Cravenroad7

Mi inviti a nozze!

pag. 24: il marito che trafitto da un forcone dice "ouch!", come quando ci si fa un taglio con la carta.

pag. 31: "Litigavamo ogni volta che invitavo gente a casa". Balloon successivo: "Litigavate spesso?". Mi sembra una domanda consequenziale...

pag. 32: "sta cercando di sedurmi?" e uno!
pag. 63: "stai cercando di sedurre mia figlia, Dylan?" e due!
pag. 68: "Dylan Dog si è infilato nel mio letto e ha cercato di sedurmi." e tre!

pag. 51: altro mistero quella gamba che spunta alla fine, che sarà di Margot, ma ditemi voi se in questa scena non ci andava Margot intera almeno una volta, che so a bordo piscina, no, spunta una gamba, e poi cambio scena, tutti a letto appassionatamente! Si impostano così le scene?!? Poverini sti albi, si vede lontano un chilometro che vengono sforbiciati a membro di segugio.

pag. 52: Dylan dice per la quarta volta che non ha accettato il caso!
pag. 58: Dylan dice di nuovo che non ha accettato il caso!
pag. 72: Dylan dice di nuovo che non ha accettato il caso!

pag. 56: "ti avevo raccomandato di non spostare i diari dall'ufficio di mio marito". No, non è vero, non è mai successo. L'unica volta che lo dice è DOPO questa scena.

pag. 77: arriva la follia! Il diario segreto. Dylan dice che il marito di Margot doveva avere un diario segreto dove confessare i suoi sfoghi così da non farli leggere alla moglie, come se, fino a quel momento, nei diari ci fossero stati scritti pensierini d'amore e coccole! La SECONDA frase che Dylan legge (pag. 16) è "sto perdendo me stesso in LEI", e le altre frasi sono anche peggio!

pag. 30: "vorrei solo scomparire..."
pag. 63: "a lui non è rimasto che... scomparire"
pag. 75: "temo che potrei scomparire."
pag. 80: "la storia di un uomo che scompare ogni giorno"

pag. 78: le perle di saggezza di Barbara Baraldi: "ogni rosa ha le sue spine. Non puoi stare con me se hai paura di sanguinare"... Questa frase è stata pensata, scritta, inviata, letta, approvata, letterata e pubblicata nell'anno del Signore 2021.

pag. 79: pensa, Barbara, inventati due frasi da corteggiatori d'altri tempi... Pensa, pensa... Ci sei! "Margot, anche stasera il suo fascino non ha eguali..." "Concordo. Persino le stelle del firmamento impallidiscono di fronte a tale bellezza". Minchia! E davanti al marito!

pag. 81: cioè, l'autista è rimasto a lavorare con loro anche dopo che il padrone di casa lo ha trovato a trombare con la moglie sul loro letto?!?

pag. 83: "la tua ira si abbatterà come una scure". wink wink!

pag. 89: "li ha uccisi tua madre, di sicuro." AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
Ma va?!? Dylan, sei un decerebrato!

pag. 90: la posa assurdamente insensata di Elaine nella quarta vignetta, con la mano sul mento... Le manca solo la pipa e la vestaglia di velluto. "Mmmm, siamo perduti".

pag. 90, ultima vignetta: il papà inizia a sgonfiarsi.

pag. 94 e 95: la consequenzialità del maggiolino incidentato nell'ultima vignetta di pag. 94 e nella prima di pag. 95.

E chi più ne ha, più ne metta.

Li ho notati praticamente tutti anche io.

Seguono spoiler


Inoltre a pg. 13 ci vogliono dare la sensazione di una villa sterminata, in cui vi sono scale infinite, oltre il primo piano ma, in realtà, abbiamo già visto a pg. 10 che la villetta ha al massimo un piano (se escludiamo la torre dove nessuno può andare).
A pg. 37 Dylan afferma di aver sentito dei rumori come se "King Kong stesse ballando il tip tap"... sarebbero i 4 passi che può fare il marito zombie nella torre?
Pg. 77 Dylan intuisce che esiste un diario ancora più segreto, al quale vengono affidate riflessioni ancora più intime. Sulla base di cosa? "Lei mi consuma, i suoi occhi mi giudicano. Sempre. Non sarò mai alla sua altezza. Mai". E quindi? Dove si intravede la possibilità che altre riflessioni, ben più pericolose, vengano redatte altrove? Anche perché questa stessa frase, se letta da Margot, sarebbe già di per sé fonte di parecchi pasticci.

