Per il momento la storia di Enna non mi ha entusiasmata.
Sembrerebbe un pregio ciò che sto per dire, perché questa è una storia molto classica, ma io sono andata ormai oltre questo "classicismo" e non mi ci ritrovo più.
Ovvero: "le storie "vecchie" erano migliori delle attuali".
In parte questo è vero, in parte no e cercherò di spiegare il perché.
Per fare un parallelismo, è un po' come il non riuscire a vedere un film di vent'anni fa, perché ormai ho superato quell'ingenuità che me lo avrebbe fatto apprezzare all'epoca.
Lo guardo e penso "eh sì, vabbè, ciao"
Questa storia di Enna
SPOILER
col quel fungo di Tin Tin che si rivela essere davvero il virus del Covid, come avevo interpretato, mi ha ricordato terribilmente una storia che avrei letto volentieri da ragazzina.
Ma non adesso, non oggi, non da adulta.
Stesso discorso per i disegni pulitissimi, ma troppo, troppo lineari, troppo statici e anodini.
E cosa ancora peggiore, uno sciorinamento di dialoghi talmente classici e scontati, da rappresentare un ideale vademecum del genere in questione.
I soldati, per dire.
Sempre e infallibilmente le stesse frasi di circostanza: il punto di estrazione, la possibilità di averlo perduto, le esclamazioni durante l'agguato, il tempio maledetto dietro 4 roccette.
Talmente scontato, talmente abusato, che si conoscono ormai a memoria le battute o si possono facilmente anticipare gli eventi.
Seriamente, di nuovo gli occhi da tenere aperti e le palpebre da sbattere? Cos'è un'epidemia quest'idea delle palpebre?
Ora che mi rileggo, però, tutto ciò che dico sembra bocciare senza appello la prima storia, però mi dispiace in fondo, perché riconosco una verità: sono io ad aver visto e letto troppo, troppo di tutto per apprezzarla senza pregiudizi.
E perché sono anche una scassaballe.
Voto 6 e1/2 perché in fondo è colpa mia