Con questo caldo avrei preferito qualche brivido in più
Gialletto pagliericcio, dove ronfarci sopra: pochi scossoni, tanti sbadigli, scorre placido con molte paginette aggiunte per riempire i pochi eventi a furia di dialoghi dal minimalismo quotidiano, che più di circostanza non si può. Un comodo episodio di
Don Matteo con un numero di chiappe in vista sopra la media, per la fanbase più sgamata
.
Tipico lavoretto da nippo-impiegatucolo à la Pummarò Marzano San, che non si discosta dalla sua media(crità) quando c'è da far numero a livello di travet... ripiegando
una storia chiaramente da Maxi/OB qua sulla regolare. Un posto al pomodoro nell'insalata non si nega mai, figuriamoci durante la Restaurazione post-cilecca del Sommo.
Non che mi aspettassi molto da Marzano, ma
sul recente Magazine 2022 - nonostante il plagio spudorato di
The Lighthouse - si era difeso con vivacità e garbo, senza risparmiare un simpatico finale deliro-trash, al contrario della piattezza (curve a parte
) di questo #431.
Votato 5 1/2 ☼ S ☼ P ☼ I ☼ L ☼ E ☼ R ☼Comincio proprio dall'inizio:
la copertina.
So che si tratta di un citazionismo spinto, ma ancora una volta i Cestaros non si confermano nel mio personale gradimento e dimostrano di trovarsi poco ad agio con le dinamiche dell'horror da copertina. Concept banalissimo, colori spiaccicati, e
pessima gestione nelle proporzioni dei tre elementi tra loro, con la tizia che sembra un gigante, Dylan un nano, e a mezza via lo sfondo tra cancellata e lapidi del cimitero, a dimensione di morto.
Malaccio anche il bicromatismo nero del logo, poco azzeccato mentre si perde sulla destra;
brutto forte il titolo, contro cui
Ambrosini avrà mosso una class action per aver giustizia dal CERN dei filosofi quantistici di Ginevra -
maccome! Il Nulla che dura per Sempre nel Tempo, mammestataasfotte, dopo manco un mese dall'indottrinamento?!
. Titolo che tra l'altro sembra con evidenza marchio dell'ebetudine del Sommochesicredeprofondosentenziando, come il fantomatico
...e lascia un bel cadavere o
L'odio non muore mai .
Di
Freghieri sentivo un po' la mancanza a dire il vero. Un onesto lavoro di buona fattura, specie quando si concentra su quello che più gli piace, ovvero i nudi delle figone, il tratteggio sui primi piani scomposti dalla luce (es. pp. 22 e 57), le geometrie tra ombre e scacchi, o le scene acquatiche (a p.48 c'è un campionario di tutte queste cose)
.
La sceneggiatura scialbeggiante non gli permette di sorgere a splendore per nessun contributo in particolare: forse solo le scene di amoreggiamento struggente tra Gertrie e Craig raggiungono un certo appeal, e non a caso sono la parte più significativa dell'albo. Per il resto poca roba sia nelle colluttazioni che dove si poteva aggiungere un po' di splatter (p.42), ma questo dipende più dalle direttive di Pummarò che dal disegnatore.
Credo abbia nel tempo cambiato stile delle onomatopee e scritte varie, che ora si presenta più squadrato e regolare.
[...]
Sulla storia in sé credo non ci sia molto da dire, e di questo forse molti forumisti ringrazieranno Marzano per aver contribuito indirettamente ad accorciare i miei contributi.
Sugli attributi - nel senso di aggettivazione - non credo potrà contenermi più di tanto
Come accennato sopra il ritmo è lemme, pacatissimo; in 60pp sarebbe stata pure larga. Si perde molto tempo per dettagli di vita quotidiana (v. portinaja), ma questo non rende la storia più "empatica" verso il grigiore comune dell'esistenza fantasmosa di Gertrie, che comunque è un personaggio di valore nella sua trasparenza da invisibile sotto focus. Gli altri comprimari decisamente no, non danno di niente, a partire dalla squinzia addetta all'immagine di Dylan in questo mese, per finire con Craig lo spasimante-non-ansimante. Divertente, per il paradosso implicito ( e voluto
) che si crea, quando Gertrie dice alla madre-fantasma che esce per darsi alla vita (p.46), mentre in realtà si butta tra le braccia di un altro spettro dalla non-vita a scadenza. Dialoghi nella media, senza sparate ed effetto, e ne sono grato
.
Omicidi anemici di routine alternati a cartoline dalle giornate di Gertrie e pseudo-indagini con continui ragguagli alla camomilla Bloch-Figlio. Poco altro da aggiungere se non che Dylan anche qui, come nel recentissimo #430bis, ammette (pro-twist finale) di far cilecca col suo quinto senso e mezzo, per quanto ad un certo punto
sembra persino meno fesso del padre, che non chiede nulla in ospedale a May (pp.53-55) sui nomi delle vittime della tizia col cappello, mentre Dylan (p.56) rimedia poco dopo con la lista incalzante.
Come sempre non può mancare lo
svarione concettuale ignorato dai revisori: l'omicidio per annagamento di Craig al party avviene nel 2012, una decina di anni prima rispetto ai tempi attuali (v. quanto dice May a p.61), mentre Sir Pembrooke sostiene che il suo ricattatore (88.vi) si è rifatto vivo
dopo una ventina d'anni Ambrosini è tornato in auge per dimostrare la plasticità del tempo?
Senza contare la semi-assurdità di May, che dopo esser stata dichiaratamente stordita ad un party di alcool-sesso-droga&rocn'n'roll, rimembra a menadito a distanza di 10 anni, da un letto d'ospedale, i nomi dei 3
sconosciuti coinvolti nel fattaccio. Come se io andassi ad un rave con una flebo di vodka in corpo e poi mi ricordassi dopo un decennio al bar il codice fiscale dei 3 che mi zompavano davanti in piena notte di luci psichedeliche
.
La risoluzione del giallo è davvero poca roba, coi relativi retroscena: roba da
Don Matteo come detto sopra. Dylan salva due volte per un pelo di... capello May, e si fa di tutto didascalicamente per farci credere che sia Gertrie la colpevole, salvo poi incolpare alla fine un'agente russa, cosa tipica di questi tempi. Insulsa la nonchalance con cui Sir Pembrooke vuota il sacco candidamente.
Non ho capito l'ironia (presunta) in coda, dopo la confessione abbastanza inutile di Gertrie, che ribadisce cose già visibili nell'albo, stile riempitivo: Dylan si compiace di estorcere 400£ al dì agli psicopatici, e si apre da psicopompo un'agenzia di amori ultraterreni per cuori spezzati da redivivi?
Mettiamoci una pietra (tombale) sopra: se son fiori, fioriranno
.
Se non d'arancio ma di crisantemo, poco conta. Per 400 sacchi vale la pena farsi il mazzo.