Giuda ballerino95 ha scritto:
Non capisco perché quando uno vuole scrivere su Dylan Dog si usa sempre la depressione come stato d'animo o addirittura come caratteristica principale di questo personaggio. Ad oggi questa malattia (perché sì la reputo come tale) viene citata in moltissime fonti, se ne parla a dismisura ma per me sempre nel modo sbagliato. Come se fosse una skill in più che ognuno di noi ha, una cosa passeggera, un vanto quasi al giorno d'oggi perché avere un periodo nò fa figo. Per me viene sempre sottovalutata e trattata in modo superficiale dalla massa perché chi ci ha fatto i conti sa benissimo che non la si augura manco al suo peggior nemico. Detto questo mi urta e non poco vedere Dylan ogni tre per due buttato in questa tematica, non perché non voglio che non se ne parli ma per il modo in cui viene trattata tale questione. Poi sarò io che ricordo male ma Sclavi non lo aveva caratterizzato come un depresso cronico o uno che aveva un qualche malessere nel vivere. Ha affrontato questioni sociali che ti facevano aprire gli occhi su la solitudine, il diverso, l' emarginato ecc... ma non ricordo che il personaggio di Dylan Dog ha come peculiarità lo stare sempre in paranoia già di prima mattina come in queste tavole.
quoto ogni singola parola
daradda ha scritto:
Credo sia arrivato il momento di cambiare la forma del color. Ormai non è più sperimentazione. Ogni autore inventa un suo personaggio diverso e ci appiccica sopra la texture di Dylan Dog. Questo non è sperimentare, questo è abusare del nome per mettersi in mostra.
commento con cui mi trovo perfettamente d'accordo!
la factory dylan doe ormai...