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#436 - Non con fragore...
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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: lun gen 09, 2023 3:55 pm 
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pierrebi ha scritto:
Gli uomini vuoti sono gli uomini privi di identità e di personalità. Non sono in grado di pronunciare parole importanti, i loro discorsi risultano vuoti. E non sanno nemmeno stare in piedi da soli. Sono come dei non viventi che camminando in una landa desolata, come figure senza forma, paralizzati. Sono uomini vuoti, appunto, privi di ogni essenza.

così scrivonono su questo sito https://www.studentville.it/studiare/the-hollow-men-gli-uomini-vuoti-poesia-di-thomas-stearns-eliot/

direi che se questa definizione dei nuovi personaggi, privi di identità e di personalità, come l'amata Rania che dal 2014 a oggi non ci ha mai spiegato nulla di lei mi sembra un ottimomodo per farlisparire e ricostruire il piccolo mondo di Dylan animandolo con la ragazza del mese e gli orrori che si incontrano senza creare un mondo vuoto attorno ...

questa definizione la vedo come la richiesta di Sclavi di concentrarsi sulle trame mensile, costruendo protagonisti mensili, lasciando sotto la traccia di Xabras e Morgana senza aggiungere faccende che in questi anni non hanno aggiunto nulla.


Ecco, conosco piuttosto bene Eliot, ma non mi è molto chiaro il legame con gli uomini vuoti, almeno finora. Anche la citazione estesa a metà albo, pur essendo molto suggestiva - viva Gerasi! - non mi sembra granché pertinente. Proposte? Nella poesia di Eliot gli uomini vuoti siamo poi noi, moderni abitanti alienati delle metropoli, in quiete che non è pace ma rassegnazione, senza speranza di riscatto proveniente da una dimensione religiosa, cui uno slancio ideale è impossibile, perché ogni tentativo rivela immediatamente un'incoerenza. Bam, m'è partito il lirismo, ma è colpa del vecchio Thomas :oops:

Non mi dispiacerebbe anche una reinterpretazione degli uomini vuoti in qualunque chiave, anche pulp, ma per ora mi pare siano dei boogeymen un po' generici, con pochi legami con la poesia. Vedremo! O avete altre idee?

Il legame più evidente mi pare nei due titoli "non con fragore... ma con un lamento", in riferimento alla rivoluzione del Sig. Fantasmi, che doveva cominciare con un botto/big bang/meteora/testadisclavi (vedi alla voce supercazzola): il numero scorso ne decreta il fallimento, mentre una restaurazione senza clamore si installa. Vedremo?

A parte questo, le nuove uscite di solito non le leggo ma ho fatto uno strappo alla regola. Sorprendentemente questo numero m'è piaciuto! Prima volta che la Baraldi mi convince.

SPOILER


Niente young adult o derive romantichine ma una bella macelleria piuttosto macabra. L'introduzione del caso in casa Dylan Dog è un mattone di dialoghi che sembrano scritti da una AI, ma la ministoria con protagonista Rania mi ha preso parecchio. Non m'aspettavo che il momento lirico-onirico con la morte di Rania mi colpisse, invece mi sono pure un po' commosso! Il che mi sorprende, anche considerando che avrò letto in tutto un paio di numeri in cui lei compare.
Mille volte meglio questo, piuttosto che le vaccate post-moderne del numero prima.


FINE SPOILER

Gerasi bravissimo! Solo una curiosità, senza voler assolutamente sminuire il lavoro del disegnatore, perché quel pasticcio di linee bianche fatte con paint, nella prima vignetta di pagina 77? Forse una censura? Comunque gran lavoro, recitazione dei personaggi, inquadrature, tutto!


