Non ci siamo, a me
Simeoni fa sempre un effetto mediamente repellente su DD
.
Non ci posso proprio far nulla, ma il suo genere di horror puerile stile disneyano finto-complesso iperbuonista mi fa venire l'orticaria tremens al solo ripensare di aver letto roba simile a 40 anni stonati.
Senza contare tutta la minestronzaggine degli elementi dozzinali (di una faciloneria impresentabile) buttati lì tanto-per portare avanti mezza trama sceneggiata senza fondamento, senza suspense, senza atmosfera, senza gli attributi necessari per trovare un briciolo di interesse in quanto si legge, collegandolo al contesto dylaniato.
I disegni sono di buona qualità (a parte i testoni sproporzionati, tipo caricature cartoonesche), detto sinceramente, ma gli consiglierei di limitarsi a quelli ormai...
... e solo per quelli
ho votato 5 e non meno.
S ✲ P ✲ O ✲ I ✲ L ✲ E ✲ R ✲Parto da una serie di beotaggini niente male che rendono l'idea di come l'autore non abbia idea di chi/cosa/come/dove/quando stia scrivendo, prendendo il lettore medio per idiota onde calmierare la propria, di idiozia.
Già altri hanno evidenziato l'asinaggine inqualificabile nel definire
Dante un esponente del
Rinascimento (
p.65, ma forse Groucho rimedierà alle squole s'erali, nonostante parli un fiorentino medievale in novenari niente male). Altro scompenso già menzionato le date che non collimano con quanto dicono i personaggi nell'albo #408 (v. incontro con Groucho, lasso di tempo trascorso, etc)... ma sono falle abbastanza veniali, per quanto straviste a ripetizione da quando il Sommo Gegggno da Tor Pignattara ha provato ad infilare uno pseudo-concetto in croce di continuity posticcia nella collane di perle degli albi in post-produzione come questo attesissssssssssssimo sequel
Altra fessata, ai limiti dell'incompetenza da sapienza bignamica, non certo accademica, quanto semantico-lessicale: ma se in piena Londra durante gli scavi di un cantiere si trova un guscio di materiale mysterioso, non proprio organico ma neanche di fattura antropica - non ci sono mica rune celtiche, massi di Stonehenge, residui di laterizi o pietre lavorate da altre epoche storiche- chestramminchia c'entra un
Dipartimento di Archeologia?
Non scavano mica a Pompei o Roma, e comunque in casi simili al massimo ci può ficcare il naso per una supervisione qualcuno che si occupa di
Paleontologia o Geologia, non certo un archeologo! Le piramidi Maya sotto il centro commerciale di Vimodrone sono più credibili come scavi indetti dagli archeologi della prestigiosa University of Cambridge.
Per chiudere - per pietà, dato che ci sarebbe dell'altro, ma non ho voglia né tempo di andare oltre almeno che qualcuno non riprenda l'argomento per conto suo, come ho già anticipato qualche post fa sul tentacolo frainteso per metonimia ad vanveram per l'intero
Cthulhu - parlando sempre di (in)competenze ad cattsum... crepa un anonimo pensionato a distanza nel profondo Galles (p.12) ed interviene
subitissimo nelle indagini nientepupudimeno che Scotland Yard direttamente dai quartieri generali di Londra, nelle figure di Carpy e Rania, ben prima che Bloch trovi un vago collegamento con le morti degli umarell di 2 anni prima. Per una badante che si suicida da un ponte in Scozia direttamente lo MI5 o si chiede supporto a C.S.I. New York
[...]
Parlando della storia in senso generale, è pesantemente scissa in due tronconi equilibrati a malapena dal numero di pagine simile.
Fino a p.50 abbiano solo una rimpatriata in pratica. Scritta benino, per carità, con qualche dialogo azzeccato, specie per Groucho, ma di fatto non succede una mazza, tranne i personaggi che continuano stucchevolmente a straparlarsi addosso per creare qualche collegamento col #408... cosa che in realtà è spiegata anche malaccio rendendo quasi impossibile comprendere la tenuta di quell'albo senza averlo già letto, specie per i poteri delle creature sotterranee e la questione dei numeri/battiti di ciglia, uno dei pochi elementi riusciti e fascinosi del prequel.
Due vignette di morti-scanner-style (p. 12 e 30) per due vecchiardi crepati a casaccio e poi nient'altro: solo Dylan che deve (ri)spiegare ripetutamente - senza ricordare "poi tanto bene", altra fessata, a livello logico - cosa diamine successe nel #408, Bloch che deve rimbalzare di qua e di là per appuntarglielo, le illuminazioni di Rania e Carpy sui collegamenti con lo scavo attuale, e la reunion da carrambata geronto-solidale col povero nonno Joe, e ridanghete anche col vecho che prova a rimembrare l'andazzo eccitante del #408, pure lui a smozzichi alzheimerotici.
