V.M ha scritto:
In generale la vedo più come Wolkoff, anche se Guriko non ha tutti i torti nel dire che il target originario di Dylan - ma forse anche di Evangelion - era prevalentemente la fascia 14-20 anni.
Fino a prova contraria non ho mai detto che DD è stato concepito per gli zii di quelli che leggevano Tex e Zagor all'epoca. Non per nulla ho menzionato l'anima "teen" di Chiaverotti - di cui fatica tuttora a sbarazzarsi.
Ma questo non vuol dire che Sclavi fosse (come ho letto farneticare qui) un nerdaccio che scriveva furbescamente per i proto-emo o che le sue storie sussistessero di un SOLO TAGLIO/LIVELLO DI LETTURA per regazzì. Uno con alle spalle già una carriera abbastanza brillante in SBE, tra Mister No e Zagor, con diversi romanzi maturi nel curriculum di medio successo, e anche un certo penchant per i racconti per l'infanzia.
Uno di cui parlano ancora oggi, come dici tu stesso.
[...]
Per il resto concordo al 99% con quello che dici... soprattutto
:
V.M ha scritto:
Il problema di Simeoni (e della Baraldi, e dell'ultima Barbato e già di Gualdoni, di Ruju e di molti altri sceneggiatori timbra-cartellini) è che, su una serie letta ormai quasi solo da adulti smaliziati ... scrivono horror mediocri e all'acqua di rose, del tutto lontani dal linguaggio e dallo spirito dei tempi (tanto nostri quanto del Dylan originario)
Il nocciolo della
quæstio è codestio
Gli autori attuali
NON SONO cresciuti assieme al personaggio, ma ne sono rimasti fan involuti. I primi nerdomani sull'altare del proprio cult/icona.
E dopo aver esaurito fisiologicamente le proprie risorse inventive, sono rimasti degli eterni peterpansticcioni incapaci di comprendere che i loro referenti stavano mutando e maturando (anche grazie agli stimoli di certi contenuti o la semplice curiosità) illudendosi che bastava "cristallizzare" Dylan in un calco dell'eterno presente che fu per tenere i lettori contenti.
Le maldestre conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, come piaghe e ripieghi di risvolto in reactio.
C'è chi tra questi autori dà la colpa al "personaggio" Dylan, accusandolo di non potersi evolvere, quando è la propria inettitudine a non trovare sbocco nella modernità che hanno provato a ficcarci solo destriscio pretestuoso - multietnica, techno-smart, politically correct, o altre menate puramente decorative.
C'è chi prova a blandire il lettore imbambagiandolo di nostalgicume stantio e posticcio, come se noi fruitori potessimo godere solo del pallido loop tarocco di non trovare altro che remake schematizzati delle nostre piacevoli letture denavorta.
C'è chi si meta-accanisce con ostilità e rancore palese (e talvolta anche istericamente derisorio) contro il lettore stesso, per la frustrazione del non aver manco la canna con cui saper che pesci (in faccia) pigliare, rivangando e frignando a più riprese di esser ostaggio del Dylan chefai&fai noncambiamai, ciottutticontro da tipico gran geggnoincompreso, "mi impongono dalla regia" il gioco dell'oca gattopardesco e altri alibi pietosi che servono solo a metter in risalto la propria sterile impotenza creativa dopo aver gigioneggiato da cialtrone nella stanza dei bottoni con i propri pallini (sgonfi) per una decade pocodi-buona, levandosi per hobby maniacale sfizi vari ad orpello, come il conflitto edipico col PadreNostrodiTutto, i.e. Tiziano.
Nunzennesce
.
Almeno finché qualcuno non si capacita della realtà delle cose, e che il lettore medio ha 30 anni suonati, e vuole esser trattato come tale, dopo una "carriera" di almeno un centinaio di DD alle spalle, con una discreta scafatura in altri fumetti, film, animazione, teatro e musica di genere.... non perché bisogna strizzarsi l'occhio tra geek sugli anta, tra un onanismo d'autocompiacimento citazionista e l'altro, ma perché
BISOGNA CREARE qualcosa al passo coi
LORO TEMPI, senza sentirsi puntualmente offeso un mese sì e l'altro pure per il tenore delle pubblicazioni curate coi piedi o alla portata massima di bimbiminkia tredicenni, illudendosi che quest'ultimi acquistino DD.