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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: lun gen 09, 2023 5:31 pm 
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Ilnomeutenteinserito ha scritto:
direi che l'intervista a Lanzoni spazza via ogni dubbio sul fatto che sia una "vera" trilogia: il primo e il secondo albo sembrano molto diversi perchè aveva scritto il soggetto di quelli che poi sono diventati il secondo e il terzo e poi gli è stato chiesto di scrivere un prologo. Mettiamoci inoltre che ci sono due sceneggiatori diversi e il gioco è fatto. Come sempre, la banale realtà è molto più semplice dei complottismi vari :)


Sarebbe bello se fosse così semplice. L'intervista, anche abbastanza interessante, magari spazza via il dubbio se sia una trilogia o meno, ma di sicuro non spazza via il dubbio che dalla teoria alla pratica ci sia in mezzo un mare. Anche se l'idea di partenza fosse stata unitaria (e non lo è stata, perché si tratta evidentemente di un soggetto 2+1, e dio solo che cosa è successo nel passaggio da 2 a 2+1), la realizzazione risulta comunque poco unitaria.

E questo perché in questi anni la Bonelli ha dimostrato di non sapere gestire progetti di questo tipo. Il solo pensiero di far scrivere il soggetto a una persona, e affidarne la sceneggiatura a due (così) diversi sceneggiatori, e poi per giunta a due diversi disegnatori, mi ha fatto rabbrividire per le potenzialità di mancanza di coesione, che effettivamente si sono manifestate.

Basta vedere come si presenta graficamente Carol alla fine del 435 e come si presenta all'inizio del 436, totalmente diversa.

Per non parlare dell'abisso che c'è tra quello che SEMBRAVA (leggi: clickbait cliffhanger) volesse dire Carol a Dylan, in termini sempre di potenzialità narrativa ("noi due... dobbiamo parlare!") e quello che EFFETTIVAMENTE poi gli dice, cioè la presentazione di un "semplice" caso.

Passando per la (finora) totale differenza di caratterizzazione sia grafica sia concettuale degli uomini ombra, o dell'uomo incappucciato, a partire dal suo vestiario.

Nella migliore delle ipotesi, dunque, l'unitarietà sembra essere venuta parzialmente meno quando dal soggetto si è passati alla stesura delle sceneggiature e delle tavole.

Anche solo per una questione numerica, infine, in questi ultimi tre-quattro anni, ahimé, sono più i "complotti" che si sono rivelati veritieri, che non quelli che la banale realtà ha sbugiardato:

basterà citare il ciclo della meteora, che si è rivelato in maniera conclamata un patchwork di storie pensate singolarmente, e adattate al ciclo, come pensavano dal minuto uno i "complottisti", e come è stato confermato anche dagli autori;

oppure basterà citare il "complotto" che dal 407 tutto sarebbe ritornato uguale a prima nonostante lo sbandierato "nuovo inizio del 401", anche questo puntualmente verificatosi con esiti che sono davanti agli occhi di tutti;

oppure il "complotto" che ci sarebbe stato un continuo passaggio di albi dell'Oldboy nella regolare e viceversa, cosa che si è puntualmente verificata, refusi alla mano (e nonostante continuino a sbandierare, falsi come Giuda, il fatto che l'Oldboy è ambientato negli anni '80)?

oppure, senza andare a questi massimi sistemi, il "complotto" che gli albi 416 e 417 sarebbero stati due albi arripizzati per diventare un dittico, cosa che non solo si è verificata, ma è stata pure confermata con rinnovato orgoglio dai realizzatori;

oppure il "complotto" che gli albi di Chiaverotti della trilogia del buio sarebbero stati straziati dal curatore per adattarli al nuovo universo, ancora una volta cosa non solo puntualmente verificatasi, ma anche orgogliosamente confermata da Chiaverotti che li ha visti per la prima volta quando li abbiamo visti noi;

oppure il "complotto" della "Variabile", che tutti sapevano che dopo dieci anni di buio sarebbe stato pubblicato con infinite modifiche che lo avrebbero snaturato completamente;

oppure il "complotto" della "Pessima annata", la cui prima realizzazione risaliva agli anni di piombo, date alla mano...

L'unica banale realtà è il pattern di incapacità gestionale che caratterizza questi "eventi", e non solo.

Fermo restando sempre che la Baraldi e Gerasi, qui, sono per me al loro meglio. E quest'intervista ha comunque avuto il merito di attribuire alla Baraldi la sequenza "eliotiana" centrale, di cui lei è, stavolta, giustamente, orgogliosa.

