Cravenroad7

Ti ha risposto indirettamente il post di poco sopra, a breve giro. Ma vale per la percezione generale, tra i lettori, che più o meno hanno confermato lo stesso:



Se la storia fosse stata attorno ad un Waldo "qualunque", un Nessuno ordinario sbucato tangenzialmente per fornirci il suo background biografico a sé, non avrebbe riscosso lo stesso effetto nella percezione del lettore ad albo terminato.
Sapere che queste vicende comportano l'ante-fatto del Groucho del PdM (auto)alimenta un certo appeal che non si può negare. Bilotta gioca furbescamente anche su questo effetto per ricondurci alla pregnanza delle vicissitudini di Waldo che ce lo fanno immaginare come lo starter del "fenomeno" Groucho in quello che sarebbe seguito, as we knew (and loved) him . E questo attira, fa luccicare molti occhietti (ammiccando) e condiziona inevitabilmente una parte della lettura. Se fosse stato un personaggio inventato completamente ex-novo e slegato dagli altri - come non lo sono stati neanche Godwind filius e Bethany zietta - il suo potenziale avrebbe goduto di un coefficiente notevolmente inferiore a livello di riscontri di interesse - e conseguente apprezzamento.

A me la storia è piaciuta in quanto tale - pur con alcuni limiti.
Ma non sentivo la necessità di capire come potesse "nascere" un Groucho, né mi faccio condizionare da questo per valutarla, perché preferisco chi guarda avanti creando qualcosa di nuovo piuttosto chi deve inventarsi dei retroscena su personaggi già confezionati (e congelati?) da altri per attirare attenzione.

Ad avercene, allora, di storie 'furbe'



Ma pienamente d'accordo! Sempre stato refrattario al dover svelare il passato di questo o dell'altro personaggio. Ammirevole è il tentativo dell'autore, non necessariamente quello che ne esce come prodotto finale.
Chissà quanti avranno storto il naso per 'Il passato di Carson', scritto peraltro da un esordiente. Trent'anni dopo è ancora una delle storie più di successo tra il pubblico (di successo non implica giudizio qualitativo oggettivo.)

No no, è anche una delle migliori.

Ah, io sono un grandissimo fan di quella storia!

Però ho sentito giudizi controversi, ecco.

Dopo Speciali un po' ripetitivi la saga di Bilotta si risolleva con "Una risata vi seppellirà".

Lo spropositato aumento di prezzo (quasi un euro in più dello scorso anno) mi ha fatto brontolare un po', ma la storia è davvero meritevole.

La copertina del pur bravo Marco Mastrazzo inganna: il protagonista non è Dylan, ma il suo assistente.

Groucho nella Londra tatcheriana degli anni 80 se la cava alla grande con le sue bugie, il suo talento, il suo confendere la realtà con la fantasia. Una maschera tragica legata a Dylan addirittura da

Bilotta, aiutato da un Gerasi la cui mole di lavoro si fa sentire in termini di qualità delle vignette, finalmente chiude un cerchio dopo averne aperti parecchi. Anzi, qui ne chiude uno aperto nel 1986 da Sclavi, con citazioni che richiamano al n.121 e al n.200 della serie regolare (i primi incontri tra Dylan Dog e Groucho).

La nascita di Groucho perde molti misteri e sarà interessante sapere se questo lungo flash back verrà tenuto in considerazione anche nella serie regolare.

Interessate il personaggio dell'agente di Groucho, spesso citato nel corso della serie dallo stesso assistente di Dylan Dog.