Cravenroad7

Non tra i migliori albi del 'nostro'.

seguono possibili
S
P
O
I
L
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Generalmente il miglior Sclavi prende spunto da un film o da un libro per poi costruirci attorno una trama personalissima, che poco ha in comune con la fonte.
Qui invece la storia è rimasta pressochè identica al modello di partenza, Il miglio verde di Stephen King - oppure la versione filmica (ottima) che ne ha ricavato Darabont.

Si tratta di una storia che Sclavi ha dichiarato di apprezzare molto, ma fortemente strutturata e quindi molto difficile da modificare o rielaborare.
Di fatto, il tocco di Sclavi si nota solo in alcuni dettagli marginali, tipo la figura dell'avvocato Ryke, che però pur essendo un personaggio simpaticissimo ha un ruolo di secondo piano, non decisivo per gli sviluppi della trama.

Insomma, è tutto troppo derivativo per lasciare il segno.


Mi limito a segnalare un dettaglio.
Non una qualità, ma comunque un piccolo segno di distinzione rispetto all'imitazione pedissequa del modello.

Nel romanzo John Coffey (il personaggio che Sclavi ha 'ribattezzato' Forrest) è una figura messianica e cristologica. Non si limita a fare miracoli: passa attraverso numerose sofferenze che costituiscono una vera e propria Via Crucis e alla fine muore innocente per i peccati altrui. Tuttavia l'opera di King/Darabont non è pessimista, anche se la guardia Edgecomb è condannata a un ironico contrappasso: continuare a vivere per un tempo indefinito.

La stessa vicenda in Sclavi assume invece sfumature molto più pessimiste. Ed è comprensibile: Sclavi non è credente, non può accettare in pieno una figura messianica. I poteri di Forrest non cancellano il male, si limitano a trasferirlo altrove.
Nulla di originale, intendiamoci. L'horror è zeppo di film o storie dove il "karma negativo" viene semplicemente trasferito. Per uno che sta meglio, un altro 'deve' stare peggio. Tuttavia è pur sempre un (piccolo) sforzo da parte di Sclavi per distinguersi dal modello di partenza.

Riletta dopo oltre 10 anni, all'epoca mi aveva impressionato questa storia e pure i disegni. La consideravo una storia ottima. Oggi gli do un 6 fiacco. Cossu nella norma.

Storia 6-
Disegni 5

“Cattivi pensieri è un reverente omaggio di Sclavi a quello che per lui (e anche per noi) è uno dei più grandi romanzi del secolo: Il miglio Verde di Stephen King”.

Queste furono le parole che presentavano l’albo nel lontano 1998, una storia è bene chiarirlo subito che va decisamente oltre il semplice omaggio, cosa che in sede di giudizio non può essere ignorata.
Detto questo va anche evidenziato l’approccio di Sclavi che (a differenza di King) vira decisamente sul sociale e sul politico come poche altre volte si era visto nella serie, in Cattivi pensieri il punto di vista dell’autore non potrebbe essere più chiaro e ricordo che al tempo la storia suscitò molte polemiche tra i lettori, con lettere in redazione non proprio entusiaste.
Il discorso politico sull’immigrazione, sull’interpretazione della giustizia, sul razzismo ricopre una parte fondamentale nella storia ma non mi soffermo su questo, del resto Sclavi è da sempre “schierato” e questo non è mai stato un problema, per cui la mia attenzione si rivolge principalmente alla storia, al suo sviluppo e alla sua capacità di coinvolgere il lettore.
A mio avviso Cattivi pensieri è una buona storia, un racconto che gode di un incipit fulminante, citazionista, folle e divertente, la presentazione di personaggi riusciti (il ripescaggio del mitico vicino armato di cannone creato da Ruju, la giovane avvocatessa, lo stesso Forrest), ma sopratutto di un ritmo sostenuto che non viene mai meno neanche nelle fasi processuali, insomma la storia si legge con piacere perché è ben scritta pur essendo clamorosamente derivativa.
Il lavoro di Cossu è buono, le tavole con le visioni provocate da Forrest sono notevoli (quella dei ragni e quelle dove i cattivi pensieri escono dalle menti di alcuni personaggi), il disegnatore romano resta un artista molto classico e particolare, di non facile appeal ma io l’ho molto rivalutato nel corso degli anni.
Voto: 7

cattivi pensieri
sclavi in caduta libera, fumetto sempre più didascalico, buonismo pesante, trash (il processo farsa, l'assassino che si dipinge di nero)
uno dei peggiori sclavi, storia poco più che sufficiente, ingannevole e malinconico l'inizio che richiama la golden age (dopo mezzanotte)
più che il messaggio di fondo o la citazione al miglio verde, è proprio la storia che è bruttina e sottotono, i disegni non aiutano
il personaggio principale è antipatico, da sberle, meglio l'avvocatina (divertente il suo trabocchetto al testimone laburista)
nel bel mezzo della predica pannelliana, sprazzi di ironia, forse involontaria, nel caso del carcerato pluriomicida che miracolosamente si redime, esce (ma come è possibile?) e diventa assistente sociale, ma giustamente riceve il fatto suo da un vendicativo compagno di cella...
la copertina mi piace molto

voto 5/6

Albo molto divisivo.

"Cattivi Pensieri" è un omaggio di Sclavi a "Il miglio verde" di Stephen King (e del film di Darabont). Ottimo il personaggio di Lee Riker e i suoi siparietti con Groucho. Albo fortemente schierato a sinistra, con i personaggi, su tutti Lee Riker, che non lo nascondono.

Personaggi negativi stereotipati: la testimone razzista, il delinquente bianco che si traveste da nero, il pm che vuole solo vincere la causa.

Commovente il finale, ma la sceneggiatura è una furbata, un furtarello in casa King. Qui si va oltre la citazione.

La cosa migliore dell'albo sono i disegni di Ugolino Cossu, disegnatore molto sottovalutato. Qui con il volto di Forrest si supera: le persone di colore riesce a disegnarle con uso perfetto della china. Copertina discreta e incentrata sulla scena deus ex machina di Forrest.

Penso sia il peggior Sclavi, e di riflesso, quindi, il peggior Dylan Dog, con la debole eccezione delle storie dei color fest, che abbia mai letto.
Buonismo peraltro tipico di certi anni '90, che ci ha portato allo stato attuale. Oggi, sebbene gli irriducibili ci siano sempre è inevitabile, sarebbe molto più difficile far digerire a tutti i costi la razza nera come eletta e semplicemente buona, mentre tutto il male, il razzismo del giudice e della giuria, gli omicidi, le rapine, perfino l'idiota che si dipinge di nero, sono bianchi.

Ecco qua i difetti già notati in precedenza portano il fumetto veramente fuori strada.
Plagio poi netto dai personaggi del Miglio Verde ne fanno calare drasticamente il fascino

5

Unico momento memorabile di questa storia è quando l'avvocatina inganna l'anziana in tribunale, segmento divertente ed efficace. Per il resto... mamma mia che banalità.

Tiziano... ti scrivo questo messaggio dal futuro... devi superarla 'sta fase da soldatino rosso, sta diventando ridicola. Tutti i poliziotti sono cattivi, tutti i neri sono buoni, tutti i conservatori sono nazisti, letteralmente tutto quello che passa in tv causa violenza ad eccezione dei film dell'orrore, ossantocielo! Cresci. Si può pensarla in maniera così spigolosa in seconda liceo, non da adulto e con la responsabilità di un'intera collana a fumetti.
Cresci.