Cravenroad7

UN’AVVENTURA FOLLE E DELIRANTE E UNA MESSE DI UNIVERSI ALTERNATIVI…




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Per rendere il topic più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

L'invasione degli ultraschermi:
Non sono più, da anni, un fan di metanarrazioni. L'inizio l'ho trovato pesante, a tratti respingente, poi ho cominciato a lasciarmi affascinare fino al crescendo finale. Dopo Qwertyngton Vanzella si conferma autore curioso, da tenere d'occhio. Voto 7
Di Camagni ed altri ex disegnatori napoleonici è inutile che ripeta sempre le stesse cose che dico da anni.

Dr. Groucho e Mr. Dylan:
Più disegnatori con stili (che ci si aspetterebbe più in un Color Fest che qui) diversi, qualche vignetta ha la sua bellezza... di qualche interesse la scena del lockdown, per il resto la sensazione di non aver letto che fuffa. Voto 4,5

Votato, arrotondando, accettabile.

al momento letta solamente la prima che, nonostante utilizzi un'idea già vista su DD, ossia non distinguere tra realtà e finzione, tra vita, cinema e teatro, si sviluppa bene, con chiari omaggi citati anche nel redazionale. Storia sicuramente promossa, compresi gli ottimi disegni.

Aggiungo anche che sto apprezzando le copertine della strana coppia Bacilieri/Montanari.

letto pure la seconda: di base non disdegno questo genere di operazioni in cui si trova il pretesto per infilarci più di un disegnatore, ma in questo caso mi è sembrato che non fosse stata scritta una storia che si presta all'utilizzo di diversi disegnatori ma che invece si sia partiti dall'idea di mettere assieme diversi disegnatori e poi si è costruita la storia su quello. Il risultato è una storia che non si capisce dove vuole andare a parare.

in definitiva OB promosso a metà

Vedo che questo Old Boy ha fatto sfaceli, quanto a copie acquistate e conseguenti recensioni
In generale la testata merita, anche se questo OB#12 conferma la sua recente tendenza al bipolarismo netto: una storia molta buona / una ciofeca abbastanza dichiarata.

Copertina bellissima, l'hotel a caselle di Bacilieri (a parte un suo recente PdM) mi ricorda un vecchio videogioco 'anni 80. Forse andavano scelti dei colori un po' più sgargianti. Comincio dal peggio per allietarvi in crescendo :







Testi 3
Disegni 8 1/2


Per far sorridere una storiella del genere dovrebbe essere perlomeno demenziale o surreale (v. Horrorpoppin).
Invece è semplicemente idiota, con l'aggravante di non far nulla per non banalizzarsi in manfrine da bimbetti già viste in episodi parodici molto più simpatici, e soprattutto MOLTO PIU' BREVI su altre testate più idonee come il CF. 94 pagine di questa roba, se non brilli per qualcosa in particolare o non hai un pajo di idee degne di questo nome, sono una botta sulle balle irritate come poche.

Non è il genere di Mignacco - anche se dopo 30 anni fatico ancora a definire quale lo sia, a tutti gli effetti - che si prende in pratica la licenza abusiva di citare ogni citabile cult della sua personale fanta-blockbusteca, da Dune a Starwars, passando per Predator, Stargate, Alien, etc. Non ci facciamo mancare neanche l'imperdibile spunto meta- ormai imposto dall'ASL di via Buonarroti con primario RR, stavolta sulle paure che alimentano concettualmente DD, e la frittata cosmica d'insipida idiozia è servita per chi può digerirla. Burp .
Parlare di trama è anche offensivo nei confronti delle nonnine che tramano ai ferri la sciarpetta per Natale: Dylan & Groucho scappano di qua e di là, per poi scoprire che questo Groucho è un mad doctor da cartoni di serie Z, che ha sbagliato incubo e dimensione. La parentesi lockdown londinese - forse l'unica cose riuscita - sembra quasi fuori posto, in questo contesto da luna park arrugginito per beoti. A parte l'omaggio (?) alla casetta del Mulino Bianco (p.182) ed il carretto siciliano (p.183), nelle splash page si pensa bene di omaggiare anche Il Lungo Addio, Ti Ho visto Morire e vallacapirecosaltro. Un repertorio di fessate messo assieme che vorrebbe sembrare confidenzialmente brillante

Peccato per i be-i disegni devoluti a questa be-cera(navorta la dignità) causa .
Nizzoli sfavilla al top negli ultimi 4/5 anni; davvero sprecato per fare da cornice a questa quadro imbrattato con la majonese da un soggetto senzartenéparte. Pulito e pieno di dettagli, non disdegna automi ed incubi degni di questo nome... ma ad altre storie, spero.
Ottimo ed incisivo anche Algozzino col suo tratto glaciale. Interessanti al rialzo Cattani e Cammello, che sembra un erede fumettosissimo di Dell'Uomo, mentre il primo si basa sul viso staniano di Dylan. De Tommaso abbastanza inutile in chiusura.

