Nima83 ha scritto:
wolkoff ha scritto:
La continuity? Meno ne fanno meglio è. Non fa per Dylan (Sclavi docet, anzi docui),
e non ne sono capaci... come ampiamente dimostrato negli ultimi tempi da certi autori nerdofili che pensavano di avere a che fare con un personaggio Marvel/DC.
Persino Bilotta, nonostante tutte le libertà di cui gode in autonomia, finisce quasi sempre per incartarsi in smemorate riconsiderazioni, passi apocrifi a vuoto, spunti di girotondi a finta spirale, tracce superflue in presunto climax lasciato a penzolare... perché poi (zombescamente?) si rimangia tutto per trovare nuova linfa narrativa nello sfizio last minute dell'ultimo anno.
Altro che
archi narrativi, pensassero a qualche freccetta a segno con la lancia in resta, a livello di narrazione autoconclusiva di livello almeno decente
.
Infatti: hanno innestato nella testata un elemento antitetico alla stessa.
La mancanza di continuità - di Sclaviana memoria - permetteva tranquillamente escamotages narrativi che il suddetto inserimento rende difficile. Parlavamo, in un altro topic, del numero 69: esempio palese di una storia che non si piazza da nessuna parte, che termina con un finale aperto del quale nessuno realmente vuol sapere i risvolti. Una storia "simbolica" (in particolar modo il finale), e nessuno si aspettava realmente, all'epoca, di vedere - nel numero 70 - la miracolosa fuga di Dylan.
Ogni storia deve essere in qualche modo un universo a sé.
Non vi è più la volontà di raccontare una storia totalmente autoreferenziale, che "nasce e muore lì" [...]Se qualcuno avesse la caparbietà di scrivere una trama tipo quella di Storia di Nessuno, questa diverrebbe l'oggetto per ridefinire nuovamente il mondo dylaniato (vedasi "fisica fantastica", spiegone che doveva assolutamente risolvere questioni su "vari perché" che nessuno aveva chiesto) quando invece storie del genere erano fatte per durare l'arco di 94 pagine. Non di più e non di meno.
Poi, tra l'altro, ci stanno affibbiando una serie di storie "antiche" (pre Meteora? Personalmente non avrei dubbi) riadattate per coincidere con questa nuova parentesi... quindi storie del periodo "atemporale" traghettate nel periodo "continuity": anche la storia disegnata da Lauria doveva nascere e morire lì, e invece è caduta nel tranello del "lo scopriremo nella prossima puntata" (vedasi seguito, francamente non richiesto).
Ecco perché prima ci si libera della pastoia-continuità in maniera scaltra e meglio è
Né più né meno, caro Nima
.
Il "grande pasticcio" nasce dalla mente bacatamente sconclusionata di
RR e
Airoldi (Paninaro mmmerigano per definizione) che pensavano di guadagnare appeal per la serie nel segno della continuity, rilanciando sul concetto di stagioni, archi narrativi, micro-saghe, reboot, retcon, rivisitazioni, e altre cialtronate stellestrisce che c'entrano poco con un fumetto che esce da 35 anni ogni mese in edicola con altri standard... retrivi alla continuity, appunto, radicati nel DNA dylaniato da Sclavi stesso.
Anche perché, ci vuole
moooooooolta organizzazione e programmazione coordinata, nel caso, per poter disporre di un progetto simile, sapendo che DD non è una testata mono-autoriale -
e pure lì... v. girotondi sperequativi del one-man-show Bilotta di rivolo in rivolo, monofirma - ed è arduo mettere insieme dozzine di teste differenti al lavoro in tempi diversi su ciascun albo da pubblicare chissaquanno.
E come detto prima, di questa organizzazione,
non ne sono capaci.