Manuel Crispo ha scritto:
Ittosan ha scritto:
Salve a tutti amici. Pur non comprando, né leggendo, più Dylan, vi seguo sempre.
Sono felice per il cambio del curatore,
Scusa, non ho capito: cambio del curatore?
Sarà un errore, non è stato annunciato nessun cambio di curatore.
Comunque, per tornare al discorso di qualche settimana fa, questo albo dimostra in modo abbastanza chiaro quanto uno stesso soggetto, messo in mano a sceneggiatori diversi, diventa una storia completamente diversa per atmosfera, ritmo, brillantezza e persino per genere narrativo.
La storia di Recchioni era un divertissement surreale e post-moderno, non si prendeva sul serio e non chiedeva al lettore di sospendere l'incredulità.
Quella della Baraldi, invece, è un banale horror che esige l'immedesimazione del lettore, cercando (senza riuscirci, a mio avviso) prima di spaventarlo e poi di commuoverlo.
La prima era rivolta ad un lettore consapevole, la seconda ad un lettore che vuole solo disconnettere il cervello per 40 minuti.
Poi, sia chiaro, anche un normale horror può essere rivolto a lettori consapevoli, ma non è il caso degli emo-horror adolescenziali della Baraldi, con i loro dialoghi didascalici e artefatti e con i loro vani tentativi di strappare lacrimucce.