Finite di leggere adesso tutte e due le storie. Essendo entrambe a loro modo deprimentemente incommentabili, per adesso mi limito a dire soltanto che questi maledetti editoriali prima di ogni storia sono tremendi e vorrei che facessero la stessa fine delle fascette che prima infestavano le copertine.
A proposito di copertina, il concept bacilieriano è eccezionale, mentre la resa di Montanari è agghiacciante.

Mah ...sinceramente non vedo cosa Montanari avrebbe potuto fare in più, dato che il concept a nido d'ape rimpicciolisce tutto (stile caselle/griglia, come sprite di un videogame retro', v.sopra) e quei pochi dettagli che si vedono, mi sembrano ben curati. Non trovo necessario un certo realismo geometrico nelle prospettive, e anche se i mostriciattoli non brillano per fantasia, quello tra la cliente scosciata e Dylan assorto in poltrona è spassoso.

Beh, visto che ci sono completo il discorso con la seconda storia, che mi è piaciuta parecchio.
Non arriva a livello delle P&M sul OB precedente, ma soltanto perché segue una traccia completamente diversa e non può contare sul beneficio di due episodi apripista, come nel caso della saga di Cora.

S
P
O
I
L
E
R

A

B
I
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Z
E
F
F
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L'Invasione degli Ultraschermi

Testi 8
Disegni 7

In breve sul lato grafico: forse la migliore prova di Camagni post-Napoleone su Dylan Dog. Non arriverà ai livelli di quando lavorava per Ambrosini quasi vent'anni fa, ma rispetto alla sua media attuale qui ci guadagna molto in espressività dei personaggi e pose plastiche, molto cinematografiche o teatrali come non potevano non essere in questo genere di storia. Sui fondali va moooolto al risparmio (forse pure troppo) ma qui in alcuni casi un'ambientazione/set un po' vuota ed astratta ci può stare.
Le bavosità antennate della lucaca aliena ci stanno bene, un po' kinky tipo porno-tentacolare da hentai.



Vanzella, come già detto altrove, a mio vedere rappresenta la top new entry ai testi da oltre 5 anni a questa parte. In pratica l'unico azzeccato dal Rrobe, anche se forse non è neanche merito tutto suo, e c'entrerà qualcosa Busatta (o Masiero, occhiperloro) nell'aver trovato questo nuovo collaboratore.
È molto più complesso di quello che sembra, a livello di scrittura, non lancia slogan, iconizza le sue tavole, ironizza dove serve, e difficilmente gira a vuoto nei dialoghi, dimostrando diverse idee ed un mood particolarmente ispirato, di pura esperienza dylaniata. E anche un retroterra/bagaglio che non pesa come il citazionismo autoreferenzial-onanistico del Sommo. Cose che sciagurati allo sbaraglio come la Baraldi o Simeoni non riuscirebbero a scrivere neanche dopo 30 anni di apprendistato con travaso neuronale diretto da Sclavi stesso (o Chiaverotti, o Medda, o Ambrosini...) .

La storia è un (sapientemente) artefatto meccanismo di scatole cinesi alleate a russe matrioske, una dentro l'altra, in bambola su bambola, di racconti nel racconto, di fiction nella fiction, inclusi in maniera organica dietro il fil-rouge dell'amore spassionato per i b-movie denavorta, non tanto horror, quanto sul fanta-trash polpettonico per amanti, come da titolo.
Un inno alla cinefilia, featuring cameo e citazioni(ça va sans dire), che parte nella sua spirale concentrica da una troupe teatrale che mette in scena una parodia del Rocky Horror Picture Show con tanto di formichiere afrodisiaco slinguazzante, per poi proseguire a ruota con delitti da sclero fuori copione teatrale (p.20), cast in ostaggio da congiura, registi mandrillamente bisex, sospetti di cannibalismo (p.52), o ipno raggi-zeta (p.59) per mettere a tacere chi non è d'accordo con la produzione della pellicola .
Inevitabile che il mood della meta-recitazione si rifaccio vivo, ma qui non fa danni e risulta pienamente giustificato perché Dylan è più strumento/figurante che parte in causa, dato che il mondo del fumetto in sé c'entra poco o nulla col resto. Si naviga più in vista del pirandelliano Grand Guignol (DD#31), tra le beghe e gelosie dell'eccentrica troupe di svitati&complessati, col transfert combina-danni del Nostro Boy sul set, in versione Dylanna Never (DD#4) reincarnato - richiami evidenziati anche nell'intervista stile editoriale .

