Stati di paura ? Ho timore che sempre là stamo: CF puramente decorativo come testata in sé. Si può avere fiducia nei disegni 'particolareggianti' ma sulle storie in quanto tale lassamo perde. Solita vetrina per invitarci di straforo gli amicidegliamici che non mostrano nessuna capacità/adeguatezza a scrivere storie dylaniate, come cotale
Palloni che qui spadroneggia su un volumetto tutto suo, manco fosse la guest star della novella talentuousaggine nell'italico panorama fumettistico. Senza contare che la sua sfilza di scioglilinguacce e filastrocche grouchesche sono delle vere pallonate all'inguine a sfavore dell'ironia del baffuto
Ma su questo andazzo in generale mi ero già espresso non molto tempo fa e
vi basti questo link o quanto scritto una pagina prima nello stesso thread.
Per la cronaca
ho votato mediocre, anche se come sempre il solito bontempone ci ha anticipato tutti mettendo l'insufficienza di routine senza commentare nulla. Per rimediare darò spazio alla mia graforrea, visto che non credo più di 2-3 persone spenderanno oltre mezza riga per scrivere un parere sull'albo... come credo sia giusto, dopotutto.
S
P
O
I
L
E
RParto dalla premessa che le storie girano tutte (involontariamente?) attorno allo
stesso pedante schemino da prima media: Dylan deve identificare il cattivonzo di turno, ed un colpo di pistola nella baruffa finale dovrebbe risolvere tutto. A margine sensibilerrime pretese di analisi socio-impegnata, con di volta in volta
una categoria di 'diversi' chiamata in causa in ogni episodio del trittico per esser difesa nella sua marginalità, che più retorica non si può: prima i rom vessati, poi i trans incompresi, infine le immigrate clandestine picchiate dal marito (p)orco di buono. Per impacchettare il tutto, titoli pretenziosi e cacofonici, freddure insostenibili a raffica da parte di Groucho (v. sopra), e una citazione libresca in chiusura, tipo suggello d'essai.
Dio di corda e miseriaTesti
5 ½Disegni
9Troppi ingredienti portano Palloni nel pallone, che si sgonfia da solo. L'inizio non era male, ma per volerci mettere nel frullatore il cinismo dei politici, il qualunquismo dell'antipolitica, le vendette di classe, i sacrifici umani, le divinità (
) gitano-lovecraftiane, il terrorismo mediatico, l'amore saffico, le lobby massoniche, etc... in 'sole' 32 pagine, o sei bravo o floppi.
E infatti l'autore si perde in dialoghi che appesantiscono la narrazione invece che agevolarla (v. paroloni dei pargoli o scambi ridondanti in casa di Dylan) e va in confusione sulle motivazioni dei suoi stessi personaggi: perché 'le corde omicide' dovrebbero accanirsi contro Michaela (p.30) che è l'unica a voler proteggere(o coprire) Elizabeth ad ogni costo, anche nel torto del complotto? Che senso ha che Elizabeth ingaggi Dylan: per tener contento il Primo Ministro e nel caso accoppare il Nostro tramite Michaela se s'impicciava troppo, avvicinandosi alla verità? Quanto sono fessi gli zingarelli (p.24) nel non capire che dalla loro parte è più Michaela che Dylan per continuare l'opera di vendetta in complicità con l'amata Elizabeth? Come troppo spesso accade negli ultimi anni,
la logica interna alla sceneggiatura nel motivare i personaggi/azioni va miseramente a farsi impiccare, e non c'è corda che tenga un peso così morto
.
Come detto sopra si risolve tutto con qualche pallottola e tanti saluti. Sarei curioso di sapere se poi la stessa Elizabeth è un omaggio pro-recchioniano alla segretaria di John Ghost, vista anche l'acconciatura.
Bellissimi i disegni, specie la scena gore iniziale, l'alternanza di interni seppia o cremisi, e la sequenza quasi 'espressionista' di Dylan che scorrazza nella notte londinese (p.29).
I maestri dell'oltreodioTesti
4 Disegni
7 ½Faccio notare
che nel tamburino a p.2 la storia s'intitola invece '
I signori dell'oltreodio'. Forse era il prequel che non leggeremo mai, o una traccia nascosta, tipo ghost track? Quale che sia, questo è sicuramente il peggiore episodio del lotto, anche se i disegni naif sono molto carini e simpaticosi (+una bella incisone medievale, p.50)... specialmente padre Thomas nelle sue espressioni buffe simil-manga
.
Più che la logica qui manca la capacità di (di)spiegarsi ed illustrare le vicende attraverso una sceneggiatura: i
personaggi straparlano consultandosi a josa tra di loro - spesso per le stesse cose, ripetendosi - ma di fatto si fatica a capire dove sia il vero problema, e quello che vorrebbe essere il clou/starter (la sparizione seguita da sostituzione degli abitanti del paesotto) viene sfiorato talmente di striscio che il caso dylaniato non sembra 'sussistere'.
Insomma, una sitcom farraginosa vagamente horror venuta malino se non fosse per il lato 'impegnato' che contribuisce a darle il colpa di grazia verso il 'malaccio', nel malanimo del lettore stufo dei predicozzi ficcati di straforo, come in questo caso
la sermonizzazione del gender-bending transessuale (che già s'intuiva con la tipa maltrattata/o dalla pula, pp.41-43) con la ex-madre-attuale-padre Leuggon che ci indottrina stucchevolemente sulla felicità in un corpo che non ci appartiene, sull'accettarci quando diventiamo 'altro', e altre menate para-esistenzialiste (pp.56-58) che di questi tempi di
buonitically correct sembrano difficili da evitare (anche) su questi lidi
E dire che Miss Dog (futura suora?) non sarebbe stata male come idea, ma alla fine tutto viene soppresso dalla solita zuffa e suon di projettili ed una farfallonza magica che accetta Groucho così com'è (
), mentre il prete guarirà in quanto femmena.
Amor(t)eTesti
6 + Disegni
5 Questa storia ha un tono un tantino più classico rispetto alle altre, provando a semplificarsi... e direi che non guasta nel nostro caso. Ma rimane sulla falsariga già vista nelle precedenti due a livello di struttura ed un paio di motivetti ripetuti, come il luogo maledetto edificato sopra un cimitero-tempio pagano e Dylan che si ritrova nei panni femminili - qui solo a livello di parrucca
.
Abbastanza inquietanti i due fratelli indovini armeni ma non riescono a creare più di tanto atmosfera perché il grosso delle pagine è devoluto al pietismo di posa verso Bebe Vio... ehhm, Nina, ed alle solite consultazioni infinite tra Dylan-Groucho-cliente che soffocano due terzi della sceneggiatura, già non particolarmente brillante di per sé. Non succede nulla in pratica a parte un pajo di zuffe domestiche malmesse, anche se qui le pistolettate risolvono poco dato il twist finale, un po' chiaverottiano nel suo fatalismo, che comunque salva in parte la baracca
.
Non ho capito come delle iscrizioni metà celtiche metà latine compajano scritte in alfabeto greco (p.79) e perché Nina teme di esser sgamata dalla polizia in quanto clandestina, quando il marito dovrebbe pure lui esser armeno (p.84) ma regolarizzato dal lavoro che fa a Londra.
Disegni inadatti alla colorazione, ancora peggio quando questa sembra fatta col Paint di un 486 di tre decadi fa
.