombardiere della seconda guerra mondiale che dopo aver sganciato un ordigno nucleare si impegna, da fantasma, ad evitare un altro disastro atomico. Molto bello l'incipit e tutte le scene con il bombardiere fantasma!
Voto 8

Secondo me la doppia sui vampiri è stata un completo disastro.

Tanto per cominciare, ha errori di continuity grossi come il pianeta Giove.
Pur tirando in ballo il vampiro Hermann Strauss (il protagonista della classica Un vampiro a New York), dimentica che in MM i vampiri soffrono periodicamente di "crisi" durante le quali DEVONO uccidere. Invece i vampiri di questa doppia non soffrono mai di crisi, semplicemente alcuni vampiri uccidono perchè sono cattivi (quelli buoni invece non ammazzano mai).
Onestamente, mi sembra che gli autori/supervisori della Bonelli attuale siano tutti convinti che i lettori abbiano la memoria di un pesce rosso e non ricordino manco quello che è successo 30 pagine prime (figurarsi 30 anni fa!).
Beh, mi spiace deluderli, ma io ricordo benissimo tutto!

E comunque la storia è assurda e sconclusionata sotto ogni punto di vista. I vampiri vogliono distruggere il film perchè rivelerebbe la loro esistenza, ma poi agiscono come rinoceronti da un vetraio lasciando tracce ovunque. Ed è pazzesco che nonostante un cinema incendiato e non so quanti morti alle spalle la polizia li ignori come se niente fosse.

Mi spiace, ma credo proprio che sia arrivato per me il momento di abbandonare MM definitivamente.

Welà Cyber... da quanto tempo!
Per caso hai letto pure lo Speciale per un parere al volo?

Comunque, in generale, fatti sentire un po' più spesso anche per DD, Morgan, etc.
Ormai gli utenti del periodo pre-Recchioni sono come le mosche a pois su questo forum.
E se non compri gli albi, te mannamo noi le scans in pvt

Ecco, sulla continuity alzo le mani (ricordo la prima storia con Strauss ma i dettagli come quelli a cui fai riferimento no, li ho proprio rimossi), e su alcuni strafalcioni della sceneggiatura concordo appieno. Però la storia nel complesso ha i suoi pregi, per me. Diciamo che dopo i due numeri precedenti, entrambi pessimi, questa doppia in parte si salva, perlomeno a mio gusto. Vediamo come va nel prosieguo...

Ancora qualche storia vecchia....

Nea Heliopolis(n°133-134)
Inizia la trasferta italiana di Martin Mystère. Storia perciò molto importante anche per la continuity e per il rapporto con Diana che arriva a un altro punto fondamentale.
Martin si trasferisce a Firenze ma sarà Torino la prima città protagonista di questo bella storia sull'Egitto e i suoi misteri.
Voto 9

Catacombe(n°135-136)
Discreta storia con uomini in nero e Orloff. Abbastanza divertente e simpatica ma niente di più.
Voto 7

Il regno delle fate(n°137-138)
Ritornani Merlino e Morgana che tutto il mondo fatato. Da qui in poi credo di non aver più sopportato il ciclo di Merlino. Ho fatto fatica ad arrivare alla fine. Oggettivamente merita la sufficienza perché è scritta bene e disegnata più che bene dagli Esposito Bros. Ma il mio interesse per il ciclo in questione è ormai vicino allo zero.
Voto 6

I prigionieri del ciberspazio(n°139)
Buon albo, un filler e niente più ma gustoso.
Voto 7

Il ritorno di Jaspar(n°139bis)
Bel malloppone con il ritorno del bambino onnisciente ormai adolescente e in lotta contro l'anticristo! Fila che è una meraviglia e ovviamente nell'ottica del ciclo dedicato a Jaspar ha una certa importanza.
Voto 9

Domanda al volo: Storie da Altrove niente quest'anno?

Il mensile del mese comincia bene, spero che non si afflosci il mese successivo.

Salve Mysteriani!
Ho cominciato a leggere Martin Mystère grazie alla ristampa If Edizioni di recente pubblicazione. Purtroppo, dopo essere stato sedotto e ammaliato da un primo numero praticamente perfetto, sono stato subito respinto e successivamente cacciato a pedate dalla "casa dell'ammore Mystèriano" già dal secondo numero...
E questo non per via della narrazione Castelliana, un po' vecchiotta e stantia dal punto di vista tecnico (penso principalmente a didascalie e cambi di scena), ma assolutamente coinvolgente, fantasiosa e brillante dal punto di vista creativo e di intrattenimento.
Nè per via di una qualche incompatibilità con il mondo o con i personaggi, che mi hanno sempre affascinato tantissimo, trovandoci una grandissima sintonia con quello Dylaniano, che considero a tutti gli effetti lo stesso universo narrativo, diciamo però la sua controparte horrorifica.