Quando l'ambiguità del fetish made in Karloff viene meno, si apre la cesura intorno a metà storia (pp.60-67) per un intermezzo registico ampiamente surreale, con omaggio ad Ultimatum alla terra in chiusura.
Dopo questa parte si mescolano ulteriormente le carte con una fiction sempre più vicina ai (presunti) fatti "reali", non prima di una versione ancora distorta delle parti in causa, con Karloff che interpreta Dylan nel ficcare il naso indagando sugli strani fatti - perlopiù visioni e svenimenti - avvenuti in un cinema d'essai gestiti da 4 amici amanti dei cult fantatamarri vintage (Eddie, Victoria, Ygor e Spencer), mentre a Dylan tocca fare il supereroe contro l'impostore, con tanto di raggio laser da B-movie di quel genere (pp.68-75)

Nel ribaltamento in flashback di questa vicenda, veniamo (forse?) a sapere come si sia originato il tutto... e qui si avverte un certo sclavismo di riporto da parte di Vanzella - già annusato in Qwertyington - con la fabula cosmica della lumaca aliena (pp.84-86) che si scopre cinefila dopo un atterraggio di fortuna, e come prima forma di linguaggio/contatto coi terrestri instaura un delirio ipercreativo basato sulla magia del cinema, delle sue luci, delle sue illusioni riflesse, una nell'altra, dalle stelle alle star, etc.
Se proprio devo trovarci un difetto in questa parte, non mi è piaciuta granché la facilità con cui Dylan convince la lum-aka-rloff a rinunciare alle sue rappresentazioni, né ho capito tanto perché alla fine sempre il povero Eddie, in tutte le versioni della storia, ci debba rimettere le penne .

Sta di fatto che anche questa storia pare meritare una rivisitazione da rimettere in scena, e Jenny non se la fa teatralmente sfuggire per un'ulteriore post-produzione... ma pure qui sembra esserci lo zampino (sbavante) della lumaca, che probabilmente ha raggirato Dylan l'imbranato con una finta resa/scena madre, e per questo si becca rocambolescamente un bel riflettore nella nuca, negli ari-panni di Karloff... con tanto di occhio schizzato via

Macerie e sipario.

concordo sulle fascette che in effetti non piacevano proprio a nessuno e infatti sono state tolte, gli editoriali invece così come sono mi piacciono e molto di più di quelli della serie regolare

Anche a me piacevano questi editoriali, con le "interviste" agli autori, tant'è che (non mi ricordo in quale occasione) li avevo pure elogiati, insieme al lavoro che stava facendo Busatta. Ma ora arrivò stu Graziano Origa che fa tutto lo splendido, con perle come "una mia amica aveva le grandi labbra identiche a quelle del manifesto",,, Buh?!? Un delirio di antipatia che secondo me toglie solo spazio alle interessanti parole degli autori. Che siano comunque migliori rispetto agli edittoriali della regolare, sono d'accordo al cento per cento.

Se guardi bene l'unica cosa che disegna Montanari è Dylan, il resto è di Bacilieri, e nota anche troppo bene la stonatura tra il disegno molto complesso di Dylan, notare la stazzonatura degli abiti, le mani, i volti, con lo stile molto meno sofisticato di Bacilieri.

Ma infatti è proprio Dylan per me ad essere agghiacciante, in questa copertina. La copertina dell'Oldboy scorso mi piace moltissimo, con quel primo piano classicissimo. Queste pose di Dylan, uno diverso dall'altro, mi ricordano le cartoline d'auguri dozzinalissime che realizzavano 30 anni fa... Concept bellissimo, ripeto, ma a ben guardare è inchiostrato malissimo, e colorato peggio... Se fosse una tavola del fumetto, ancora ancora passi, ma una copertina non si può fare così... Guardate la gamba del primo Dylan in alto che angolazione ha! Viva l'incontro del vecchio col nuovo, viva Bacilieri e viva Montanari, ma questa copertina è stata realizzata (non pensata, realizzata!) male male male.

A me Bacilieri non piace molto a dire il vero, trovo il suo uno stile troppo semplice, poco realistico, scarno uso di ombre. Mi ricorda il Dylan Dog di Attilio Micheluzzi, ma con lo stile di M&G ha davvero poco a che fare, ed è un peccato non abbiano uno o più allievi che lo ricalchi.

Preso. Primo Dylan del 2022, ma ancora da leggere.


Vero! Impossible mission non ci ho mai giocato, ma questo stile mi ricorda molto il primo Prince of Persia

l'invasione degli ultraschermi
vanzella si conferma come uno degli autori più bravi attualmente su dylan dog, dopo "il mondo degli occhi" e "qwertyngton"
stavolta al suo fianco non c'è il fidato genovese, ma camagni che ha uno stile perfetto per questo tipo di storie...ambrosiniane...
del resto si tratta di una storia perfetta per l'old boy, un fritto misto dei primi albi ("anna never", "alfa e omega", "gran guignol")
a proposito di ambrosini, ci ho visto anche qualcosa di "angoscia", è un omaggio al dylan che abbiamo sempre amato...
ma vive di vita propria: buon compromesso tra la vecchia passione per il cinema bis e le paturnie odierne (karloff effeminato)

voto 7+