Cravenroad7

IL MAGAZINE DI DYLAN DOG CAMBIA PELLE, PER TRASFORMARSI NELL’ENCICLOPEDIA DELLA PAURA!






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Per rendere il topic più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

Ennesima riproposizione dell’almanacco.
Il formato è un po’ alla zio tibia cioè racconto , poi dossier , racconto ,poi dossier e mi piace questa impostazione.
La cosa negativa è che hanno ridotto ad uno le proposte film , libri ,serie tv, preferivo un po’ più suggerimenti dell’annata passata , che erano sempre una fonte di curiosità a vederli.
Storie brevi direi promosse tutte e tre , grazie anche a disegnatori storici e iconici della testata.
Fantasmi è un tema ricorrente recentemente giusto un paio di mesi fa c’era un fantasma che chiedeva di scoprire il suo assassino. Qui l’atmosfera è simile ma ridotta di pagine e quindi si evita di scrivere incongruenze , semplificando, a volte è un bene.
MITO , inizio interessante , svolgimento un po’ semplice , e un personaggio che potrebbe entrare come nuovo cattivo nel rooster , ormai datato e privo di new entry da tempo.
SIRENA , anche qui inizio molto interessante , dylan dog più misterioso e intrigante del solito , (non il bamboccione che si sorprende di ogni cosa degli ultimi dieci anni) , e anche qui un comprimario che potrebbe entrare nel rooster di nuovi personaggi.

Copertina de Tommaso è un ottimo acquisto.
Enciclopedia promossa , ma si può migliorare
Ovviamente la cosa più negativa è il prezzo , ormai ha raggiunto vette alte , però non ci ho rinunciato.

il link alla recensione:
https://www.youtube.com/watch?v=6VPdUkLCbWU

Rispetto al vecchio Magazine, l'unica miglioria è il restyling della copertina, che riprende la grafica dei primi tre Almanacchi ed è disegnata da De Tommaso, che negli ultimi anni come copertinista (Morgan Lost) si è dimostrato più a fuoco di Brindisi (DYD Collezione Storica a colori e DYD Magazine).

Per il resto, questa Enciclopedia ha un prezzo più alto (€ 8.90 contro € 8.50 del Magazine), meno pagine complessive (160 contro 176) e meno pagine di fumetti (96 contro 126).

Le rubriche, per i pochi che le leggono, sono le stesse dei vecchi Magazine: stessi autori, stesso taglio, veste grafica molto simile. Continuo a chiedermi perché la Bonelli non le sostituisce con notizie e approfondimenti su Dylan e/o interviste agli autori: il costo di produzione penso che sarebbe uguale e la difficoltà di scriverle forse sarebbe anche minore.

Le storie sono tre da 32 pagine ciascuna. Per i tanti che si limitano a leggere quelle e tralasciano le rubriche, questa Enciclopedia è sostanzialmente un Color Fest senza i colori e che costa 2 euro in più.

Se non altro, in questo caso le tre storie sono gradevoli e ben disegnate.
Russo si lascia leggere, anche se dopo le sue precedenti prove sull'Oldboy mi aspettavo qualcosa in più.
La Simeone sembra in perfetta linea col vecchio/nuovo Dylan della Baraldi, complice il darkissimo Mari.
Sicchio si conferma molto promettente e la sua breve è la migliore del trio, anche grazie ad un Roi stranamente meno svogliato del solito.

finchè acquistate questi albi inutili, si sentiranno autorizzati a farne ancora....se non vendono, smetteranno di ingolfare il mercato con sta roba

Votato "Accettabile", ma in realtà il mio voto sarebbe un po' più alto... ma "Buono" è un po' troppo.
Sono contentissimo che abbiano ripristinato l'Enciclopedia unendola all'Almanacco e al Magazine... le rubriche, non tutte meritano, anche se apprezzo il lavoro.
Le prime due storie sono sufficienti, diciamo che la pèrima è un po' scontata... la seconda meriterebbe più spazio... mentre invece quella disegnata da Roi mi è piaciuta tantissimo, credo che moltodelmerito vada anche al soggetto di Sicchio che già mi era piaciuto sul Color Fest... chissà se in futuro avrà più spazio su Dyd.
Comunque, bentornata Enciclopedia.

Ma come "bentornata Enciclopedia"? È la stessa pubblicazione di sempre in pratica, con 3 storie brevi anziché 1 o 2, con una spolverata di vintage. Tolto l'effetto nostalgia di copertina e frontespizio interno, cambia poco, mentre quasi 9 ore cominciano ad essere tanti.

Molto apprezzata la terza storia, abbastanza standard ma comunque piacevole la prima. Bene anche la seconda. Nel complesso 3 brevi tutte e 3 promosse. Le rubriche iniziali sono le solite. Poi la "novità" dell'introduzione di una rubrica tematica che riprende il tema della storia. Si vede per la prima volta il contributo (misero) di Lanzoni. Copertina bellissima, come il buon De Tommaso ci ha abituato con ML

Almanacco che si lascia leggere senza far gridare al miracolo. Sia per quanto riguarda le storie (la terza è quella che mi è piaciuta di più) che per le rubriche. Bene che queste si siano concentrate su tre temi, ma forse il livello di approfondimento poteva essere maggiore.

Veramente ottima invece la copertina di De Tommaso, accompagnata dal gradito ritorno della grafica dei primi almanacchi.
Votato 6.

