Cravenroad7

Più che ottimamente direi discretamente, però è un albo che ho letto volentieri. Proseguirò ad acquistare, sperando che il livello rimanga questo e magari migliori anche.

A me continua a piacere .
Forse ho una predilezione per le storie ambientate in carcere comunque l'ultimo numero è notevole.

Per forza, è scritto da Colombo. Comunque anch'io compro e gradisco.

Infatti oltre il primo numero questi due albi in cui è contenuta la storia di Colombo sono gli unici che ho preso.
Degli ultimi anni, prima della saga finale nolittiana, Colombo è davvero l'unico che val la pena recuperare, ogni storia che ho letto di Mignacco* e Masiero invece... lasciamo perdere.

*Bene invece in alcune delle sue prime (non ho ancora letto quelle della trasferta africana) e mi pare in 1 o 2 speciali.

Mignacco è comunque un autore capace, sebbene non sempre accompagnato da adeguata ispirazione. La sua collaborazione con Mister No è iniziata con alcune storie davvero ottime; poi, dopo il 200, ne è diventato l'autore principale, e ha lavorato abbastanza bene fino all'inizio (molto buono) della saga Vento rosso (numero 241). Da lì in poi le cose hanno iniziato a peggiorare, chissà quanto per colpa della "cura Masiero" o dello stesso Mignacco. In ogni caso si tratta di uno sceneggiatore che ha scritto troppo, ma che ha scritto anche bene, da cui ci si può davvero aspettare di tutto (su Dylan e su Zagor, per dire, ha scritto cose ottime e altre pessime).

Infatti su Mignacco avevo messo un P.S. con l'asterisco. Ha fatto buone cose sulla testata, poi sempre meno, a detta di chi le ha lette tutte, io ne ho recuperate poche e quelle poche che ho letto, diciamo da dopo Vento rosso in poi (con l'eccezione di uno o due speciali ma non ricordo benissimo) le ho trovate deludenti. Ma indubbiamente è un autore che ha dato ben più di Masiero e da cui farei un distinguo qualitativo.
Però ultimamente di lavori di Mignacco che superano una stretta sufficienza ne ricordo pochi, così su due piedi mi viene in mente il suo Maxi Old Boy a storia unica.

Sarà il piacevole insieme di sorpresa e nostalgia per lo speciale Regalo di Natale (che qualcuno oltre me ha letto? Rimatt?), ma l'ho trovato meglio di quanto mi aspettassi. Qualche situazione un po' scontata, una certa mancanza di verve, la ricerca di un personaggio che poteva essere enigmatico, ma che non è riuscito a incuriosirmi più di tanto non mi fanno comunque andare oltre un 6,5.

Concordo in pieno, e anzi alzo il voto a un 7 complessivo.

La storia è per me relativamente sorprendente, perché inizia in maniera corretta ma convenzionale e poi prova ad andare oltre, riuscendo a descrivere un personaggio sfumato e, in questo, perfettamente nolittiano: certi sviluppi della trama mi sono sembrati davvero indovinati e, da un certo punto in poi, la curiosità di capire come si sarebbe conclusa la vicenda è stata tanta. Quindi, promosso Mignacco, che con questo albo conferma (e anzi migliora) quel che di buono si era letto a sua firma nella recente miniserie.

Su Diso il giudizio è più difficile: se da un lato trovo il suo lavoro notevole, visto che stiamo parlando di un disegnatore quasi novantenne, dall'altro rimango sorpreso (stavolta negativamente) dal modo non impeccabile in cui ha interpretato alcuni passaggi della sceneggiatura, che su carta funzionano meno bene di quanto dovrebbero (penso per esempio alla scena dell'attacco dei garimpeiros). Ciò detto, in senso assoluto, nostalgia a parte, il suo lavoro mi è parso più che dignitoso.

In sintesi, uno Speciale di buon livello che difficilmente deluderà i fan del personaggio.

Lo speciale mi pare collocato cronologicamente prima della saga conclusiva mensile, giusto?

Credo di sì, anche se non ci sono riferimenti temporali precisi.

In una pagina di anteprima si vede Paulo Adolfo, che ha il bar a Manaus e non a Rurre. Da qui il sospetto...
Io, tra le altre cose, attendo le storie di collegamento che spieghino perché Jerry torna a Manaus dove poi incontra Martin Mystère.

Rispondendo subito a gas75, sia questo Speciale sia la miniserie recente sono collocati temporalmente prima della conclusione della saga col numero 379.
E venendo all'albo dico senza mezzi termini che è il miglior Bonelli del 2021, nel mio personale cartellino (cit. Rino Tommasi).

Ha dentro tutto quello che è e deve essere Mister No: l'avventura del viaggio, il mistero, la malinconia o il male di vivere di qualcuno dei protagonisti, la redenzione e, naturalmente, la magica atmosfera del Brasile anni '50.

Ecco, per fare un parallelo con l'albo di Julia che commentavo pochi giorni fa, qui le molte vite di Daniel sono perfettamente credibili e plausibili.
In particolare mi è piaciuta la parabola dell'avvocato che vuole cambiare vita e per farlo si rifugia in un angolo sperduto del pianeta e dopo molte peripezie finisce per tornare a fare le stesse cose, solo a diverse latitudini, prima di redimersi tra i Guaraní e ancora perdersi di nuovo.

I disegni del Maestro Diso evocativi ed affascinanti come sempre, nonostante comprensibili incertezze.

Chiudo con una frase di Jerry dell'ultima pagina, autentica frase-manifesto del suo essere (ma perfetta anche come epitaffio se qualcuno volesse usarla):

"...preferisco le avventure che non finiscono "

Volta logo Jerry!

Certo, la miniserie sapevo che erano storie "integrative" del periodo anni '50 di Mister No.
Sono abituato a storie di Mister No piuttosto lunghe, negli speciali non faccio in tempo a immergermi nelle atmosfere e nei ritmi classici delle sue avventure.

Senza dubbio, così come per Zagor o Tex, le avventure di ampio respiro (e ampia foliazione) sono quelle in cui Mister No si trova più a suo agio e che noi antichi lettori vorremmo sempre.

Però ti garantisco che in queste 130 pagine non manca nulla, non c'è un finale affrettato e non mancano i tempi dilatati tanto cari allo stile di Nolitta.
Mignacco tra questo albo e quelli della mini serie ha fatto un lavoro eccellente degno della tradizione del pilota di Manaus.

Vero! Forse scriverei "buono/ottimo" più che eccellente, però Mignacco ha lavorato in maniera decisamente degna.