wolkoff ha scritto:
Nel senso che non "vende" una mazza: un formato pressoché nullo fattivamente, moooooooolto peggio degli ebook che a confronto sono un boom economico. Vale anche per i manga, anzi, soprattutto per quelli: le edizioni digitali servono prevalentemente ad alimentare lo scrocco piratesco (v. portali di scans) che però ha un buon
controeffetto positivo sul cartaceo, spesso semi-immediato: e cioè può incuriosire il lettore e portarlo proprio in libreria/fumetteria a toccare con mano ciò che lo sta appassionando... per possederlo
Questo è parzialmente vero, ma non necessariamente vero.
In generale (non solo fuemtto), se il sistema per fruire un prodotto digitale a pagamento è di gran lunga più immediato rispetto a fruire lo stesso prodotto in maniera illegale, i benefici supereranno le perdite.
Ovviamente la faccenda si declina in maniera differente a seconda degli àmbiti.
Spotify (ed epigoni) hanno letteralmente ammazzato gli mp3 pirata - trovare dischi recenti in mp3 non sempre è così facile, mentre dieci anni fa c'era letteralmente tutto.
Netflix (ed epigoni) hanno reso estremamente facile la condivisione pirata di film e serie tv in una buona qualità e si trova addirittura più di prima. Nonostante questo, l'evidenza dimostra che il sistema funziona e i benefici superano le perdite, vista la proliferazione di piattaforme in anni recenti. E anche il recente giro di vite sulle password è legato a un altro fattore. Questo dimostra che la gente vuole sedersi sul divano e vedersi un film, non perdere mezzora a cercare i file video, i sottotitoli e poi aspettare magari due ore che si scarichi. La gente paga la comodità (senza sostanzialmente rendersene conto, il più delle volte), oltre che la possibilità di accedere al prodotto letteralmente da qualsiasi posto.
In ambito fumettistico è sicuramente un po' diverso. Leggere un fumetto sul telefono non è così facile come può sembrare. Dipende ovviamente dal fumetto ed è un dato di fatto che, oramai, molte produzioni orientali sono pensate per essere viste su uno schermo di piccole dimensioni. Ma teniamo conto che le riviste manga, in Giappone, sono sempre state concepite usa-e-getta, tipo quotidiano, mai una fonte di guadagno. Vanno in pareggio con le pubblicità. Vendere meno riviste significa anche avere meno spese di stampa e distribuzione, non solo meno introiti (che poi andrebbe capito quanto costano gli abbonamenti digitali, quanto rendono le pubblicità e via dicendo, qui stiamo facendo un discorso superficiale).
Come giustamente dici, rimane il fatto che in un secondo momento la gente compra i tankoubon, che tuttavia rimangono un'edizione definitiva del fumetto sostanzialmente a buon mercato (non come i cartonati in Europa, lasciamo perdere le omnibus in America).
La Shueisha ha "liberalizzato" le scan dei manga principali in giapponese e inglese (e chissà che altre lingue, forse cinese, thailandese?), mettendole gratis su internet. In poco tempo ha ammazzato la scanlation di quei prodotti, ne ha guadagnato milioni di clic, quindi soldi.
Non voglio dire che la liberalizzazione sia la panacea di tutti i mali. E' chiaro che quando hai One Piece come traino, tutto è più facile e puoi azzardare più facilmente. Ma è palese che il digitale (a pagamento, libero, quel che è) è il presente (neanche più il futuro, oramai), non adeguarsi in qualche modo significa diventare un prodotto sempre più di nicchia, a mio parere.
Ed è quello che sta succedendo, per quel che percepisco, in Italia. Non mi si tiri in ballo che i manga vendono come non hanno mai venduto in vita loro! Cosa che è verissima, ma è dovuta semplicemente alla precedente fruizione digitale del prodotto o, più spesso, dell'anime. Sono pronto a scommettere che i manga di Tezuka, negli ultimi anni riediti in edizioni di grandissima qualità da Jpop, continuano a essere misconosciuti al di fuori dei soliti appassionati.
Poi magari sbaglio e mi mancano degli elementi essenziali, o non sono veramente aggiornato come credo.
Detto ciò, la questione SBE è particolare. Personalmente, ritengo che siano fumetti molto difficili da leggere su smartphone. Le pagine sono grosse, le scritte piccole, i disegni piuttosto dettagliati, le storie lunghe rispetto ai capitoli dei fumetti giapponesi o ai comics americani. La lettura per vignetta di fumetti concepiti per pagina è un abominio ed è solo un palliativo per una situazione difficilmente risolvibile. E' come vedere Kubrick su uno schermo da 7 pollici. Paradossalmente, le storie vecchie, con la divisione per capitoli e le vignette regolari (in pagine 3x3) sono più facili da leggere! Ma hanno molto meno appeal perché oramai veramente anacronistiche.
E qui casca l'asino in via Buonarroti, perché, mentre buona parte delle produzioni fumettistiche in giro per il mondo riescono naturalmente a evolversi e cambiare, con saghe che iniziano e finiscono, con titoli che vanno avanti, nel migliore dei casi, per una decina d'anni, il fumetto italiano rimane immobile. E lo fa per volontà dei lettori. Perché Tex vende sempre, incessantemente, più di tutti gli esperimenti più moderni proposti dalla Bonelli.
Quanto è italiano? Tanto.
Soluzioni. Boh, io la vedo piuttosto grigia, onestamente, ma magari sono solo un pessimista