Il post mi è venuto fuori più serioso di quello che volevo, pardon! Ci metto un paio di rare faccine! :) :)

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Ultima modifica di Keanu Coen il mar gen 10, 2023 12:50 am, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: lun gen 09, 2023 6:49 pm 
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Ma i patchworks fanno parte del gioco, se voglio una roba TOTALMENTE in continuity leggo un manga.

A pagina 77 Dylan è completamente mancino con la pistola nella parte destra della cinta, peccato per questi errori ma per il resto un gran lavoro


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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: lun gen 09, 2023 8:31 pm 
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Come già illustrato un mese fa con un certo anticipo, titoli, copertine e riferimenti omineggianti di questo #436 e del prossimo #437 erano travasati dagli Hollow Men di T.S. Eliot.

A parta la distorsione di una traduzione non proprio fedele nel senso... tornando sull'argomento:

Metacarpa ha scritto:
Ecco, conosco piuttosto bene Eliot, ma non mi è molto chiaro il legame con gli uomini vuoti, almeno finora. Anche la citazione estesa a metà albo [...] non mi sembra granché pertinente. Proposte?

Il legame più evidente mi pare nei due titoli "non con fragore... ma con un lamento", in riferimento alla rivoluzione del Sig. Fantasmi, che doveva cominciare con un botto/big bang/meteora/testadisclavi (vedi alla voce supercazzola): il numero scorso ne decreta il fallimento, mentre una restaurazione senza clamore si installa. Vedremo?


Partendo dalla prima domanda, allo stato delle (meta-?)cose, gli "omini vuoti" temo potremmo essere noi lettori stessi, inerti di fronte alla rivoluzione mai messa in atto a conti fatti, svuotati di volontà e capacità d'intervenire sul proprio grigio tempo, alla pari dei nuovi personaggi di contorno o degli autori assoldati alla causa ma costretti ad ectoplasmarsi in un nulla di fatto, gattopardesco. E questo riconduce, senza fragori, anche alla seconda domanda: piagnucolando (to whimper) si torna mestamente alla casella di partenza, come l'oca giocherellona manontroppo, fallito più che il progetto di Ghost una serie di fantasmagorie onanisticamente sconclusionate ad opera del suo Sommo ideatore.
Solo che lui - da granGeggnincompreso - vuole far passare queste piagnucolate per un'imposizione dovuta all'immaturità passiva e capricciosa degli stessi lettori (+Sclavi?) sul modello reazionario, mentre in realtà si tratta della sua dovuta resa ad un flop evidente, tra disorganizzazione sprezzante ed autoreferenzialismo improduttivo da cialtronerd.

Confondendo ad hoc la Restaurazione di un regime (non richiesta da nessuno) con la Defenestrazione delle sue baggianate :dito: .

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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: lun gen 09, 2023 9:49 pm 
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Contano le vendite e basta, anche se Recchioni ha detto che era tutto previsto. Avessero venduto 200.000 copie a numero come negli anni 90, non avrebbero cambiato un bel niente


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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: lun gen 09, 2023 10:20 pm 
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wolkoff ha scritto:
allo stato delle (meta-?)cose, gli "omini vuoti" temo potremmo essere noi lettori stessi, inerti di fronte alla rivoluzione mai messa in atto a conti fatti, svuotati di volontà e capacità d'intervenire sul proprio grigio tempo, alla pari dei nuovi personaggi di contorno o degli autori assoldati alla causa ma costretti ad ectoplasmarsi in un nulla di fatto, gattopardesco.


Viste le solite tiritere metafumettistiche impossibile non pensarlo almeno per un attimo. C'è da sottolineare comunque l'ossessione continua verso quei due o tre film, tipo Apocalypse Now, dove la poesia di Eliot è letta da Kurtz / Brando.


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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: lun gen 09, 2023 11:08 pm 
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Aleksandr ha scritto:
wolkoff ha scritto:
allo stato delle (meta-?)cose, gli "omini vuoti" temo potremmo essere noi lettori stessi, inerti di fronte alla rivoluzione mai messa in atto a conti fatti, svuotati di volontà e capacità d'intervenire sul proprio grigio tempo, alla pari dei nuovi personaggi di contorno o degli autori assoldati alla causa ma costretti ad ectoplasmarsi in un nulla di fatto, gattopardesco.


