the Imp ha scritto:
Non ricordo chi aveva detto che questa è una storia "furba" perchè sfrutta il passato di groucho...
Ti ha risposto indirettamente il post di poco sopra, a breve giro. Ma vale per la percezione generale, tra i lettori, che più o meno hanno confermato lo stesso:
leonearmato ha scritto:
ammirevole il tentativo di Bilotta di affrontare un tema così difficile, nell'universo dylandoghiano, come il passato di Groucho,
Se la storia fosse stata attorno ad un Waldo "qualunque", un Nessuno ordinario sbucato tangenzialmente per fornirci il suo background biografico a sé, non avrebbe riscosso lo stesso effetto nella percezione del lettore ad albo terminato.
Sapere che queste vicende comportano l'ante-fatto del Groucho del
PdM (auto)alimenta un certo appeal che non si può negare. Bilotta gioca furbescamente anche su questo effetto per ricondurci alla pregnanza delle vicissitudini di Waldo che ce lo fanno immaginare come lo starter del "fenomeno" Groucho in quello che sarebbe seguito,
as we knew (and loved) him . E questo attira, fa luccicare molti occhietti (ammiccando) e condiziona inevitabilmente una parte della lettura. Se fosse stato un personaggio inventato completamente ex-novo e slegato dagli altri - come non lo sono stati neanche Godwind filius e Bethany zietta - il suo potenziale avrebbe goduto di un coefficiente notevolmente inferiore a livello di riscontri di interesse - e conseguente apprezzamento.
A me la storia è piaciuta in quanto tale - pur con alcuni limiti.
Ma non sentivo la necessità di capire come potesse "nascere" un Groucho, né mi faccio condizionare da questo per valutarla, perché preferisco chi guarda avanti creando qualcosa di nuovo piuttosto chi deve inventarsi dei retroscena su personaggi già confezionati (e congelati?) da altri per attirare attenzione.