rimatt ha scritto:
Buoni i disegni, anche se hanno un che di "pupazzoso" (non saprei come altro dirlo)
... soprattutto per Ruth (e qualche volta Dylan) ho avuto la stessa sensazione.
Facce inutilmente da "babbuini" comicheggianti, quando il resto delle vignette ha un'impostazione diametralmente opposta: linee nette e squadrate, sottili ed impersonali, e quando si sfuma (o retina) è tutta roba stra-pixelata come effetto finale
.
Sarà anche un onesto lavoro di
Armitano, ma per me non è questo lo spessore dell'incubo che cerco. Uno stile così va meglio su
Nathan Never o
Julia, per non parlare delle tavole di flashback in mezza tinta: pessima realizzazione e altrettanto la stampa. Anche la Morte (scacchista) rispetto a quella di Roi è una mezza tacca, nell'ambito dylaniato. Le scene horror sono pure banali e poco comprensibili (a parte quella del volo dal palazzo, pp.54-55): non si capisce di cosa inquietarsi sia nelle sequenza di Dylan al notebook che nell'ascensore (pp.51-52; 61-62)... ma questo forse deriva dalla sceneggiatura più che altro.
Chiudo sul lato grafico con la copertina: comincio a pensare che i
Cestaros non siano adatti a DD. Anche questa "fredda" e plasticosa, se non rigidamente metallica, fino all'impersonale (v. sopra). Sembra più roba adatta alle locandine dei videogiochi che ad un fumetto "corposamente" horror e surreale.
Passiamo alla storia:
S P O I L E ROk, l'abbiamo capito, le P&M volevano riscrivere la "loro" personale bio-meta-storia in quanto duplici autrici/narratrici a 4 mani, spersonalizzandosi nelle multi-identità e crisi esistenzialiste varie. Ma che bisogno c'era del revival di
Partita con la Morte, che ficcato così sembra solo una marketta di richiamo per gli aficionados visto il trentennale (uscì esattamente nel Marzo 1992) ? Non è che in qualche OB prossimo venturo scopriremo che
Montanari&Grassani in realtà erano due alter ego della stessa persona, che gioca a briscola con l'Uomo dai due Volti, perdendoci la pensione infernale? Bah...
Tutto sommato la sufficienza (stentata) gliela do, perché alla fine non mi ha urtato più di tanto... però è una storia che tratta cose straviste/strasentite in tutte le salse, senza colpi di scena - io personalmente avevo intuito già dalla sequenza della pistola riflessa (pp. 24-27) che Sandra era un parto mentale di Ruth e poco altro.
Un
continuo lamento della protagonista che si attacca alle balle dalla prima vignetta: capisco una vita difficile e una creatività non ricompensata/realizzata, ma un valzer di autocommiserazioni tali non regge la lettura di 94 pagine monocordi
.
Dal duo P&M penso sia lecito aspettarsi qualcosa di meglio, ma le ultime prove (OB a parte) confermano un trend abbastanza verso il negativo. Inoltre non sopporto il marchio del Sommo con la fissa per la citazione
shakespearean a tutti i costi (assieme ad altre citazioni forzose)... e quanto a "sospensione dell'incredulità" (p.89), intravedo la necessità di una totale rimozione della credibilità infra-narrativa per potere accettare determinate cose. Due in particolare:
#1) La Morte che gioca a scacchi del #66 non accetterebbe MAI di esser USATA come semplice strumento di vendetta, per l'eliminazione dichiarata dei "pezzi" sgraditi della nostra vita... mentre qui sembra dar manforte alla strategia di Sandra-occhiperlei senza fare una piega. Qualcosa stona, altroché
#2) Che senso ha parlare d'indagini, mettere in ballo Bloch, Carpy, Rania, etc... se non esiste di fatto un delitto, dal momento che Ruth non ha commesso concretamente alcun reato, e nessun quasi-cadavere comatoso di "Sandra" (a sua volta fake id) è stato trasportato nella sala di rianimazione sospesa, dopo quella operatoria?
Alla fine è solo Dylan ad esser turlupinato immaginificamente dalla vicenda del doppio, ma queste vicende per come sono rappresentate esulano dalla sua sfera, coinvolgendo altri personaggi/contesti che invece necessitano di prove "concrete" per delle indagini su un tentato omicidio... il quale di fatto non si verifica nei fatti avvenuti, stando al presupposto che Sandra è solo un alter-ego fittizio di Ruth.
Persino durante lo spiegone risolutivo con Sandra, Dylan continua a dire (p.88) che le prove incastrano solo la bionda Ruth. Maddeché ... se non esiste nessun cadavere della bruna in rianimazione e le impronte sulla pistola possono essere di fatto solo di Ruth??? La pistola per far cosa poi... stento ancora a capirlo, a livello di delitti. E quali indagini coinvolgerebbero di fatto ancora Bloch (p.91) se è tutta una messinscena para-distorsiva, in cui un solo colpo reale di pistola andrà a segno, quello last minute del tentato suicidio effettivo di Ruth, dopo aver lasciato la casa di Dylan (p.84)
Insomma, ennesimo pasticcio logico: più che sospeso nell'incredulità, appeso con lo sputo dell'approssimazione e sospeso con nota, riservandosi di tornare accompagnato dai genitori (di strutture narrative più solide) per la riammissione in sede dylaniata