Viste le solite tiritere metafumettistiche impossibile non pensarlo almeno per un attimo. C'è da sottolineare comunque l'ossessione continua verso quei due o tre film, tipo Apocalypse Now, dove la poesia di Eliot è letta da Kurtz / Brando.


Dubito che il Sommo o la Baraldi abbiano tratto tutto partendo da T.S.Eliot e non dalla pellicola, visto il loro ridotto retroterra para-ossessivo.

Senza contare che il giochetto delle citazioni in origine rimbalza al contrario, perché lo stesso Eliot apre quei suoi versi con un'epigrafe che riporta una frase dal romanzo Heart of Darkness (di Conrad) - "Mistah Kurtz-he dead "- da cui poi FF Coppola ha tratto il famoso film.

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MessaggioInviato: lun gen 09, 2023 11:20 pm 
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Detto questo un parere sull'albo in sé :| .

Ok, "in sé", ma fino a quanto? Lanzoni&consorte possono recitarmi per ore fino al mantra conculcato il fatto che tutto para ad una trilogia progettata a monte(carlo, di rilancio?), ma a conti fatti non ci vuole un esperto di filologia modernesca per comprendere come il collegamento tra il lavoro della Baraldi e quello di Recchioni sia molto tenue se non sfasato. Non solo per lo stile, ma per il registro complessivo della storia e di dove vorrebbe arrivare. Lanzoni può aver fornito anche uno spunto unico/collettivo/da collant-e ma non autoregge nessun andamento narrativo coeso, e s'impicc(i)a in modo poco sinouso dentro una guepiere da cul de sac per ricollegare le parti del "corpus" che dovrebbero invece darle una silhouette formosamente organica e slanciata al naturale :P .

Siamo passati da Matrix con Dylan a spasso nel non-spaziotempo da classica meta-storia divagante, al consueto b-movie con gli shperimenti dei mad docs, e il killerissimo che si nasconde negli anfratti ombrosi della casetta desolata.
L'unico imprinting residuale rinvenuto dall'episodio precedente, a parte l'incappucciato (eccemancherebbe che mancasse pure quello :!: ), è la questione del reset delle memorie. Che vuol dire tutto&gnente in senso narrativo: cancelli la memoria e riscrivi nantra storia; comodo no :?:

Pertanto , ho gradito maggiormente il #435 perché Recchioni è meno scontato e preferisco Pontrelli a Gerasi...
... ma alla fine ho votato 6 - - di manica molto slabbrata, dato che tutto sommato si presenta meno idiota pro-tredicenni emodark della media baraldesca, e (forse) promette qualcosa di interessante per il prossimo numero.



S ◙ P ◙ O ◙ I ◙ L ◙ E ◙ R ◙




Parto dalle (due, nun c'allargamo) cose migliori: l'intro con l'incubo della non-moglie che alla fine si rivela seviziata a morte, e l'epifania dal regno degli alberi comunicanti tra Rania ed Oliver, come epilogo. Due belle scene, che non posso dire si assestano all'altezza del resto della storia, che invece tonfa di morbide chiappe senza fragore in ciò che insta nel mezzo di questi due riquadri :) .

Carol è un personaggetto di contorno che straparla e si contraddice da sola con l'aggravante di prestare il fianco a ai soliti buchi di logica di cui la Baraldi è faconda: ci mette non so quanti baloons per ammettere di esser stata lei a spedire il pacco con le foto nel numero scorso a Dylan - sviandolo alla rinfusa con dolo immotivato - e poi disconosce di saper alcunché (p.16.ii) sull'albergo dove è stato trovato il cadavere spappolato del "presunto" Kaplan, mentre in quella scatola da LEI SPEDITA c'era una foto dove troneggiava bellamente proprio l'Hotel Bramford.
Due sono le cose, o Carol è un'incapace nel gestire le fregnacce da gombloddo per uccellare Dylan, o l'uccellino del malaugurato scalcagnamento logico dei dialoghi di Talebarbara è tornato alla finestra :roll:

Passiamo alla sequenza della Clinica del Sonno, che era potenzialmente la più stimolante per risorse, mentre si è rilevata la più banale e loffa, col solito motivetto di forzare e visionare gli incubi in stato d'incoscienza, stavolta infestati dagli ometti vuoti di Eliot a corredo.
Personalmente mi dà la nausea l'atteggiamento infantilmente moralista per istinto di Dylan che si butta alla disperata in cose che non conosce pensando di farsi giustizia da solo, irrompendo nella stanza dei dormienti ad cattsum, a rischio di fare gravi pasticci, illudendosi di poter prelevare dai letti almeno 4 pazienti attaccati delicatamente a macchinari molti sofisticati...

