Cravenroad7

si, quindi?

Per un senso di giustizia ci rimetterei Gualdoni ma supportandolo come si deve stavolta.

Allora perchè dici che terresti ancora il Recchioni?

Perfetto Dear Boy allora facciamo come ho suggerito in precedenza. Il tuo è un "nessuno di quelli citati" e vale come un voto a Gualdoni

Oh, ragazzi... ma un bell'avvicendamento tra Roberto Recchioni (mi concedo di citare nome e cognome dato che questa è una parentesi neutra) e Roberto Vecchioni no? Così se la gente è affezionata al "nome" almeno può godere di un nome simile

Pensa, questa cosa di roberto vecchioni l'avevo letta anche in giro sul web e su facebook...evidentemente piace

Ahahahah eh si, evidentemente qualcuno già ci sta facendo un pensierino ahahahah

Forse nasce da quando l'avevano intervistato in radio e un ascoltatore l'aveva scambiato per Vecchioni, facendo una domanda sull'ultimo disco.

ahahahahah si, mi sembra assai probabile

nessuno dei citati

Ho rispolverato questo topic perché non sapevo davvero dove scrivere, e non mi andava di aprirne uno nuovo (troppa fatica? scarsi responsi? )

Nel mio bazzicamento generale ho beccato questo mozzicone d'intervista al Sommo.
La fonte è il forum di NN, dove Sbu-alias-Skeletor bazzica ancora, dopo averci abbandonato su Craven Road 7.
Non saprei la data e la circostanza dell'intervista ma dovrebbe trattarsi di roba recente. Se possibile chiedo allo stesso Skel o chi ha contatti col suddetto forum di accaparrare altri dettagli.

Cosa emerge Dopo un Sommo che (tramite Enna?) attizza le sue ultime cartucce d' ostilità verso i lettori ed ammette di non aver più idee/pesci da prendere nel suo stagno auto-intossicato, stile lago d'Aral fantasma, dando in pratica la colpa a Sclavi, al Chiave, Ruju &co d'essersi accaparrati per primi le risapute idee dall'etere iperuranio, in tempi meno grami (per la critica?)...
... abbiamo qui una sembianza di resa e sconforto abbastanza chiara. Oltre che di disaffezione verso Dylan Dog ed il lavoro necessario per tenerlo vivo, dopo la valanga di panzane ed iniziative scalcagnate intraprese negli ultimi anni. Ormai si tratta solo di aspettare che il contratto scada, e quella è la porta.

Riporto:

- TIZIO: Adesso che tipo di professionista è Roberto Recchioni? Sei fumettista, autore, scrittore, produttore, dove ti vedi meglio?

- RR: Quella del produttore è stata una fase, che però è finita.

Sto tornando a una dimensione più autoriale, dico spesso di essere un autore in pensione perché dopo 25 anni di onorata carriera…

si è ritirato Totti, posso farlo anche io.
A parte gli scherzi, sono un po’ stanco e quindi ho deciso di fare molti meno fumetti e quelli che faccio li voglio fare con un approccio molto più autoriale e che mi veda coinvolto direttamente o alla scrittura, o al disegno, o a entrambe, ma con approccio artistico diretto.
Farne meno, in generale.

Mi sto muovendo di più nel mondo del cinema, ho finito da poco un primo corto di animazione fatto con il Ministero della cultura italiana nel mondo dedicato a Dante Alighieri, si chiama Dolente bellezza.

È stata la mia prima esperienza di regia, è stato molto divertente. Il lockdown, per tornare al tema iniziale, mi ha aiutato a tornare a una condizione più personale.

Come curatore editoriale di Dylan Dog avevo detto che sarei rimasto quattro anni e sto entrando l’ottavo, credo che sia il caso di iniziare a pensare di staccare: non domani, non dopodomani, ma non tra molto tempo.

Ho sempre detto che chi fa il curatore di Dylan deve rimanere fino a quando ha spinta e idee: io nel ciclo narrativo 666 ho riversato tantissimo e ho scritto tanti numeri di fila e adesso come adesso voglio scrivere una storia ogni tanto e poi vediamo. Voglio tornare a una condizione in cui se esce qualcosa con il mio nome sopra è perché l’ho fatta direttamente.

Quando dico che sono stanco intendo proprio fisicamente. L’ultimo anno e mezzo su Dylan è stato faticosissimo e mi ha assorbito tantissimo.