To be continued (devo andare a lavorare, magari a prendere a schiaffi un cliente o a fargli il saluto militare).

Aggiorno il post.
Letta la seconda storia di Cavaletto, "Gli orrori di Dunwich", con grande soddisfazione.
Il "suo" Dylan è, probabilmente, ma altrettanto sicuramente, il Dylan che più rappresenta il personaggio nel mio immaginario e gradimento.
Semplicemente equilibrato.
Ride persino! Quando mai ride, che è sempre introflesso nei meandri di un disagio mai compreso?
Ma in effetti, perché Dylan è raffigurato da tanti autori, come un anziano cogitabondo, afflitto e giudicante?
Boh.
Il Dylan di Cavaletto invece è perfetto. Non è gradasso, non è borioso, è un ragazzo normalissimo che si innamora senza iperboli, indaga, chiacchiera come una persona qualsiasi (ovvero senza esplorare i massimi sistemi ogni volta che apre bocca), ma senza perdere la sua sensibilità.
I dialoghi di questo albo, infatti, funzionano perché sono fluidi quanto una qualsiasi conversazione quotidiana di ognuno di noi.
La storia è tosta e morbosa, per cui totalmente promossa.

L'Oldboy perfetto: prima ti fa sganasciare un po', e poi ti tira una legnata sui denti. Soddisfa tutto lo spettro emotivo!

Ed è anche un po' La settimana enigmistica, con tutte le vignette sbagliate nelle quali cercare l'errore!

Settimana enigmistica a cui rimanda anche l'anagramma di Bartezzaghi della copertina, con soluzione SBAGLIATA (cit. Baraldi) data da Busatta! Semplicemente epocale.

sto cercando di recuperare il mare di arretrato, quindi ho letto entrambe le storie di questo OB. La prima già parte da un soggetto piuttosto banale, poi la trama va avanti in maniera piuttosto banalotta. Sarebbe quindi una sufficienza stiracchiata, se non fosse che nonostante la spiegazione finale, non ho capito cosa ci facesse lì Dylan, quindi storia bocciata nonostate Mari.

La seconda invece è stata davvero una bella sorpresa. La definisco una storia disturbante (nel senso migliore che il termine può avere), soprattutto nella follia della coppia, che mi ha per l'appunto disturbato parecchio, come vorrei che facessero queste storie. Anche i vari intrecci si snodano per bene fino alla conclusione.
Nel caso ripassi di qui, faccio quindi anche io i miei complimenti a Cavaletto

Ogni tanto passo... e ringrazio di nuovo!!!!

visto il ritorno sulla regolare, a breve dovrai passare più spesso

Ma io passo sempre, anche se non scrivo. Sono un affezionato!


Comunque vedrai che roba ho scritto per la regolare...

se volevi far salire l'hype, missione compiuta

buongiorno tenebra
piaciuta l'idea una versione dylaniana di "il laureato" e dei classici di simon & garfunkel (la signora diventa mrs nicholson in omaggio al regista)
poi io sono un fan di mari, tra l'altro a me era piaciuta non poco la prima storia della baraldi "la mano sbagliata", disegnata proprio da mari
un pò della morbosità di quella storia affiora qua e là, nel rapporto con la figlia, nella scena di sesso... tuttavia la storia non decolla del tutto...
vedi ad esempio il finale, che al di là della citazione cinematografica, è banalotto: la fine di lei, l'autobus con i morti, l'ultima vignetta... boh...
molte vignette mute come impone la gestione recchioni, però è una storia classica, ergo superiore a molte delle cose attuali su dylan dog...
mi ha fatto sorridere il "mi consenta" berlusconiano della servetta...

