Cravenroad7

Quoto. E pensare che rischiamo di avere la prima delle due come nuova curatrice...


Non condivido. Secondo me la Barbato ha avuto un tracollo da quando ha abbandonato il thriller psicologico, genere a lei più congeniale, per passare quasi solo a horror con preponderanza di elementi soprannaturali oppure a storie incentrate sulla tortura psicofisica di Dylan. Aveva iniziato questa deriva già da prima della gestione Recchioni (vedi storie come La lunga notte, Il giardino delle illusioni o Anime prigioniere).

ALLARME PARIRO IN ARRIVO

Capisco il discorso di rimatt ma mi trovo vicino al pensiero di goblin.
Non voglio bombe H o cavolate affini, ma in teoria (poi sappiamo che le cose sono un po' diverse) è stata creata (o riciclata se vogliamo) una testata apposita per le storie classiche, quindi se Barbato o chi per lei vuole cimentarsi in quello stile ha dove farlo.
La regolare per essere efficace ha bisogno di una marcia in più a mio avviso. Ora di roba da scrivere ce n'è fino al 22° secolo, di questo abbiamo già ampiamente discusso. Servono gli autori, una direzione (cura) precisa ed efficiente, cosa che per 1000 ragioni è mancata in questi anni e un approccio alla narrazione che si amalgami nel migliore dei modi al contesto odierno (per evitare da un lato di avere storie clone sulle due testate e dall'altro per scongiurare anacronismi o riscritture alla bell'e meglio).
L'idea delle "saghe' (o cicli) per me non è d buttare, intesa ovvimente come composta da numeri autoconclusivi ma innestati in una narrazione più ampia, legata da un denominatore comune (e da un solo sceneggiatore), il 666 è stato gestito male ma l'idea per me resta valida.

L'alternativa è che Dyd diventi Tex, ancorato saldamente al suo background di partenza (anni 80/90 cliente del mese ecc...), quindi l'oldboy diventa la regolare e i cicli saghe salcazzo finiscano su una testata parallela in stile Oldboy (Dylan 2000?) e con albi da due storie che renderebbero la cadenza di una saga spalmata su 6 albi (per dire) sopportabile, diversamente dal PdM (sempre per dire eh).

Sarebbe comunque un lavoro mostruoso (dovresti buttare via centinaia di sceneggiature e addirittura SCRIVERNE DI NUOVE APPOSTA!!!), ma non vedo un'alternativa valida. L'unica altra possibilità è non fare niente...

(mi sa che ho sbagliato metà dei congiuntivi, perdonatemi)


V

Quando parlo di fare scelte coraggiose e di rottura, non intendo le rivoluzioni di cartapesta che abbiamo visto nell'ultimo periodo. Non intendo nemmeno cambiamenti di facciata, tanto per far parlare di sé, tipo Dylan che si compra la Lamborghini o Groucho che cambia sesso. Dico piuttosto di lasciare mano libera agli autori, permettergli di fare proprio il personaggio a costo di osare e sperimentare in modi che potrebbero lasciare spaesati i lettori. Come hanno fatto, in modi molto diversi tra loro, Bilotta, Medda e Ambrosini. Comunque, alla fine, l'unico vero metro di valutazione sarà la qualità delle storie proposte.

Qui le nostre opinioni divergono, perché okay La lunga notte, che è quel che è, ma per me Il giardino delle illusioni e Anime prigioniere sono due Barbato doc, di gran lunga superiori a tutto quello che Paola ha scritto nell'era Recchioni.

Se quello è un papiro, Valla, non saprei come definire posti di altri utenti

Concordo con Rimatt. La Barbato ė sempre stata una delle mie autrici preferite, subito dopo Sclavi e chiaverotti secondo me è l'autore più importante della testata. Nell'ultimo periodo pre-recchioni aveva raggiunto una grande maturità artistica, magari con meno guizzi rispetto agli esordi, ma con una scrittura molto più piacevole. Dall'arrivo di recchioni è totalmente irriconoscibile, al dilà della qualità, è proprio un modo di scrivere differente che a me non piace per niente, tant'è che ultimanente salto direttamente le sue storie.
La verità è che non sapremo mai se si tratta di un calo artistico, una perdita di ispirazione o un cambio "forzato" dalla nuova gestione, ma anch'io mi sono fatto un'idea a riguardo.
Tra l'altro per me la lunga notte, il giardino delle illusioni e anine prigioniere aono ottime storie

Edit: la lunga notte l'avevo confusa con una altra storia, in verità non me la ricordo per niente... le altre due però sono più che ottime.
In verità fino alla meteora mi è piaciuto quasi tutto della barbato (tranne scivoloni rarissimi ma fragorosi come "il crollo" o come quello speciale sull'isola degli uccelli) fino al culmine de "la caduta degli dei", ultima grande storia della B.
Da lì in poi, irriconoscibile...

Doppietta



Prossimo

La copertininina del numero 100!!!!

Io vedrei bene Marco Nucci aka il nostro Joe Montero.
Sta scrivendo bellissime cose e conosce bene la Bonelli e sopratutto Dylan Dog.

Bellissima copertina, peccato per l'orribile triangolino giallo.

Evabbuò, stavolta mi tocca:
https://www.sergiobonelli.it/in-evidenza/2023/04/28/news/barbara-baraldi-e-la-nuova-curatrice-di-dylan-dog-1023043/

Ambasciator, non portapenne.


V

O ambasciator, ella non porta pene!



Mai piaciuto l'approccio di Baraldi al personaggio e mai letto una storia, personalmente, del tutto soddisfacente. Pur tuttavia, come già scrivevo in commento a qualche suo albo recente, ha il plauso di essere una dei pochi autori capaci di personalizzare Dylan. Se teniamo poi conto che né Bilotta né Ambrosini saranno mai curatori, rimane forse, paradossalmente, la scelta più azzeccata.

Comunque raramente ho avuto così poca voglia di leggere Dylan Dog

Ennesima scelta a pene di segugio, non mi esprimo oltre altrimenti mi dovrei autobannare.

ho letto l’annuncio.
l’intento di riportare l’orrore in primo piano ok.
un po’ meno trovo puntare sull’onirico , io spero si punti anche sull’horror reale , sanguigno , coi piedi per terra.

poi auguro un in bocca al lupo per il lavoro.
sapendo anche che legge il forum che ci ha letto , e se troverà ancora il tempo.

Recchioni ha buttato via un’occasione , aveva carta bianca , ha sottovalutato l’impegno,
troppe distrazioni per un lavoro che doveva essere full immersion.

sono sicuro che Barbara Baraldi sarà più sul pezzo e attenta.

La peggiore scelta possibile.
Avrei preferito persino un ritorno di Gualdoni, per dire. O una gestione affidata a Faraci o a Marzano.
Del resto, sono felice per RRobe, che presto verrà rimpianto anche dal più feroce dei suoi detrattori.

Ora ci verrà detto che siamo i soliti disfattisti e che critichiamo a prescindere. Ma come si fa ad avere buone aspettative davanti ad un'autrice che non ha azzeccato nemmeno una storia per sbaglio e che a cinquant'anni suonati scrive come una bimbaminkia emo sotto barbiturici?