__CronoRettifica__

Visto che parla di Dolente Bellezza appena uscito, il cortometraggio animato risale ai primi mesi del 2021.
Per cui questa intervista risale almeno ad un anno fa. Se parlava così già da allora, si capisce sempre più la sua sparizione progressiva/remissiva ed il calo d'influenza sulle decisioni editoriali... man mano che la scadenza del contratto si avvicina

Premettendo che ancora mi è oscuro cosa deve fare il curatore come figura professionale, devo dire che proprio non saprei chi scegliere per quel ruolo.

Anche perché, mi pare di aver capito, RR ormai cura solo la regolare e il CF, visto e considerato che lo Speciale è territorio esclusivo di Bilotta (e ci mancherebbe).

Escluderei a priori l'uomo con gli occhiali da sole, che ormai sembra quasi un paria, escluso da qualunque giro che conta.

Sarebbe interessante vedere cosa combina Ambrosini, con la testa e la cultura che si ritrova, potrebbe essere un disastro, ma molto interessante. Sempre che la cosa non gli impedisca di scrivere allora anche no.


V

Bah, mettiamola così, semplificando parecchio: è una via di mezzo tra un direttore artistico e un direttore esecutivo. Dovrebbe indirizzare l'andamento editoriale delle testate, supervisionare gli autori, coordinare il loro operato, decidere cosa approvare e cosa cestinare, infondere un determinato taglio artistico, gestire le risorse anche a livello d'immagine, contrattare coi referenti aziendali, etc.
Mica poco
Tante responsabilità ed una libertà che è proporzionale ai propri obblighi/scadenze.

Come sappiamo benissimo RR le sue carte se l'è giocate in questo ruolo, ed il banco è saltato con tanto di mazzo (gonfiato a vuoto, livido) per tornare gattopardescamente indietro, dopo una serie di danni collaterali non da poco. Cosa possono imparare da questo i suoi successori? Diverse cose, ma la lezione non è esaustiva in sé: per risolvere i problemi atavici di DD non basterà distinguersi dalle panzane autoreferenziali del Sommo, virando nella direzione opposta. Magari fosse così semplice...

[...]

Senza divagare troppo torno un attimo al sondaggio in sé.
Continuo a non vedere nessuna figura - per autorità, autorevolezza, personalità e completezza - in grado di accollarsi un carrozzone così ingombrante e stressante, anche se Busatta smaltisce già quelle 12 storie all'anno che sono di per sé circa il 40% del totale. Rimangono l'inedito ed i CF in pratica.
Per questo mi accodai al trittico A-C-M, ma si trattava di pura utosimpatia in memoria dei loro exploit e della loro affidabilità media, in quanto comprovati esperti di DD sul fronte hi-fi quality.


Di fatto però sia Ambrosini che Chiaverotti (per non parlare di Bilotta) sono fondamentalmente degli individualisti abbastanza estremi. La diplomazia editoriale a quattro mani non è il loro forte, a livello gestionale prima che creativo. I loro personaggi (v. Napoleone, Morgan, Mercurio, etc) sono talmente attaccati al loro creatore che nessuno sceneggiatore esterno ci hai mai messo mano - a parte qualche breve cameo di Cajelli qua e là. Un altro profilo che penso sia abbastanza affidabile è quello di Enna, ma pure lui ha diretto soltanto se stesso in Saguaro.
Non li vedo affatto capaci di gestire in solitaria un ruolo così "collaborativo" come quello del supervisore, che deve tener testa, in tempi non troppo dilatati, a dozzine di (altri) autori con idee e stili diversi, per non parlare delle responsabilità molto più critiche sul fronte DD rispetto alle tirature quasi amatoriali dei personaggi citati sopra.

Per quello, vagheggiando, parlavo d uni trittico, in modo che uno supervisioni l'altro, in modo organico.
A conti fatti poi, non saprei se esiste nei meandri della redazione SBE un novello Gualdoni - cioè un maisentitoprima archivista da fondoscala, prima che autore, in possesso di una memoria scientifica sulla materia, fedele ma nozionistica e conservatrice - che potrebbe prendere da solo le redini di questa bollentissima patata zoppa, perché lo scotto da imbarcarsi in questi casi farebbe desistere diversi profili - v. famoso rifiuto della Barbato, novella Celestina V.

Forse l'unica eccezione in questo senso per me rimane Medda.
Versatile, multi-tasking, abituato a collaborare, tirando le fila di tutto/i, e quindi comprovatamente in grado di gestire tante teste & testate, come gli è successo per decenni sul fronte NN.
Inoltre, cosa che non guasta, una punta di eccellenza nello scrivere DD stesso. Peccato dicono sia sempre più distaccato da Dylan nell'ultimo decennio, e abbia tanti altri impegni, pare...