Prosegue la serie, dopo la Barbato, di letture estive-buone-ma-vabbeh... nel senso che ho apprezzato parecchio questo promettente esordio di
La Rosa, a cui auguro di affinare diverse cose col tempo, ma alla fine credo non sia all'altezza dell'
esordio di Vanzella. E qualche rimpianto rimane, perché la capacità di scrittura si nota, ma la scarsezza d'idee temo la faccia da padrone quando bisogna quagliare qualcosa in senso dylaniato. Anche lo scopiazzamento ispirato dal libro non ajuta molto: una cosa è trarre libera ispirazione, una cosa quasi copincollare in modo meccanico, spoilerando di brutto già negli editoriali tra l'altro
Comunque alla fine
ho votato di manica extralarge un ammanicatissimo
buono/7 d'incoraggiamento fiducevole, perché nel complesso i pregi di un esordiente di questo calibro prevalgono (per ora) sui difetti, considerato quanto propongono nella media mezze tacche stra-rodate quali Simeoni e Contu da diverso tempo.
☉ S ☉ P ☉ O ☉ I ☉ L ☉ E ☉ R ☉ Copertina molto bella nella realizzazione, anche se non so per quale motivo mi ricorda più uno Zagor che un DD, e per la scelta cromatica è difficile distinguere i due soli dal cielo in sé
Disegni di
Saudelli in buona parte passabili, ma non credo fosse l'autore ideale per questo genere di storia prevalentemente in esterna ed in stile "adventure". In alcuni casi può ricordare anche Alessandrini, ed allora il paragone con un albo di
Martin Mystère ci sta ancora di più. Tavole della catastrofe finale molto tirate via.
Top le due pagine di feticismo dedicate ai piedi di Faustine (pp.71-72)
Flop la supermacchina da fantabaracconata (e le scene delle sue convulsioni/spaccamento) che ricordano un fu(l)metto per infanti degli anni '60 al massimo... o qualche MM parodico, appunto.
La storia in sé all'inizio, come atmosfera, mi aveva fatto pensare al nonsense ludico ed estraniante dell
' Isola di Yd, ma non si attesta a quei livelli e vuole andare a parare verso altro - drammone familiare da mad-doc padre utopista, in questo caso.
Parte bene, intriga, confonde, spiaggia nello stordimento e sovrappone visioni a dovere. Non mi sono pesate troppo le mumbleggiate obbligatorie di Dylan castaway, ed il ritmo scivola bellamente per una piacevole lettura, movimentando le situazioni, senza chissà quali pretese, alquanto lineari nella semplice struttura... forse pure troppo
.
I due problemi principali, che penalizzano la valenza dei testi secondo me, sono
l'effetto loop che si viene a creare nel corpo della storia, che ad un certo punto stona di ridondanza plurima, se non di riempitivo insistentemente ingombrante: vediamo per ben
3 volte sceneggiata (pp. 23-29; 57-61; 71-83), con pochissime variazioni sulle tavole/ologrammi proiettati, la medesima morte di Roald da suicida disperato con pargolo a tracollo, compreso il tracollo dalla scogliera, e lo psico-tracollo di Faustine, alla canna del revolver...
... l'altro problema è la
faciloneria da d-movie - per arrivare alla "b" bisogna faticare, eh
- che ruota attorno
megafantamacchinario squadrato che, complice la banalità di Saudelli nel ritrarlo, fa pensare davvero ad una pellicola per infanti di oltre mezzo secolo fa... resettabile con qualche bastonata e due fori di Bodeo. Davvero, un modo parecchio scadente per rovinare delle premesse interessanti, come in parte nuoce all'appeal complessivo l'altro fattore di mediocrità narrativa, che è quello di relegare a delle semplici
radiazioni nocive il motivo cardine della tragica assenza di vita sull'isola - come dello stordimento/spegnimento progressivo di Dylan, sotto allucinazioni.
Troppo smielate le ultimissime pagine, forzoso il cameo di Madama La Morte, inutile Wells, buono invece l'inserimento di Groucho nella trasferta scozzese... ma come sempre la geografia per alcuni autori è un locus mentale imprecisato o banalizzante, perché l'unica reale
Sandhaven in UK è molto più a Sud della Scozia, mentre una immaginaria era stata (con una "e" idilliaca in più) già menzionata in un
OB di poco tempo fa.
Ci sono
le solite forzature di stampo logico che a voler esser onesti dovrebbero farmi abbassare il voto di almeno una cifra... ma per ora soprassiedo, parlando di nuove leve. Giusto per dire: le varie lenti-telecamere-proiettori presenti sull'isola, non sono di certo così potenti da
proiettare il panfilo di Faustine a decine di metri dalla riva in pieno mare (p.10, causando l'incidente iniziale del malcapitato Kinnell), mentre possono proiettarne l'immagine solo a contatto DALL'ISOLA stessa, come quando Dylan lo rivede una volta naufragatoci sopra a p.55 e 71.
Poi tutto il concetto dell'
isola totalmente ignota alle mappe fa più acqua attorno a sé del poli-arcipelago indonesiano, lasciando perdere la cronofessata (nel 2023?) del satellitare-questo-sconociuto: non solo l'isola esiste di fatto materialmente, ma è subito rinvenuta con estrema facilità dallo stesso Kinnell+Dylan alla prima gita utile, ci hanno costruito sopra un palazzone troneggiante ignoto solo ai conniventi dei condoni edilizi, e per Groucho sbarcarci con due coordinate radio incrociate è più semplice che trovare i faraglioni di Capri girandoci attorno
.
Forse Roald era un pezzaccio grosso multimiliardario dei servizi segretissimi che godeva di diverse complicità per occultare ufficialmente la base dei suoi esperimenti? Nel dubbio tenetevi lontani dall'uranio, anche se per quest'estate non vi aggirate su isolotti tipo Mururoa. Basta il calor bianco allucinogeno da fusione nucleare di questi giorni afosi, con 45° all'ombra, per vedere cose che noi umani non dovremmo vedere, come specie diversamente climatizzata