A corredo la solita retorica banalmente penosa dei politici appaltatori corrotti e cinici, come il sindaco che lavora solo per i con$ensi nei propri affari, Vs. l'angelica Università, quella sì che si batte per il sapere aggratise (minimo 40.000£ di retta annuale a Cambridge, senza interessi di rango politico, by Jove... Pluvius
).
Insomma
una non-storia fino a p.50, che almeno ha il pregio di non irritare come quello che segue nella seconda metà.
Difatti il secondo tempo è anche peggio, da far tornare volando i pop corn indietro alla cassiera
.
Quando ho visto l'allegro quartetto dirigersi di straforo combriccolante verso il cantiere col Maggiolone non ho potuto far a meno di pensare a questo
Ma in fondo, a proposito di risvolti puerili da piccoli-brividi Simeonidi, era meglio se la cosa si fosse limitata al tenore di una storiella di
Scooby Doo in salsina vagamente lovecraftiana. E invece nel miscuglio indigeribile si avanzano pure pretese forbite di inferni danteschi for dummies, pasticciando traversate da Goonies a margine di mostri illusori puramente concettuali, e Ratigher che sbaverà per il prisma alla fine di tutto. Tremendo
Roba non tanto distante, con qualche rimpianto, da cose come
Un Mondo Sconosciuto,
La Foresta Perduta, o parlando di viaggi sulfurei in odor d'oltretomba à la Dante un certo
Viaggio Senza Speranza - Speciale abbastanza vituperato del Gualdo.
Salvo solo le sequenza della lotta in acqua stigia (pp.73-76), perché i disegni sono di caratura superiore, demoni compresi, come vedremo dopo. Per il resto una sequela di baggianate abbastanza sconfortanti, specie per la faciloneria con cui forniscono spunti e motivazioni alle azioni dei personaggi, oltre alla chiusura della storia in sé.
Mi sono già espresso sul modo sconfortante con cui Dylan, non appena atterra dalle parti del totem-tentacolo (pp.55-56), dal cilindro del cinquantesimo senso e mezzo comprende al volo come la cavità dell'uovo riproduca per associazione cosa uno/a qualsiasi immagina in sua funzione, materializzandola - in questo caso Sylvie con le sue vaghe letture molto professionali d'archeologia lovecraftiana. E ambiva pure alla cattedra a Cambridge, magari col ritrovamento della fotocopieria che stampò le dispense del
Necronomicon?
Altrettanto ridicolo il
modo improvvisato con cui Dylan "capisce" senza alcuna motivazione particolare che bisogna entrare nel tentacolo (affàché?), e senza nessun particolare escamotage ci si fa strada, se non con un intenso "voglio entrare" (p.59) e così sia. Un bimbominkia di 11 anni ha più immaginazione nel creare gli espedienti per sbloccare una narrazione a rischio incartamento in queste fasi.
Anche la piccola galleria di oggetti carichi "di significati diabolici" (pp.60-61) lascia il tempo che trova, approssimando il suo senso verso la corbelleria, considerando che il buon
Charles Manson in bella vista non è un di certo un "significante diabolico" per percezione culturale o superstizione altrui, ma proprio uno stronzo criminale sanguinario conclamato
.
Comunque sia la gita prosegue, senza capire affàcosa di preciso, tranne prendere in giro i diavoli (presunti) cagasotto e sconfiggerli fissandogli negli occhi. Wow che emozione! Peccato che oltre alle pentole ed ai coperchi i demoni non abbiano trovato un ambulante che distribuisse questi per sconfigger la Scooby-Dooylan band di guerrieri
La parte conclusiva non aggiunge nulla, se non accelerare verso il nulladiché aggravato: ancora una volta Dylan di punto in bianco capisce cosa fare - nello specifico zompare in una buca di ossa per arrivare al livello successivo (p.85), con tre vite extra sulle spalle, ma senza funghi (da LSD) di SuperMario di scorta, per fantasticare meglio
.
Abbastanza inutile l'enorme prisma-cristallo in sé, il fatto che Groucho e Sylvie si mostrifichino un po' senza combinare nulla - Groucho, tipico di un demone, punta pure la pistola come massima minaccia immaginabile agli inferi (p.90), puntualmente inascoltato - come di una insulsaggine telefonatissima la soluzione del tutto: basta fissare il prisma intensamente e tanti saluti... tutti più belli & buoni di prima, di ritorno dal "fronte" (p.98) a casuccia possibilmente, con l'ingegnosissimo escamotage dei ricordi vaghi per non provare a spiegare cosa diamine abbiano risolto là sotto.
Per un tri-sequel propongo una gita al Purgatorio dove sconfiggere i castigatori divini con delle barzellette urlate nelle orecchie. No aspè... devo averla vista anche questa, a livello di purga...