Dico la mia, temo in ritardo, sull'atmosfera che si respira nel forum: da nuovissimo arrivato, mi sembra di essere un parere autorevole. Vi lurko da taaaanto tempo e, in effetti, mi sono iscritto ora e non qualche tempo fa anche perché in alcuni momenti, da esterno ma assiduo frequentatore, l'aria si era fatta irrespirabile e questo faceva passare la voglia. Ora i toni mi sembrano molto più tranquilli, ci sono utenti molto attivi e molto critici ma tutto mi sembra rientri nel normale confronto, tanto che, appunto, ho fatto capolino.
Ma non sono assolutamente un lettore di Dylan Dog che è piombato sul sito e ha deciso toh, mi iscrivo. Quell'esemplare di forumista mi pare estinto e non è colpa di nessuno qui dentro (Guriko, secondo te Myspace si è svuotato per gli utenti troppo critici con la gestione Gualdoni?
).
Detto questo, al netto di un certo livello di paranoia contro Recchioni raggiunto qui dentro in certi momenti, a me mi fa ridere che sia il tizio che cura la testata a dirci che, qualunque cosa avesse fatto, i lettori ci avrebbero sputato sopra. Saranno stati i lettori incontentabili a affossare Rania, non il fatto che sia un personaggio che si presenta come cruciale, ma la cui caratterizzazione è "c'ha una roba in testa".
Per me uno dei peccati più gravi in assoluto, per un autore di fumetti, è far credere al lettore che le idee sono finite, che non si può più inventare niente, tieniti questo brodino tiepido e ringrazia che sia ben confezionato. Quando ho questa percezione fuggo dal fumetto o dall'autore che me la induce, come ho fatto tante volte con i Dylan Dog di Ruju. Chiaramente io non avrei nessuna idea per rilanciare una testata o scrivere una storia nuova, ma non è il mio mestiere: il mio mestiere è leggere e non voglio accuse di complicità.
Poi ci sono altri discorsi che si intrecciano, per esempio le fandom tossiche, o anche il fatto di imparare a riconoscere quando una cosa ti ha deluso perché non è andata come ti aspettavi, ma forse invece di impuntarti puoi fermarti un attimo a cercare di capire cosa voleva dire l'autore. Tutte queste cose lavorano insieme, non sono in contraddizione.
Se mi date la testata in mano a Alan Moore per me può fare quel che vuole. Dylan Dog è morto nel numero 103 e quel che vediamo è in realtà un costrutto vegetale che imita la vita? O il diario di Dylan diventa parte integrante dell'albo, alla Providence? Benissimo, salgo in carrozza e vedo dove mi si porta. Questione di credito verso un autore. E quel credito Recchioni ce lo aveva, all'inizio, che poi lo abbia sprecato in supercazzole meta atroci e cambiamenti cosmetici inutilissimi è un altro discorso. Forse il giudizio totale finale sarebbe ancora stato negativo, ma c'è veramente modo e modo.
Keanu Coen ha scritto:
Per scrivere qui una pagina di commento ad un albo, a me personalmente, serve un giorno intero di tempo, rileggere l'albo mezza dozzina di volte, almeno otto albi di Dylan aperti sul tavolo, diciotto pagine Google aperte e due o tre pagine di appunti.
Ma tu sei pazzo.