Concordo Giuda ballerino. Tra l'altro il numero bis ci ha ricordato (e spero lo abbia ricordato anche alla redazione) cosa sia una storia di Dylan Dog.
Non serve nascondere la carenza di idee in valanghe di verbosità assortite (spesso, in tempi recenti, le storie che escono o sono fatte male o mi annoiano). Bisognerebbe che riprendessero coscienza del concetto di trama semplice, snella, scorrevole... partire da un'idea di base e svilupparla senza blabblare per novantaquattro pagine.
Attualmente abbiamo l'esatto opposto: trame farraginose, dove spesso non succede nulla - o almeno nulla di interessante - e a condire il tutto quintali di bla bla che piovono sulla testa del lettore anestetizzandolo.
Ma un bell'inseguimento dove Dylan non si parla addosso? No, perché sono sicuro che se facessero una storia oggi in cui è previsto un inseguimento, Dylan parlerebbe mentre corre, e idem l'inseguito/l'inseguitore. Magari citando entrambi Harry Potter. Oppure, se nell'inseguimento c'è una lei, questa partirebbe con filosofemi su "quanto è sbagliata" (grazie Keanu
), e Dylan, correndo, che tenta di consolarla con "fiumi di parole" (ecco, sto diventando citazionista anch'io).
Stesso dicasi per un Dylan impegnato a bersagliare gli zombi a colpi di pistola. Partirebbe qualche pippone indigeribile, con quintali di chiacchiere senza motivo...
E pensare che Tuco Ramirez, in una scena famosa de Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo asseriva (dopo aver sparato a uno che invece di freddarlo ha iniziato a cianciare senza motivo): "Quando si spara si spara, non si parla". Il riassunto di tutta una grande logica di fondo.