Il ripasso dei due episodi precedenti ha fruttato molto
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Molto gusto in più per gustare questa storia che è davvero il top di quanto letto negli ultimi tempi su DD, e parlo di due anni almeno, insieme agli horrori Dunwich-iani di Cavaletto, il solito Bilotta nel suo PdM, e qualche lampo del Conte.
Voto 9 - senza tante storie
(per il " - " da giustificare qualche storiella ve la racconto qui sotto:)
Le Pareti del Cervello
Questo è quanto di norma vorrei leggere su un DD.
Angoscia malsana, incubi negli incubi, drammi contorti, voci estranianti, visioni irrisolte, distorsioni dell'essere nel mostruoso. E anche colpi parecchio bassi, perché quando ci sono di mezzo i pargoli la cintola si alza per tutti con dolore naturale
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La storia di fatto è (quasi tutto) un flashback nell'animo piagato di "Cora" Amis che Dylan intraprende attraverso le pareti poco rassicuranti della clinica Severalls ed i suoi cervelli labirintici, a metà tra delirio semiprofetico ed enigma folleggiante in un passato assai turpe. Mi è piaciuta anche la prima scena del cimitero con le lapidi che cambiano epoca davanti a Dylan succube dei disordini mentali di "Cora", creando diversi paradossi temporali, tipo la ballerina da Belle Époque che fuma una sigaretta elettronica, etc
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A malignare qualcuno penserebbe che sono metafore dello sbattimento delle storie attuali per DD, scritte ora per l'inedito senza Bloch papi, ora riciclate sul Magazine, ora con l'inserimento forzoso di Rania per giustificare il post-meteora... ma fortunatamente non è così, e la razionalizzazione di una di quelle lapidi sovrapposte avviene infine nell'ultima pagina, dove si capisce anche troppo chiaramente come la vera Cora avesse vissuto un solo anno di vita per una serie di sciagure genitoriali non da poco
.
Ecco, genitori, figli, famiglia, generazioni: come nel primo episodio il taglio è molto "al femminile" e la maggior parte dei traumi che portano all'incubo derivano da psico-de-generazioni dell'animo materno, contro cui il lato maschile può ben poco. In questo le P&M sono bravissime
; peccato che fuori dalla saga di Cora (v. inedito) non riescano a trovare altri (s)punti all'altezza e finiscano per sfornare storie su una media nettamente inferiore.
Appena un pelo inferiore questa storia al superbo
Lago Nero, soltanto perché di fatto racconta cose passate senza smuovere nulla, attraverso una full immersion di Dylan nel delirio dei ricordi, specchi contro arabeschi, e senza aver bisogno di snocciolare la classica indagine del Nostro, come invece avveniva con disinvoltura very cool nel primo episodio del ciclo. A conti fatti la preferisco al secondo episodio (che pure è un
sacco bello) perché la faccenda della band di bimbiminkia evocatori non rientrava nei miei gusti, anche se non ho nulla contro gli
Otelli della Giuventus o le
spremute di pompelmi pre-cornificazione
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Detto questo, molte cose "gustose" (anche grazie al comparto grafico sugli scudi, altissimi) mi sono rimaste impresse come Henry il veggente che diventa poltiglia da scatola (p.31), il corridojo riflesso per sequenza da diapositiva (pp.36-37), i rossetti che sbavano l'istinto del sangue sotto finti sorrisi, e soprattutto l'onnipresente arabesco del fungo ornito-forme che porta a vedere "l'impostore" dietro la parete... e che spero tornerà ad incidere nei prossimi incubi della saga maledetta, che per certi versi mi ricorda (v. maternità malata e specchi d'acqua ricorrenti) quella di Sadako per
Ringu.
Nella ciclicità circolare del tutto ci ho visto anche un Dylan che commette, qui via dimensione onirica, un errore fatalmente simile a quello del primo episodio, riconsegnando in pratica le bambine (pp.80-83) alla loro futura carnefice
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Forse avrei evitato qualche cornacchia di troppo e quel resoconto così lineare - stile riassuntino-per-chi-non-avesse-capito - nell'articolo di giornale di p.97, per lasciare invece un po' d'inquietudine ancora a galla e regalarci un'ultima pagina più incisiva della semplice reunion quasi lacrimevole che qui vediamo a p.98, in vista di nerissimi sviluppi futuri, di pozzanghera in pozzanghera, fino ad allagarci di novello sangue
L'unica falla logica mi pare intercorrere tra la fine di p.92 e l'inizio di p.93 col padre di Edith-Cora che la riprende in casa in un battibaleno dopo il fattaccio - vediamo che ha ancora l'ingessatura/stampella dopo la caduta dalla finestra nella notte clou - azzerando con estrema semplicità le non poche grane più che probabili, derivate dai traumi recenterrimi patiti, che comprendono pure il giustificare la sparizione della sorellina e ripresentarle la madre sotto una nuova veste (post-lobotomia) innocente o idealizzata... nell'arco di una manciata di pochissimi giorni.
Disegni di alto livello ma puramente dylaniati come pochi di questi tempi.
De Vincenzo alle chine è sempre un bellissimo vedere, e qui l'exploit non è da poco, tra scene di pioggia battente, arabeschi perversi, ossari lombrosiani, corridoi in ombra o dissezionati, mad psycho-doctor, liquidità infestate, e soprattutto nei volti mutevoli di Cora-Edith mai così realistici nell'esprimere la progressione del "male" negli anni di una mente piagata.
Se fossi nella SBE toglierei - anzi, strapperei via
- dalle copie rimaste in magazzino la storia di Eccher da questo OB e lo venderei allo stesso prezzo con la sola storia delle P&M. Da sola vale più del doppio di qualsiasi roba spacciata attualmente per DD, e le nuoce non poco a livello d'immagine immagine vedersi affiancata a robette simili.
Cora grida vendetta, ocho alla pozzanghere