Cravenroad7

ho riletto questa storia recentemente, non è affatto male anche se un po' scontata in certi punti: la ragazza che fa il doppio gioco, la finaccia dell'antipatico ispettore cui piacciono gli scontri a fuoco e poi chiede pietà (ciò che ho sempre odiato in dylan è questa sorta di finali "edificanti" e forzati).
Ma soprattutto, rileggendo la seconda pagina ho riletto che è una storia del '99, e considerati i tempi reali molto poco rispettati nella trama (Bloch che lavora da 30 anni, ma già nel 1986 aveva sembra essere nella polizia da quasi un quarantennio e in attesa di pensione), sarebbe quasi ora che il "piccolo" nuovo Mord salti fuori a fare onore al nome del padre.
Sui tempi, credo di essermi già espresso, avrei preferito che la scelta editoriale della Bonelli fosse simile a quella di Tex, pubblicata da un cinquantennio, eppure fermo alla metà del XIX secolo, anche Dylan dovrebbe essere eternamente sospeso nei mitici anni a cavallo tra 80 e 90, ma si è scelto altrimenti e quindi ci troviamo un dylan che negli anni 80 aveva a che fare con la thacher, ora con obama e un domani chissà.

Un albo tutt'altro che cattivo: ordinaria amministrazione, solo della serie sbagliata.
Dylan è in-character - il genere no.
Di Vincenzo ottimo.

Fino ad ora è la storia più brutta di Ruju che ho letto, forse più adatta a Nick Raider ma non c'entra niente con DyD. Disegni normali, Di Vincenzo non è Brindisi.

Storia 5
Disegni 6,5

Crime-Story, Noir, Polar, Giallo tutte definizioni che ruotano intorno ad una galassia narrativa ben precisa, la domanda che ci assale fin dalle prime pagine è cosa c’entri l’horror in questo contesto, non che ritenga i due mondi inconciliabili ma di sicuro bisogna avere delle ottime capacità di scrittura per farli funzionare insieme, per fare in modo che un racconto che chiaramente rientra in un genere preciso venga contaminato con successo da un altro.
Chiedersi se Ruju con Nato per uccidere sia riuscito nell’impresa risulta quasi superfluo, la risposta è ovvia...assolutamente no.
Non ho letto tutta la produzione Rujana su Dylan e non faccio parte del partito che vorrebbe l’autore bruciato in pubblica piazza, anzi molte delle sue storie le ho apprezzate, bisogna però dire che in questa occasione siamo ai limiti del pubblicabile, forse anche un tantino oltre.
In parte questo tipo di atmosfere si erano già viste nel precedente Hook l’implacabile (altra storia a mio avviso deludente) ma questa volta si rompono completamente gli argini del mondo dylaniato e dell’essenza del personaggio per presentare una storia che per quanto uno si sforzi non ha ragione di esistere nel contesto della saga.
Nato per uccidere fallisce su tutta la linea, non è una storia di Dylan, non è un horror ma sopratutto è un poliziesco con velleità pulp scritto con i piedi, si cita persino Tarantino e non si capisce a che proposito, Ruju riesce nell’impresa di non azzeccare un personaggio che sia uno, non va oltre un racconto banale e prevedibile persino in quello che dovrebbe essere un finale ricco di colpi di scena, Mr. Number è una macchietta buttata lì per necessità ma senza convinzione, l’antagonista di Bloch è un esaltato che non lascia traccia, la coppia alla Bonnie & Clyde ha lo spessore della carta velina, la giovane agente con super memoria è una donna del mese talmente evanescente che uno se la dimentica un secondo dopo aver chiuso l’albo.
Tra quelle che ho letto la peggiore storia di Ruju e senza dubbio uno delle peggiori dell’intera serie...Di Vincenzo vittima anche lui di una disfatta totale.
Voto: 4

Grande omaggio di Pasquale Ruju a "Natural Born Killers". Chi ama Oliver Stone non può che ringraziare l'autore sardo. Bella la copertina di Stano e ottimi i disegni tra action movie e thriller di Di Vincenzo.

Qualcuno scrive che la storia è più da Nick Raider che da Dylan Dog. C'è l'elemento sovrannaturale, Number, e ci sono scene di uccisioni brutali che fanno sconfinare il classico thriller con l'horror.

La storia è ironica e cinica al tempo stesso. Una delle migliori di Ruju. Il colpo di scena finale può essere considerata una "rujunata", ma alla fine funziona.

Diciamo che è una storia alla BLOCH, forse vero protagonista, qui alla pari con Dylan. Uno stile pulp che negli anni successivi si è un po' perso. Ma forse sta tornando...

nato per uccidere
questa è un pò meglio di "hook l'implacabile", ma non mi piace comunque, disegni di di vincenzo buoni, sprecati, storia mediocre
interessante l'inizio con la casa piena di cadaveri imbustati, e apprezzabile l'ironia finale su tarantino, non è una storia scritta male
e il problema non è nemmeno il genere, natural born killers è un film "dylaniano"... il problema è che è una rujata
sembra una storia scritta per il personaggio sbagliato, senza infamia e senza lode, condita in extremis dall'elemento soprannaturale (il pupazzo del contabile)
da salvare la bella copertina

voto 5+

Bello questo numero di Dylan Seagal...
Continua la deriva verso lo squallore del post 150, storia disegnata molto male, troppo action, ma che riesce comunque ad intrattenere ed offre uno dei pochissimi veri colpi di scena della serie... Gradevole il finale... Ruju poche idee, ma ben congegnate
Tutto sommato albo sufficiente, voto 6.5

Un albo che con Dylan c'entra poco e niente, con quel poco, mister Number, che non convince completamente.
E dire che inizia molto bene: bellissima la strage di poliziotti da pag. 10 e interessante il modus operandi crudele e spietato dei due assassini.
I due mord sono ben caratterizzati salvo perdersi nella bidimensionalità man mano che scorrono le pagine
Il proseguo è un po' banalotto (l'ispettore ambizioso ma senza scrupoli che si oppone a bloch e che farà una brutta fine) se non ridicolo (amy che da casa sua commette un data breach con due pigiate di tastiera e il PC fa pure beep..) e noioso (la supercazzola dei titoli al portatore)
Il finale è scontatissimo e prevedibile e non fa fare particolari sussulti, nemmeno con la morte scontata di Chris e il salvataggio di Ginger
Salvo i morti ammazzati e poco altro
Per me vale la sufficienza stirata, un 6--

Poliziesco alla Ruju che sinceramente non è quello che ci si aspetta da Dylan Dog.
Leggibile ma è un prodotto mediocre

5.5