Oggi sul calendario è una data particolare...
... per ricollegarsi idealmente con lo spirito di chi (anche da poco) ha intrapreso altre forme di esistenza, ma ha il privilegio di esserci ancora sostanzialmente attraverso la propria più vivida creatività, grazie a cui mettersi in contatto con coloro che, oltre al ricordo, vogliono preservarne in prospettiva il moto perpetuo di infinite ispirazioni, sollecitazioni, contaminazioni...
al di là degli stagni, delle valli e dei monti...
Oggi era quasi normale, al di là del Tempo in cui scarsamente credevi (v. sopra, spoiler docet), che ne dedicassi un po' del mio per leggere questa storia e commentarla sinceramente al pari della altre, senza sconti o eulogismi, come se fossi sempre qui per noi, attraverso i tuoi contributi, non solo umani, artistici o professionali. Perché per riposarsi c'è sempre altro Tempo.
Grazie ancora Maestro.
I Supplizianti
Testi 7 1/2
Disegni 7Camagni promosso in linea di massima, sempre più ambrosiniano come dovuto, anche se alcune vignette (specie quelle finali dove tutto è destinato a disfarsi nel marasma (pp.185-90) sembrano un po' tirate. Molto bene nelle ombre ruvide del fronte bellico, come nei primi piani da filmone d'epoca. Grottescamente carini gli stramboidi Supplizianti.
Un Ambrosini meno dedito alla metafisica quantistica e più ai drammi storici a me sta più che bene. Alta qualità, wo-fi (
wonderful fidelity). Certo, per certi versi posso avvertire la mancanza del lato noir-indagine (v.
Napoleone) o Dylan sembra un semplice figurante/spettatore di contorno, da farla sembrare più una storia da
Le Storie, invischiata nella Storia con la majuscola... ma alla fine questo Conte più semplice e lineare del solito colpisce con classe ed offre una prova sopra la media del 90% degli autori attuali in scuderia dylaniata. Avercene... ce ne avremo?
Dialoghi senza fronzoli, pause riflessive/fotografiche corrette, ritmo che cattura senza sbalzi o dilungaggini. Stuzzicante il non-detto nei baloon tra il viscido Petrekke e lo stoico Anton prima dell'esecuzione (p.164); interessante la potenziale allusione a Groucho (p.167) come tramite (semidiabolico?) tra Dylan e la dimensione infernale dei Supplizianti, da cui il baffuto si fa anche accendere il sigaro nella massima disinvoltura (p.170).
Ottima l'atmosfera trasognata ma profondamente concreta, nella cruda realtà della Grande Guerra, in un imprecisato paese mitteleuropeo (Polonia?). Caratterizzazione dei personaggi che convince ed avvince, nel gioco delle parti tra intimità non dette e riscritture romanzesche. Ovviamente il personaggio più complesso è Erminia, tra i suoi sensi di colpa, il loop a cui è condannata in attesa di consolazione, il suo rituale espiatorio di ri-narrazione all'infinito, etc.
Senza parlare di pretese di originalità dovuta/assoluta, ho trovato alcuni punti di contatto due recenti storie da OB, nello specifico quella dello stesso Ambrosini dell'OB#10 (
Incubi Imperfetti) per via del romanzo incompiuto, e poi quella con Cagliostro (OB#18
Il Diavolo in Paradiso) dove il gatto fatato lazzarone divarica la storia in più epoche per cercare una forma risolutiva di "giustizia" felina.
Non ho capito se ci sia una qualche simbologia nel numero 14. Mi è sembrato comunque un tantino sbrigativo, se non alquanto semplicistico, il modo in cui si risolve tutto - col travestimento di Dylan, in pratica - agli occhi di Erminia, per illuderla d'aver salvato il soldato Anton... come ho trovato un po' fuori fase il tono leggerino delle 3 pagine finali.
Non mi ritrovo neanche sulla logica del girone pseudo-infernale in cui viene piombato Dylan tramite il gatto posseduto: perché Anton è esposto alle torture dei Supplizianti (da traditore fedifrago, convinto di esser anche traditore della patria, causando involontariamente la disfatta dei propri soldati) assieme a Mascia, se questa storicamente non aveva nessuna colpa - tranne aver "desiderato"/concupito l'uomo di una donna sposata??? Parlando di traditori, senza dubbio ad Erminia spettava una tripla dose di supplizi, avendo tradito di fatto in un colpo solo il proprio sangue (il padre), il cuore (suo marito) e la Polonia stessa nelle mani dei crucchi, per pura vendetta da faccende domestiche... mentre se ne sta all'infinito in camera di villeggiatura, tra letto e pennino.
Ma forse si tratta soltanto di projezioni romanzate di Erminia... ed è giusto che rimangano dei dubbi su cosa sia realmente successo un secolo fa, tra livelli di finzione e riscrittura personale. Fa parte della magia "felina" dell'autore, tra l'altro.
Ed è pertanto rigorosamente naturale che, primeggiando, a storie come questa non [cit. pp 167 e 193] "
sia consentito svanire nell'indistinto " perché "
c'è un altrove che ci chiama... che ci attende indecifrabile come i pensieri dietro gli occhi di un gatto".