Il problema è stato il comparto grafico... Dopo i disegni sublimi di quello che considero uno dei miei disegnatori italiani preferiti di sempre, Alessandrini, mi aspettavo non dico una qualità, ma perlomeno una direzione artistica simile, a livello di character design e di stile. Invece ci si ritrova davanti un disegno classicissimo, piatto, rigido, impostato e VEEECCHIO, aiutatemi a dire vecchio!
Purtroppo per me è impossibile leggere un'intera serie (benchè fatta di storie appassionanti e stimolanti) se il comparto grafico è così poco stimolante. Dei primi 14 numeri, oltre Alessandrini, mi sono piaciuti solo i fratelli Cassaro, che hanno un disegno molto dinamico e un'inchiostrazione sporca e accattivante. Per il resto, ammetto con dolore che mi è impossibile immergermi in queste atmosfere così mysteriose e intriganti, che Castelli riesce con grande abilità a costruire, se il disegno è così poco suggestivo.
Faccio il paragone con il nostro Dylan, uscito solo 6 anni dopo, e vedo un parco disegnatori FENOMENALE, composto da stili di disegno uno diverso dall'altro, tutti estremamente moderni, personali e con ispirazioni artistiche le più distanti una dall'altra: Stano che guarda a Schiele, Trigo che ci porta l'espressività e le atmosfere di Buenos Aires, M&G che ci portano il classico bianco e nero del fumetto horror statunitense, Roi con il suo stile gotico e sulfureo, e poi Dell'uomo, Piccatto, Casertano, Ambrosini, tutti scuola Bonelli (ma con grandissimi innesti di fumetto americano e linea chiara franco/belga) ma di una bravura e di un talento fuori scala. E il meglio doveva ancora venire! Il paragone è spiazzante.

Questo post un po' uno sfogo, perchè le storie mi piacevano molto, e ci ho provato davvero a farmi andare giù i disegni, ma niente da fare.
Un po' per chiedere a voi, quali sono i vostri disegnatori preferiti di Martin Mystere, e soprattutto, siccome non volevo rinunciare del tutto a leggere qualcosa degli anni d'oro del personaggio, quali sono i numeri che ha senso comprare a sè stanti, quindi comprensibili anche fuori dalla continuity, che abbiano disegnatori di livello (sicuramente Alessandrini, Cassaro bros, Casertano... chi altri poi?).
Grazie a chiunque abbia voglia di rispondere e di dare il suo parere!

Premesso che a me Ricci piace e adoro Bignotti, capisco bene che ci sia chi trova il loro stile (specie quello di Ricci)... datato, diciamo. Ed è un peccato, perché Bignotti è una presenza tutto sommato occasionale su MM, ma ha illustrato quella che per me è la miglior storia del personaggio (in teoria l'hai appena letta), mentre Ricci si vedrà ancora a lungo.

Detto questo, il comparto grafico di MM è secondo me pienamente all'altezza: oltre all'esordio di autori sublimi come Villa e Casertano, che sono eccelsi fin da subito, incontrerai a breve diversi disegnatori dal tratto decisamente moderno, tra cui l'arcinoto Freghieri, ma anche Henry (Enrico Bagnoli) e Alessandro Chiarolla, altre presenze costanti.

Insomma, si tratta di tener duro ancora un po' per vedere dei disegni pienamente all'altezza dei tuoi gusti. Faccio fatica a stilare un "best of" perché Castelli, nei suoi primi, boh, dieci anni di MM, non ha sbagliato un colpo, scrivendo storie che vanno dal più che buono in su. Per dire, degli albi successivi al 14, ti consiglierei il 15, il 16, il 17, il 18, il 19 (che sono storie fondamentali) e poi, se proprio vuoi fare selezione, tutte quelle disegnate da Villa, Casertano e naturalmente Alessandrini, ma anche quelle di Freghieri e Henry, quando arriveranno.

Se però salti le storie di Ricci ti perdi anche l'unica "sclaviana" (che è una bizzarria fuori personaggio, ma anche una lettura molto divertente).

