Finché non partono le solite atroci meta-menate alla ricerca disperata dell'ennesimo pretesto per azzerare ogni
timeline e mandare goffamente a passeggiatrici quanto escogitato pro-meteora, Dylanbarbuto, etc... sarebbe anche una storia buona, se scollegata dal resto. Diciamo fino a p.70 più o meno
.
Poi ennesimo svaccamento spiegonesco (con una vaga infarinata di mitologia nordica) e tutto come prima. Perché peggio non si può fare, a livello di manipolazione del personaggio e del suo contesto, come dimostra la retromarcia ad U che sta andando in onda sull'inedito da qualche mese, dopo 8 anni di iniziative cialtronesche ed inconcludenti, ammobiliate da parte del Sommo Falegname di Segajolerie autoreferenziali. Un'Ideak buona sarebbe bastata. Yuk
- a proposito di pippe e pippo (cosa?)Testi 6 Disegni7 -S
P
O
I
L
E
RParto
dai disegni che in linea di massima mi hanno soddisfatto
.
Pontrelli in veste rigida ed asettica: meno tremolante (v. recente CF
L'orrore delle armi) e meno nevrotico-fantasmoso (v.
Anna per Sempre) della sua media, ma in una storia dove dominano le gelide squadrature scandinave stile IKEA e le inquadrature di personaggi stralunati nel semi-autismo stordito ci può ampiamente stare.
Ritorna al suo stile un po' più fabuloso nella fabbrica di segatura (p.73 e seguenti), e forse omaggia Mana Cerace con l'essere viscido-resinoso che esce dal muro (p.21) davanti a Mina. Credo ci siano anche delle citazioni nei due clienti iniziali di p.22 o nella "band" di p.61 ma non sto qua a quizzeggiare.
Male la splash page di pp.66-67, il fatto che Mina versione bionda perda le lentiggini tra p.25-26 (per poi recuperarle in seguito), ed i primi piani di Dylan, sempre stra-calcati nei contorni, inespressivi e carichi di sopracciglia. Meglio sicuramente il Dylan di
Bacilieri in copertina, anche per l'aspetto goliardico che s'addice al clima della pubblicazione, ma quello sfondo
total-white in un CF provoca una tristezza come pochi
.
[...]
Passando alla storia, come dicevo prima si difende abbastanza bene per 2/3.
Ci cala in un buon incubo di perfezione estraniante e cospiratoria da GF, dove l'utopia del tutto-che-funziona con sorrisi a 74 denti in gabbia dorata si paga con la distopia progressiva dell'alienazione, dal sentirsi a momenti in un contesto sbagliato di identità artificiose, parecchio annebbiati e confusi, da un "prima" ed un "fuori" difficili da definire, specie se costretti a non pensare/ricordare o a non "sof-fermare" su carta (v. diario di Dylan, p.46 e 51) i propri pensieri. Anche Carpenter verrà assorbito (p.33) da questo da questo idillio tarocco all'insegna consumistica del monobrand Ydeak che accoglie e realizza tutti i tuoi
bisogni (p.84), regalandoti una dimensione migliorata su misura... di mobilio, in base ai tuoi gusti, polpette svedesi incluse
Peccato che questa
Ydeak non sia l'ACME dei Toons, e non fornisca per principio armi o altre suppellettili che invece alimentano i
sogni più intimi ed occulti, i desideri di squasso più torbido e lacerante, le pentole diaboliche senza coperchi... come invece fa il brand competitor
Valkyrie, quello con l'arcobaleno per intedenderci, proprio per far saltare questo "sistema" esaltato ed alienante, recapitando direttamente a casa di ciascuno il detonatore letale, la scintilla personalizzata a favore del rogo di questo teatrino di cartapesta&segatura.
Non ho capito sinceramente l'abuso insistente dei grassetti nelle prima pagine - 'zzo vuoi enfatizzare le
orchidee? (p.10) - , cosa avesse seppellito il tizio in giardino per meritarsi un pippone simile da Dylan (pp.12-13), e cosa c'entra il riferimento alla Lancia di Longinus (p. 15, forse il
mio avatar ne sa qualcosa, visto che sta per beccarne una in faccia
). Mi sembra chiaro invece il doppio cameo parodico (p.14) di Wendy (da
Il Buio #34) che risolve materialisticamente la sua paura dell'oscurità con delle lampade alogene, mentre Petulia Blendings scaccia la fifa dal
Castello della Paura (DD #16) appena ereditato, riammobiliando le sue stanze ormai ammuffite fino all'incubo.
Come ripetuto in precedenza comunque, fino all'escalation di violenza stragista in ammucchiata causata dai "doni" della Valkyrie (verso p.66), l'albo mi aveva convinto piacevolmente, anche se non saprei come dividere i meriti tra
Sicchio e Recchioni, perché il soggetto può contare fino ad un certo punto se non gli dai un costrutto, anche senza istruzioni dall'IKEA.
Poi si svacca di brutto, nel consueto
cul de sac paraculogeno, asfittico e pretestuoso
Dylan si avventura molto ispirato su un ganzissimo muletto, sfonda il recinto delle segheria - con quello della metafiction - ed il pasticcio per il New Boy smemorato è servito, senza marmellata di camemoro (tipica svedese), ma con parecchia resina colante, a vantaggio di taluni automi schiavizzati - distorsione derivativa dei
draugr dal folklore scandinavo.
Quindi si butta nella mischia un po' di mitologia norrena random, profanando Yggdrasill e Jormungandr (potenziale sprecato, soprattutto per quest'ultimo) per le minchiate dell'ennesimo spiegone ari-resettante del miliardario visionario
Ghost Musk,
di cui nessuno avvertiva la mancanza - se non il Sommo, che deve autopromuovere a ritroso (da ripensamento) un senso alla sue manovre termonucleari - il quale come sempre straparla in ambito di gombloddoni & progggettoni tecno-magicosi per rattoppare le ennesime pezze (da culo) onde giustificare la carnevalata proliferante dei multiversi dylaniati messi in circolo nell'ultimo decennio
.
Si sfiora il ridicolo con la
famosa didascalia di p.89, che si para il culo dove averci preso per il medesimo; si sfiora la tamaraggine da bimbominkia politically correct - magari fosse trash!
- con l'arrembaggio dei riders dall'arcobaleno che chiudono la faccenda vergognosamente in frett&furious, mentre il buon John saluta tutti in prode ritirata infilando la chiave nonsicapiscedove, e dichiarando amore incondizionato per il Caos
.
Io so solo che per provare ancora amore verso DD dopo tutto questo caosino, l'unica chiave utile è quella per rinchiudere un certo supervisore fuori dalle stanze delle scelte editoriali/redazione. Magari con in dotazione un bel modellino IKEA tutto suo del salotto di Dylan da montarsi su misura, giochicchiando e smanettando mentre gli cresce la barba o cerca meteore sul soffitto
.
I nostri
bisogni non corrispondono ai suoi sogni, s'era capito, no?