Guriko ha scritto:
Dove hanno sbagliato? Spiegamelo tu.
Davvero hai bisogno di una lista di items toppati dal Sommo, nel corso di
8 A PASSA ANNI ?
(giusto per ricordare che, a differenza di quanto sostieni, di tempo e di pazienza, ne è stata profusa a caterve...)
Non voglio infierire in questa sede - urgesi topic a tema? - anche perché (penso l'abbia capito) qui troviamo molto divertente il tuo folkloristico tentativo di difendere l'operato del Geggno di Tor Fregnacciara dopo quasi un decennio di bojate in serie. Come andare alle crociate con lo scolapasta in testa... e lo scudo delle patatine. Ma per la
Guerra Santa pro fanbase questo ed altro, suppongo...
Detto questo, sono d'accordo in generale con
Dearboy, anche se ricalibro il tiro su nnu paro de' cosette:
Dear Boy ha scritto:
Una gestione d'impresa editoriale NON È assimilabile ad un governo cerchiobottista che si barcamena. Recchioni & co. hanno avuto tutto il tempo e la disponibilità del mondo per rimettere in piedi i numeri del personaggio ed innovarlo eventualmente.
E non gli è stato chiesto dai lettori. MAI. Gli è stato chiesto dal contabile della Bonelli.
Le vendite [ne] hanno sentenziato il fallimento
Beh, nzomma... qualche lettore dopo quasi 30anni di storie di storie, di nuovi contesti socio-politico-artistici (il mondo passa, Dylan no?) aveva legittimamente auspicato qualche possibile apertura alle novità, perché il loop gualdoniano non poteva andar sempre avanti, o no?
C'erano fior di testate col marchio DD dove provare queste novità, lo spazio non mancava - sul tempo v. sopra. Su quest'onda c'hanno anche giocato all'inizio del mega-progggettuone, e mi sembra pure giusto.
Il problema è
COME sono state introdotte QUESTE novità madeinSommo, e A QUALE FIN... ale debosciato nel flop assoluto di scalcagnaggine miseranda. Ma, come già detto, questo discorso sui massimi sistemi merita un topic a parte. TBC, che non è la tubercolosi, cari amanti della Mater di tutti i malanni
[...]
Per quanto riguarda le vendite, l'emorragia sul formato cartaceo da edicola è inevitabile. Recchioni non poteva arrestare questo declivio naturale, facendo miracoli... e lo sapeva, sapendo di millantare: il problema è che la SBE ha creduto alle sue smargiassate da panzanaro - perché aveva molto risalto in rete, fanboys in primis, che lo dipingevano come il nuovo guru risolvotuttoio del fumetto italiota
- e l'ha reso plenipotenziario di cialtronaggi vari, come ogni buon venditore di fumo (d'origano) e di tappeti (bucati) avrebbe fatto al posto suo.
Questo non vuol dire assolverlo dal tracollo effettivo delle vendite, che è stato ben peggiore dell'andamento in discesa previsto fisiologicamente su questo tipo di prodotto. Col suo fare disorganizzato e rattoppante è riuscito ad inimicarsi fino al fallimento il 70% dei lettori medi, di quelli che compravano l'inedito, indifferentemente stabili, a parità di vendite regolarizzate... dimenandosi senza alti e bassi di tiratura con lo stesso piglio tra ciofeche inenarrabili come
Blacky e storie ben più che degne tipo
La seconda occasione.
Non ci vuole un gggegno per capire che con quattro idee in croce, senza chissà quali rivoluzioni epocali, ma con un parco di autori serio -
ahhhhh, la QUALITA' - e vivace nelle programmazione, è nato un personaggio che riscuote ad oggi un cospicuo successo nel settore da edicola, mantenendosi ben sopra la soglia di galleggiamento vendite.
Parlo di
Samuel Stern, che molti ex-lettori di Dylan trovano "moderno" e "classico" allo stesso tempo, in modo sentitamente credibile, e con un certo gusto.