Finalmente un CF a storie brevi su una buona media
Nulla di epocale, o di avvicinabile dai gusti di chiunque... ma secondo me il suo variopinto lavoro di "provocazione sperimentale" in parte lo fa, privilegiando il lato grafico, come ovvio che sia, specie nei primi due episodi. Dalle storie in sé non aspettatevi molto, ma a questo almeno io ero preparato, per cui poco di cui lamentarsi.
Molto bella la copertina; l'underground rulez.
Qualche dettaglio d'amorevole consumazione
SPOIL-EROS-A[...]
La colazione dei campioniTesti 7 Disegni 8/12 Psichedelia pulp-pop a palla (v. retinature a pois). Un patchwork di citazionismi icono-grafici postmoderni che non guastano, fino alla neuro-visione di mondi "altri" che in realtà abbiamo sotto il naso, passando per la Londra dei Beatles e le sette sataniche da fricchettoni.
Mettiamo subito in chiaro una cosa:
non è Dylan Dog. Si tratta di un altro personaggio, un'altra assistente, altre abitudini (v. bestemmie e sigarette)... però funziona, per come è spudoratamente scorretto
.
Anche se a conti fatti la storia è davvero poca cosa a livello di soggetto (un'entità da cacciare via grazie a Dylan-solito vettore medianico), la sceneggiatura in sé regge in modo avvincente, specie sui dialoghi e la scomposizione della gabbia bonelliana. La nuova ghost-dark lady Trelko "spacca", nel suo grigiore funereo semiputrefatto, anche se la scena clou dell'irradiazione (p.29-31), poteva esser colorata con toni più "elettrizzanti" e meno grigi, appunto. Perde qualcosa quando la carrellata di visioni si fa un po' troppo videoludica, svilendo l'atmosfera pop-esoterica (da pp.21-26), ma incontra il mio gradimento sul controfinale beffardo
Unico difetto?
Non so se è un effetto voluto, ma spesso
nelle didascalie in nero non si capisce "
chi cazzo" stia parlando (
sic ,mi adeguo al Dylan di queste pagine, sorry and fuck you
)
Un esempio è lo scambio (credo) tra Dylan e la Trelko di p.21, o il passaggio troppo brusco per non prestarsi ad equivoci di p.24, dove nella penultima didascalia nera parlano le amanti-cadavere, e nell'ultima irrompe la Trelko rivolgendosi col "lei" a Dylan. Ancora più squinternate sono p.28 dove nei baloon bianchi sembra che il Cubo parli con Dylan, mentre nelle sezioni in nero mumbleggia tra sé frasi solenni... interrompendosi in modo ari-brusco a p.29, dove, dopo aver spiegato i suoi trascorsi a Londra
cede improvvisamente "il microfono" alla Trelko nella seconda vignetta, che comincia a ricordare i suoi trascorsi da sacerdotessa biker-rock. Davvero, un mezzo pasticcio, che se non altro crea effetti lisergici anche nella lettura per raccapezzarsi...
La casa dello splatter
"Testi" 6 (vabbeh...)
Disegni 6 + Chiaramente un omaggio all'arcade Namco per nostalgici
Splatterhouse .
Basti vedere le ventose dentute, la trave chiodata, le fogne allo slime, etc a livello di citazioni per retrogamer. Recchioni immagino sarà andato a nozze baffute, quando ha visto la proposta di Spugna per 'sta storia...
Alla fine è poco più che un puro divertissement, in stile parodia videoludica... più action che altro, poche idee e poche sorprese.
La colorazione tende troppo monotonamente sul violaceo-fucsia. I disegni involuti c'azzeccano pure, ma non vedo cosa c'entri l'autore (v. redazionale) con gli shonen manga tipo
Berserk, almeno qui. Ma come sempre, se il Sommo non la spara grossa sui consigli per la colonna sonora, deve rimediare su altro
Il teatro dei demoniTesti 7 - - Disegni 6 1/2 Dylan in salsa pirandelliana, che diventa meta-teatro. In modo esplicito - anzi, direi fondativo - e non strumentale, per questo non mi sembra uno sgarbo ficcato da far sbuffare più di tanto.
Sbuffano invece gli spettatori-critici - quelli con le maschere indocinesi (pp.84-86): saremmo noi forumisti con troppe aspettative forse?
- per le performance non sempre all'altezza, ma a teatro un po' di fischi li puoi incassare sempre, anche dagli intenditori del loggione.
Titolo un po' vuoto e banale. Buono il piano immobile delle prime pagine, tipo sketch teatrale minimalista, appunto - anche se non colgo la citazione di Mr. Thompson e del venditore ambulante, chiedo un ajutino da casa - con Dylan che maneggia un copione pur non riconoscendo di essere un attore in quanto personaggio prima che una, nessuna, centomila persone. Che cosa rappresenta il "figurante dell'incubo" per tutti noi, il suo pubblico (pp.94-95)
Domanda senza risposta, forse perché a Dylan stesso non frega nulla di ciò, avendo più fretta di ritrovare/ritrovarsi in Groucho. La spalla che prevale sul mattatore/protagonista... non ditelo a tale Waldo