Alla fine l'ho comprato pure io
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E letto... senza particolare soddisfazione, anche se è una Contu un tantino più sul pezzo e meno retorica degli scialbi
Predatori sull'inedito qualche mesetto fa.
Eppure il
voto è sempre
5 1/2 alla fine, per quanto sul CF in genere io non abbia grandi aspettative e le storie anomale-sperimentali siano ben accette. Ma qui manca parecchio per soddisfarmi, anche sul lato grafico.
S
P
O
I
L
E
RIn
copertina c'azzecca poco quel teschio stile Union Jack sullo sfondo (citando il logo del
Pianete dei Morti o di
Anarchia nel Regno Unito?), perché date le proporzioni/dimensioni di Dylan in primo piano, si fa fatica a capire cosa sia.
Inoltre, cosa ben più grave,
Pontrelli non è affatto adatto a questo tipo di colorazione, che sminuisce il suo tratto tremolante per incasellarlo in contorni cromatici netti ed insapori, per quanto siano inevitabili i toni sul grigio-ocra-fango, laggiù al fronte.
Si finisce per perdere molti dettagli (v. armi accumulate a p. 17 o cadaveri a p.72), ed alcuni profili non si capiscono/distinguono - tipo il cugino di John, il sesto membro della squadra di McCoy. Male tutte le scene di pioggia (specie pp.68-69) e anche la fusione anglo-tedesca Ghastly/Grausig (p.91) non brilla per riuscita
.
Sulla storia in sé, posso dire che sarebbe stato un buon episodio per
Le Storie...
... finché si è limitata all'ambito bellico, le angherie sul fronte, le ansie interne al plotone, il cameratismo più vile, le strategie documentate, l'orrore delle armi, etc. Per quanto in certi punti verbosi, alcuni dialoghi c'azzeccano, perché concentrare tutto sull'azione o sulle immagini sarebbe stato riduttivo. La caratterizzazione di alcuni personaggi tiene bene, nonostante sia un tantino scontata, dall'irlandese genuino allo spaccone sadico-fifone... escluse
le solite sproloquianti citazioni shakespeariane di Tom che avranno fatto contento solo il Sommo, I suppose. Buono Johnny che diventa spesso la coscienza critica di McCoy/Dylan con le sue osservazioni disilluse e schiette, mettendo a vacillare le certezze dell'amico
.
Anche l'impegno "socio-attuale" della Contu - che sembra una costante delle sue storie. Sarà stata assunta per questo
- qui non stona molto, grazie all'impatto più storico del contesto. E certe frasi viste campeggiare tra p.14 e 15 potrebbero essere applicate al conflitto ucraino senza particolari forzature...
Finché quindi ci si limita a questo, la retro-biografia del caporale McCoy (in Dog) si distingue bene senza particolari medaglie al merito, su un episodio per
Le Storie.
Ma quando la storia prova a farsi pure dylaniata, sparacchiando qualche colpo (a salve) di sovrannaturale-incubo, allora c'è da battere in ritirata sotto il fuoco amico chiedendo asilo politico presso qualche autore meglio qualificato quanto a gradi di esperienza (e qualità) per il Nostro Boy
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Pessima la prima decina di pagine, anche per come è sincopata in modo singhiozzante tutta la sequenza dal Maggiolone ko al (solito) Dylan che si frappone tra i contendenti beccandosi aggratise una sciabolata nel ventre perlacausacchemmancoluisa. Zero atmosfera, fluidità a scatti sceneggiata in modo quasi autistico.
Non ho capito la visione della dama in rosso (pp. 54-55), ma le scorrazzate di Ghastly versione mostro della palude necrofago (p.69) o seviziatore (p.79) non incutono nessuna inquietudine né qualificano l'appeal dell'albo, complice un Pontrelli annullato da questo tipo di colori.
Scadente nella banalità più sfacciata anche la personificazione astratta di Ghastly nel presunto
Demone della Guerra, neo-cugino acquisito di altre entità del pantheon tarocco del Rrobe come le varie Mater, Pater, Water, Sister, Suocer, etc. E le ultime tre paginette di ragguaglio tra Dylan ed il vero McCoy, improvvisamente liberato dalla maledizione, sanno di contentino raffazzonato last minute con mezzucci idonei a lettori da terza media
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Non sono un militante del fronte unico, ma prove come questa della Contu fanno capire come sia disarmante la pochezza delle attuali forze arruolabili sul fronte DD
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