... senza contare che tutta la faccenda della paralisi ipnagogica viene trattata in modo scafesso a dir poco, non tanto nel contenuto in sé (scientifico o fantasioso che sia), quanto per la dialettica illogica - aridaje :x: - che la Baraldi snocciola per illustrarla. Un eloquio diagnostico pro-supercazzola involontaria in pratica (pp.22-24), per bocca alla dott.sa Eche.
L'illustre luminare parte dicendo che Kaplan "soffriva" di paralisi ipnagogica, ma subito dopo fa capire che è una cosa comune a tutti gli individui umani, per autodifesa naturale dai movimenti convulsi durante i sogni/incubi. Ed in questo solco concettuale le allucinazioni ipnagogiche sono alla stregua dei sogni stessi, per dirlo in soldoni... per cui una volta illustrata così la faccenda, non ci sono fattori per distinguere Kaplan & co dagli altri comuni sognatori, e parte l'intensità di questi incubi e dall'esser pienamente coscienti nella consueta paresi.
La parte per il tutto, il tutto per la parte: ci vorrebbe un diagrammino di Venn con le nuvolette concentriche o intersecanti per far capire alla Baraldi certi sillogismi a lei non pervenuti... :x:

Poi per agghindare stile fantasy da telefilm per tredicenni il tutto (p.25), la dottoressa la mette sulla falsariga delle barzellette da taverna dove "c'era un francese, un tedesco, un inglese, un italiano" etichettando gli omini vuoti d'ombra con nomi dal vago retregusto arcano, jinn per gli egiziani, fantasmi per i cinesi, per gli inglesi spiriti... e (cit.) "nella NOSTRA cultura popolare shadow people". Ma "nostra" de chi? Dei dottoroni che non c'entrano nulla con la cultura di strada? Degli inglesi post-Brexit? Degli sbandati con disturbi del sonno che hanno fondato un partito social anti-gombloddo? Anche stavolta la Baraldi non capisce come determinare la parte per il tutto, ed il tutto per la parte.... :roll:

Dopo l'excursus metacosmico, che si rivela un comodo escamotage per virare verso altro, compiacendosi di una citazione diffusa (pp.44-46), comincia la seconda metà dell'albo: abbastanza scadente e priva di sussulti degni d'interesse a mio vedere, a parte la (paventata?) morte sacrifichevole e sacrificabile della Rakim che troverà sviluppi nel prossimo albo, lacrimoni inclusi :oops: .

Rania ha bisogno di troppe pagine per spiegare il contesto precedente delle indagini; la storia del "dimenticato" Oliver non prende, e a livello di caccia all'uomo non tiene per nulla la raccomandazione della stessa Rania di non allertare/allarmare il sospetto nel casolare (p.50) quando i suoi colleghi sparano in modo lampante gli abbaglianti di non so quante volanti (pp.46-67) nei dintorni agresti, senza contare le torce verso l'alto.
Troppe pagine anche per metter in moto la parte action, con gli sbirri che fanno la consueta parte dei fessi inermi - loro sì presi da paresi, senza sognare però :o - davanti alle acrobazie ninja dell'incappucciato.

In generale ho apprezzato il lavoro di Gerasi ma proprio in questa parte più horror classicheggiante ho ritrovato diverse sue carenze. Malino la decomposizione facciadischeletro dell'incappucciato (p.79) su cui la pixelatura non nasconde un vuoto originario con poco da dire e ancora meno da raffigurare. Male, fino all'anonimato quasi insulso il paginone (p.68) con la collezione di cadaveri appesi e relative cianfrusaglie, che doveva rappresentare il clou macabro di tutta la storia :tc:

Non con afrore, in vista del #437, il resto mi puzzerà comunque di lamentevole meta-discorsetto per pararsi le terga.