voto 5/6

gli orrori di dunwich
classica storia che negli anni ottanta avrebbe provocato qualche interrogazione parlamentare... il miglior complimento che si può fare...
storia morbosa, cattiva, disgustosa, perfino volgare: in romanesco "scorticata" significa ben altro... infatti non si capisce se è orgasmo o dolore...
busatta nell'introduzione dice che siamo incatenati agli anni ottanta, purtroppo non lo siamo abbastanza visto come sta combinato dylan dog...
io sono della corrente di pensiero che sarebbe stato meglio non portarlo ai giorni nostri, doveva rimanere cristallizzato nel suo habitat naturale
i risultati si vedono in storie come "qwertyngton" o come questa di cavaletto, o come "il prezzo della carne" di qualche anno fa, sempre di rinaldi
o come "i sonnambuli" gioiellino di cavaletto, disegnata da un'altra "icona" degli anni ottanta, dall'uomo... rinaldi è invecchiato come il vino...
non me lo ricordavo così, è migliorato con gli anni: vedi l'atmosfera che si crea già con la presentazione dei due pazzi, della ragazza deforme...
ai tempi d'oro probabilmente storie così sarebbe passate quasi inosservate, oggi sono da considerarsi dei gioiellini, è il dylan dog più autentico...
dentro c'è un pò di tutto, almodovar, hitchcock, lovecraft, brian eno, eccetera dulcis in fundo un bel finale che chiude degnamente il tutto...
la copertina non mi piace molto, l'anagramma neanche, anche se io non sono un patito di anagrammi (non li so risolvere)
mi è piaciuta di più la grouchata nascosta intelligentemente da cavaletto all'interno della storia...
al di là dei temi trattati, i dialoghi sono ottimi...

voto 8

La prima, scritta dalla Baraldi, è un Dylan Dog in salsa Harmony, ma a tratti inaspettatamente funziona, forse perché la storia è senza troppe pretese. Talvolta grossolana nello svolgimento della trama e con dialoghi un po' troppo a effetto (da romanzo rosa, appunto), la storia è talmente semplice che lo spiegone finale risulta ridondante. Comunque niente di atroce, ecco.
Il Dylan di Mari fa sollevamento pesi di sicuro.

La seconda è particolare e merita sicuramente di essere letta, se non altro per l'enorme impegno profuso dal duo Cavaletto-Rinaldi nel ricreare atmosfere di un horror ormai d'altri tempi attraverso personaggi, situazioni, dialoghi e citazioni. Io non sono per nulla un fan di questo filone, ma riconosco la qualità complessiva della storia. Una trama densa e ben orchestrata per una storia che dà piena soddisfazione al lettore. Scene fortemente splatter e nudi a gogó.

Due storie per pubblici diametralmente opposti.

Parto dal commento di Leone perché sono abbastanza in linea con lui, specie per quanto riguarda Baraldi/Mari: una sceneggiatura che, pur tra i consueti difetti baraldiani, ha qualche sprazzo di notevole efficacia (penso alla sequenza in cui Dylan vede Margot come una vecchia cadente, che qualche brividino lo fa correre). Poi tutto finisce in vacca, però non è una storia da bocciare in toto, nonostante un Mari svogliato e probabilmente ai minimi storici (pochissimo attento ai dettagli, dimentico dei fondali, interessato solo ai personaggi). Tra momenti buoni e altri imbarazzanti, alla fine si lambisce la sufficienza. Ci si arriva quasi, diciamo.

Ottima la storia di Cavaletto, invece: una sceneggiatura forte e d'impatto, con diversi momenti disturbanti (eccellente l'incipit), disegnata ottimamente da un Rinaldi che, specie nelle prime decine di pagine, lavora di cesello e dà forma a vignette di grande raffinatezza visiva. Ci sono, come di consueto con Cava, diverse cosette non spiegate e qualche ambiguità, ma il tutto contribuisce egregiamente ad alimentare l'atmosfera sospesa che, specie nel finale, ammanta l'albo. Davvero bello: fosse sempre così, Dylan...

Un Old Boy decisamente da comprare, nel complesso.