Purtroppo, come detto, ho provato, ma Ricci e Bignotti li ho trovati davvero indigesti, e persino il grande Villa l'ho trovato incredibilmente incostante e acerbo.
Sicuramente Casertano non me lo perdo, poi ho visto arriverà più avanti gente che mi piace un sacco come Torti, Filippucci, Deidda, Siniscalchi... l'unica cosa che mi dispiace è che dovrò selezionare per qualità dei disegni e non delle storie. La guida di Solomon mi sarebbe stata molto d'aiuto...
la cosa che mi consola, invece, è che mi pare di capire che questa qualità è piuttosto alta per un bel pezzo, quindi anche andando a scegliere solo i disegnatori che mi piacciono, comunque dovrei cascare bene. Anche se i disegnatori che mi piacciono in effetti sono un pezzo in là!
Almeno gli speciali sono quasi tutti Alessandrini!

Villa è acerbo (e un po' "bignottiano") solo nella prima storia, già nella seconda diventa il Villa che tutti conosciamo. Tra l'altro, le storie che gli scriveva Castelli erano pura eccellenza.

Il prossimo numero della ristampa è Castelli e Alessandrini, non me lo perdo sicuro.

Recuperato dall'usato, ho letto Tunguska! (n°22-23-24) di Castelli e Casertano.
Bella storia, divertente e appassionante.
La narrazione a volte è un pelo datata e, se devo essere sincero, spesso si avvicina più ad una narrazione Bonelli classica vecchio stampo che a quella moderna/odierna. Fa sentire la sua età. Certe scene, specialmente quelle """romantiche""", oggi sarebbero -a ben vedere- irricevibili, e lo dice uno che detesta la woke culture e il politicamente corretto di oggi. Le didascalie a spiegare cose che già vedi messe in scena sono ridondanti e ti fanno sentire un po' un bimbo di quelli non proprio svegli (siamo lontanissimi dai livelli di complessità e maturità di un Dylan Dog, di un Napoleone o di un Ken Parker, per citare una pubblicazione precedente ma molto più moderna). Allo stesso tempo, ammetto che sono anche in un certo senso confortanti nel loro prenderti per mano.
Castelli riesce a evocare quel "sense of wonder" e quella genuina curiosità tipica del bambino e ad incuriosire allo stesso tempo l'adulto, senza mai farlo sentire preso in giro. Al peso di tutto, per me questa è una grandissima qualità.

Casertano stratosferico. Qua ancora molto debitore a Ambrosini, specialmente nell'inchiostrazione dove si vede tantissimo l'influenza di Carlo, con cui collaborò su Ken Parker. Come Ambrosini, anche Casertano ha avuto nel tempo un'evoluzione che lo ha portato ad allontanarsi molto dal suo stile degli esordi (in particolare durante la sua fase "grottesca" e "Magnusiana"), e che metterebbe in difficoltà il lettore che dovesse decidere quale stile sia meglio di un altro.
...

In generale, dando una sfogliata al blocco di numeri di Martin che ho preso dall'usato, ho notato che la qualità media dei disegni migliora molto, ma soprattutto si modernizza ben presto: meno figure intere, meno frontali, meno vignette "a la settimana enigmistica", più varietà di regia e di inquadrature. Alcuni disegnatori mi restano ancora indigeribili, ma per esempio ho notato che molti si "alessandrinizzano", cioè vanno a alleggerire e sintetizzare il tratto, per avvicinarsi a quello di alessandrini. Cosa, ricordo, sempre buona e giusta.

È tutto vero, non ricordo così bene la storia da sapere quali sono le scene a cui ti riferisci, ma ricordo, per esempio, l'iniziale caratterizzazione di Diana, che agli esordi della serie era una specie di macchietta. Poi, fortunatamente, Castelli l'ha messa a fuoco ed è riuscito a darle spessore (e, più avanti, Morales avrebbe fatto anche meglio). Rimane il fatto che io adoro la scrittura di Castelli anche perché era così affettuosamente didascalica, letteraria quasi; c'era molto testo nei suoi MM, ma era un testo scritto con gusto e mai fine a se stesso, che si leggeva volentieri e che contribuiva all'atmosfera "mysteriosa" che permeava gli albi. Quindi sì, si può senz'altro dire che le prime annate di MM risultano oggi invecchiate, ma a parer mio sono invecchiate bene; in altri termini, dimostrano la loro età e oggi appaiono magari poco "fresche", per così dire, ma al contempo mantengono una piacevolezza che a tante sceneggiature di oggi manca. Insomma, Castelli è un classico.