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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
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wolkoff ha scritto:
Partendo dalla prima domanda, allo stato delle (meta-?)cose, gli "omini vuoti" temo potremmo essere noi lettori stessi, inerti di fronte alla rivoluzione mai messa in atto a conti fatti, svuotati di volontà e capacità d'intervenire sul proprio grigio tempo, alla pari dei nuovi personaggi di contorno o degli autori assoldati alla causa ma costretti ad ectoplasmarsi in un nulla di fatto, gattopardesco.


Questo mi sembra in linea col personaggio Recchioni, in effetti, e magari è plausibile. Mi piacerebbe però che ci fosse anche una interpretazione interna all'albo, che per ora non vedo. O forse la spiegazione interna all'albo ci sarà e sarà questa che dici, il che sarebbe abbastanza abominevole :tc:
Resta il fatto che omini, o omoni, neri ci sono sia in questo numero che nel precedente.

wolkoff ha scritto:
E questo riconduce, senza fragori, anche alla seconda domanda: piagnucolando (to whimper) si torna mestamente alla casella di partenza, come l'oca giocherellona manontroppo, fallito più che il progetto di Ghost una serie di fantasmagorie onanisticamente sconclusionate ad opera del suo Sommo ideatore.


Ma che la restaurazione sia dovuta al fallimento dell'istallazione del Nuovo Ordine Dylaniato è fuor di dubbio. Mi interrogavo, di nuovo, sulla spiegazione del titolo secondo la logica di chi ha pensato e pubblicato la storia, che non penso sia "mettiamo qualcosa che suggerisca che il nostro Geggnincompreso fregnacciaro etc. ha scazzato". Se vogliamo stare al gioco di Recchioni e Baraldi, mi sembra sensato che il titolo riguardi Ghost e la meteora.

Aleksandr ha scritto:
C'è da sottolineare comunque l'ossessione continua verso quei due o tre film, tipo Apocalypse Now, dove la poesia di Eliot è letta da Kurtz / Brando.


Ecco, questo non lo sapevo! Sul cinema sono una capra, mai visto Apocalypse now e probabilmente dovrei. Mi faceva strano, in effetti, che quei due avessero tirato fuori Eliot dal cappello :mrgreen:


Su Gerasi: il mio commento precedente è forse ingeneroso, visto che punta la sola mezza magagna che ho notato, mentre il resto m'è piaciuto molto! Ero solo curioso se qualcuno avesse un'interpretazione, ma diciamo che, se incontrassi Gerasi al supermercato, neanche gli chiederei di pagina 77, mi limiterei a fargli i complimenti e mi farei fare una dedica su un melone.


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Metacarpa ha scritto:
Il legame più evidente mi pare nei due titoli "non con fragore... ma con un lamento", in riferimento alla rivoluzione del Sig. Fantasmi, che doveva cominciare con un botto/big bang/meteora/testadisclavi (vedi alla voce supercazzola): il numero scorso ne decreta il fallimento, mentre una restaurazione senza clamore si installa. Vedremo?

quoto, anche io l'ho interpretata così

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Metacarpa ha scritto:
wolkoff ha scritto:
Partendo dalla prima domanda, allo stato delle (meta-?)cose, gli "omini vuoti" temo potremmo essere noi lettori stessi, inerti di fronte alla rivoluzione mai messa in atto a conti fatti, svuotati di volontà e capacità d'intervenire sul proprio grigio tempo, alla pari dei nuovi personaggi di contorno o degli autori assoldati alla causa ma costretti ad ectoplasmarsi in un nulla di fatto, gattopardesco.


Questo mi sembra in linea col personaggio Recchioni, in effetti, e magari è plausibile. Mi piacerebbe però che ci fosse anche una interpretazione interna all'albo, che per ora non vedo. O forse la spiegazione interna all'albo ci sarà e sarà questa che dici, il che sarebbe abbastanza abominevole :tc:
Resta il fatto che omini, o omoni, neri ci sono sia in questo numero che nel precedente.

wolkoff ha scritto:
E questo riconduce, senza fragori, anche alla seconda domanda: piagnucolando (to whimper) si torna mestamente alla casella di partenza, come l'oca giocherellona manontroppo, fallito più che il progetto di Ghost una serie di fantasmagorie onanisticamente sconclusionate ad opera del suo Sommo ideatore.