... tutta colpa del caro benzina, delle derrate di grano ucraino, del mancato rinnovo di Lukaku... e di questi albi (che come dice sempre la SBE) costano comunque meno di una pizza

Non entro nelle tasche degli altri, però sinceramente il prezzo comincia ad esser un po' sproporzionato rispetto al prodotto... anche perché la qualità della carta non è di certo quella degli Almanacchi di 20 anni fa, e le rubriche stentano sempre più ad avere un senso. Secondo me dovrebbero più approfondire le uscite dell'anno a tutto tondo (perché di film, fumetti, libri e videogiochi ce ne sono eccome, non necessariamente tradotti/doppiati)... e lasciar perdere - in tempi di Wiki poi - i mini-dossier tanto gli argomenti ormai sono esauriti (v. ritorno sui fantasmi, dopo la bellissima guida ai cacciatori di spettri nell'Almanacco 1992, etc).

Quanto alla storie, direi abbastanza gradevoli in linea di massima, a parte la terza che vale molto più del resto:



__S__P__O__I__L__E__R__

Ombre e nebbie

Testi 6
Disegni 8

Siniscalchi al bacio melò: Ilia ricorda tante attrici varie ed eventuali, il marito Riccardo Garrone.
Russo allunga una diatriba inter-familiare con la storia di un fantasma che vuole rimanere tale... per fare la gatta ari-morta smanceriosa e svenevolmente evanescente col latin lover Dylan. Si poteva fare di meglio, diciamo, soprattutto nella colluttazione finale abbastanza penosa.

Anime di pietra

Testi 6 1/2
Disegni 7

Più snella ed stimolante delle precedente, anche se non molto meglio alla fine dei conti.
Mari fa il suo dovere o poco più, mentre la Simeoni abbozza temi femmino-revanchisti senza farli pesare, al margine del mito. Anche qua la colluttazione finale è goffamente ridicola, con la Gorgone da settimane(mesi?) prigioniera, che riesce a spezzare la corda dai polsi proprio quando Dylan si trova un pajo di coltellate nella panza...

Il Cacciatore

Testi 8 -
Disegni 9

Roi sugli scudi, quasi da livello UT; un gran bel vedere, nel gestire le ombre, gli interni, la pioggia, ed il fascino di Ophelia-alias-Mina (o Patti Pravo? )

Dylan scazzoso ed insidioso, non urta ma colpisce nel segno con quella certa indisponenza da sbirro saccente. I suoi scambi à la Polanski con la tizia, immersi in quella atmosfera tra seduzione ed avversione, sono il nocciolo pulsante della storia. Il tema dei gastronomi filosofi mi aveva fatto pensare ad un parallelo con questo film (che consiglio, nel bene&male ) ... per quanto in realtà sembra solo lo spunto iniziale, perché tutto poi prende una piega più delicata sui rapporti umani di una rampolla incompresa ed il mito di se stessa che vorrebbe costruire, con carisma aggiunto magicamente di boccone in boccone.
Ecco, il mito: Sicchio, dopo la Gorgone della Simeoni, qua ci propone oltre alle sirene pure Orione sulla cui mitografia esistono dozzine di versioni discordanti... ma nessuna che io sappia parla del fatto che potesse esaudire dei desideri o trasformare la gente. Muah

Unica nota stonata, unico boccone insipido? Una porzione di filetto di "unicorno" (p.142) la suggerirei a chi ha dato un titolo così piatto e banale ad una storia che meritava ben altro impiattamento.

C'è anche un riprendere alla mano le "Enciclopedie" allegate agli Speciali.
A me il "Magazine" piaceva parecchio e non ho mai retto le impaginazioni degli "Almanacchi" dal '94 in su... comunque, se non pè gradito, diciamo "Maltornata"

Una sola attrice: la Schneider dell'omonimo film con Mastroianni... il marito invece di Garrone mi ha fatto pensare a Bela Lugosi! Domani vado dall'oculista, oggi no perché lavoro!

Più che dall'oculista dovresti passare dall'archivio dell'anagrafe.

Il marito aka Garrone è il baffetto crepato di p. 36.
Il fratellastro omicida è quello a cui ti riferisci tu

Ma pensa te se mi tocca leggere Dylan che ci prova con una a cena stile primo appuntamento, dal cuoco suo "caro vecchio amico" (?) che serve ai ricconi annoiati pietanze ridicole tipo la zuppa di sirene e lo spezzatino di unicorni... E la cosa bella poi è che non succede assolutamente nulla! Ecco solo questo ci mancava, del materiale per la Gialappa's

Delle rubriche salvo M come Mito, per il resto lasciamo perdere; Lo sappiamo ormai che i film e le serie su Resident Evil sono tutte cagate, e invece quando si passa a cose più interessanti tipo la serie di Sandman, si finisce a parlare del sesso degli angeli, o di quanto sarebbe stato meglio se a interpretare la morte fosse stata una attrice bianca... Ma vaf

Fabrizio De Tommaso realizza una bella copertina, ma le tre storie sono discreti esercizi di stile.

“Ombre e nebbie” di Alessandro Russo e Luigi Siniscalchi è forse la migliore, con una storia d’amore impossibile, anche se pensavo a un colpo di scena maggiore, tipo che Ilia non era realmente morta. Ottimo ritorno di Madame Trelkovski.

“Anime di pietra” è piuttosto piatta, protagonista femminile esclusa. Nicola Mari è in forma e Sveva Simeone fa un lavoretto gradevole ma senza infamia e senza lode.

“Il cacciatore” non l’ho proprio capita. Dialoghi banali. Lo chef non inquieta, nonostante le tavole di Corrado Roi (un po’ deludente, Ophelia non si capisce se sta usando un grande cucchiaio o direttamente il piatto). Dario Sicchio deve lavorare parecchio sul personaggio Dylan Dog.

I servizi buoni, tranne libri, serie e film dell’anno: davvero poca cosa. Meglio il vecchio Magazine (o l’Almanacco)