Ma che la restaurazione sia dovuta al fallimento dell'istallazione del Nuovo Ordine Dylaniato è fuor di dubbio. Mi interrogavo, di nuovo, sulla spiegazione del titolo secondo la logica di chi ha pensato e pubblicato la storia, che non penso sia "mettiamo qualcosa che suggerisca che il nostro Geggnincompreso fregnacciaro etc. ha scazzato". Se vogliamo stare al gioco di Recchioni e Baraldi, mi sembra sensato che il titolo riguardi Ghost e la meteora.
.


Ghost è (poco più di) un'allegoria dello stesso RR, col suo mettere in discussione strumentalmente, tramite metapippe, i crismi decennali della "scrittura" dylaniata, e volerli rimettere in ballo, decostruire, nuclearizzare, me-teorizzare, etc. Quindi il discorso personificato riguarda uno quanto l'altro, con effetto eco amplificante tra le pagine di questa trilogia, già dal ramanzinare frecciate sui titoli. Ed il prossimo albo chiuderà/rifletterà infatti questo cortocircuito improduttivo, naufraugando senza ciurme fidelizzate sull'isolachenonc'èmaistata.

Dare degli "hollow men" ai lettori storici sarebbe poi tipico del suo risentimento, messo alle strette, puntando il dito contro i presunti ammutinati: "sono stato costretto a tornare indietro su certi passi, ma voi siete dei pupazzetti di paglia, cavi e piagnucolosi, vuoti reazionari, afflitti del vostro stesso grigiore inerte, ombre ignave, incapaci di comprendere la via del rinnovo e pertanto questo mio metaminimondo vi saluta accartocciandosi su se stesso, senza degnarvi di clamori, ma con uno spento lamento del cigno indignato..."

L'alibi dei rivoluzionari con lo scolapasta ad uso di elmo che si vogliono dipingere come gli eroici Masaniello di turno, ma che battagliano i mulini a vento messi in moto dalle proprie arie (gastriche). :?

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Non con fragore significa senza strombazzamenti vari in stile 666 post 400 e il lamento sarebbe quello di Bonelli che si è rotta il ca**o di gente che non sa cosa vuole, che prima chiede il cambiamento e poi lo boccia. Anche io l'ho interpretata così.


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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: mer gen 11, 2023 11:38 pm 
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A pagina 16 del numero 435 c'è Groucho che riceve il pacco dal corriere, corriere che Groucho stesso dice essere "la versione di Dylan del 1986" (con annessa pelosissima frecciatina falzissima "eri molto meglio, allora").

Ora, tralasciando il fatto che Groucho lo vede soltanto di spalle, quindi come fa a dire che è il Dylan del 1986 (qualsiasi cosa voglia dire quest'espressione, magari lo scopriremo nel terzo albo) non si sa, ma tralasciamo questo.

Groucho vede chiaramente che il corriere è un sosia - vogliamo dire così- di Dylan.

Nel 436 Carol dice "sono stata io a farti recapitare quel plico di fotografie con un corriere, Dylan. Sai, è strano, ma ti somigliava. Comunque", e continua a parlare come se non fosse successo niente.
A me fa impazzire quel "Comunque"!

Dylan sa, perché glielo ha detto Groucho, che il corriere era uguale a lui.
Carol gli sta appena dicendo che il corriere gli somigliava.

E questa cosa (momentaneamente, voglio sperare?!?) cade totalmente nel vuoto.

Carol, la fanatica di alieni con la teoria che gli alieni stanno modificando la città e cancellando la memoria degli abitanti, ha come corriere un sosia dell'uomo che sta assumendo per risolvere il problema, e tutto ciò che noi otteniamo è un nonchalante "comunque".


Il mistero più grande, comunque, rimane come faccia Carol a trasformarsi da ragazza con i capelli lisci fino al sedere e con le lentiggini (435) a ragazza con i capelli ricci fino alle spalle e senza lentiggini (436). Per non parlare del totale cambio di outfit tra un albo e l'altro, o del fatto che una ragazza che alla fine dell'albo precedente si presenta con un sibillino "noi due... dobbiamo parlare!", che pare che sarà il personaggio del secolo, e poi nell'albo successivo sta in scena per OTTO PAGINE e poi non se ne sa più niente!


Alle cose che mi sono piaciute dell'albo, aggiungo il dettaglio del vestitino di Oliver nella fornace a pagina 71/v, insieme ai denti. Se non ho interpretato male, ovviamente.

Al Dylan mancino di pagina 77, invece, rilancio con il Dylan che impugna, immediatamente dopo, la pistola con la mano destra (78), come poi fa sempre. E secondo me anche il pickup dell'incappucciato diventa con la guida a sinistra a pagina 87/iv.

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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: mer gen 11, 2023 11:56 pm 
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Dylan 86 è quello di Sclavi senza Rania e senza Carp, con Bloch attivo. Cioè il Dylan più amato dai lettori.


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 Oggetto del messaggio: Re: #436 - Non con fragore...
MessaggioInviato: mar gen 17, 2023 11:14 am 
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Letto, aspettato, riletto, aspettato, riguardato prendendo spunto dai vostri vari commenti per capire se mi era sfuggito qualcosa. E in effetti qualcosa mi era sfuggito (grande keanu, il pezzo di maglietta di Oliver mi era sfuggito).

Due cose rapide: la copertina sa di già visto (spiace ma i Cestaros hanno un rate di copertine azzeccate veramente basso) e Gerasi fa un buon lavoro a metà (ci sono sequenze ottime e altre così così) rendendo l'albo scostante e sicuramente non la gioia per gli occhi che poteva essere. Fine.

Se l'albo precedente era tutto sul boh, qui è tutto giocato su una dicotomia (francamente stantia) tra sogno e realtà.
Non posso dire che la storia mi sia piaciuta, ma nemmeno che fa ribrezzo, è una storia molto frammentata, quindi una non-storia, con collegamenti più o meno coerenti all'albo precedente, che ci porta a spasso come l'albo precedente, ma racconta veramente qualcosa?

Non volendo fare una lunga tirata sui vari passaggi di quest'albo, passo direttamente a quello che credo sia il fulcro del racconto. Il casino.

SPOILER
SPOILER
SPOILER


La scena che apre l'albo è sicuramente di impatto, ma dopo quelle prime pagine tutto vira apparentemente su altro. Apparentemente perché io sono convinto che quello sia invece la chiave di lettura: la clinica del sonno ha incasinato persone con la sindrome ipnagogica o come cavolo si chiama, rendendole incapaci di distinguere la realtà dal sogno e quindi gli hollow men altri non sono che le proiezioni dei "malati"... Ha senso? Eh, forse. Però allora la seconda parte dell'albo cos'è?! Che casino. Rania è morta o no? Cappuccio è un deus ex-machina o un killer addestratissimo rapitore di bambini?

La cliente senza nome di Dylan racconta la sua storia, parla di "quel plico di fotografie" senza che nessuno l'abbia nominato, non conosce l'albergo anche se nel plico di cui sopra c'era una foto dello stesso, parla di Kaplan al passato (anche se poi passa al presente) ma non crede che sia morto... Insomma sembra che racconti balle. Anche la dottoressa Heche sembra raccontare balle. O è solo un mad doctor? Qual è la realtà? Scelta personale e arbitraria: tutto ciò che si collega al numero precedente è sogno e la morte di Rania è la realtà. Prove? Nessuna. Che casino!

Vedremo cosa accadrà nel prossimo ma per quello che ci è stato raccontato finora 96 pagine non sembrano minimamente sufficienti.

Copertina: 5.5 (e sono generso)
Soggetto: 6 (il prossimo albo potrebbe alzare questo voto)
Testi: 6- (colpa dei dialoghi)
Disegni: 6.5 (qui sono ingeneroso temo)

Votato accettabile.



V

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-Capo, stai uscendo?
-No, sto entrando all'indietro camminando a ritroso.


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