Cravenroad7

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#420 - Jenny
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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: sab set 04, 2021 11:00 am 
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Emo Barbarella ha scritto:
Non potrei pensare di recitare una sorta di “repertorio letterario”. Ogni romanzo, anche quando fa parte di una serie, porta con sé tematiche e spunti di riflessioni scaturiti dal momento in cui lo sto scrivendo
Disse praticamente la stessa cosa di sé Roi mentre disegnava l'ennesima vignetta statica, rigida, con anatomie approssimative mal nascoste in ombre senza senso e nella totale assenza di sfondi (almeno nessuno può dirgli di aver sbagliato la prospettiva).

Lee more touchy vostra, avete veramente la faccia come un lato B :D

_________________
l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: sab set 04, 2021 12:03 pm 
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Incuriosito da alcuni commenti mi sono deciso ad acquistarlo, unico del trittico.
I personaggi di Jenny e di Dylan, nel rapportarsi a lei, toccano (dovrebbero toccare) qualcosa che hanno provato molti di noi. Mi aspettavo quindi una narrazione che sapesse suscitarmi certe emozioni.
Invece: nulla.
Sarà anche colpa della maggior parte dei dialoghi, ma ho trovato tutto piuttosto stereotipato.
Voto 5 alla storia e questo pesa sul giudizio finale, ma i disegni di Furnò sono eccellenti.


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: sab set 04, 2021 2:24 pm 
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@Myskin
Standing ovation. Tutto giusto.
E cito
Myskin ha scritto:
A me sembra che tutti questi "nuovi" autori concepiscano (inconsapevolmente, magari) il loro lavoro come fanfiction anziché scrittura. Tentano di attenersi all'idea (fondata o meno) che si è maggiormente diffusa del personaggio replicandone le idiosincrasie, ma non cercano veramente di SCRIVERE. Non dico scrivere Dylan Dog, ma proprio scrivere e basta.


Sul "fondata o meno" direi "meno". Dylan Dog era, in tempi migliori, un personaggio dotato di un carattere. Oggi è una macchietta, frutto della cattiva interpretazione di determinati autori.
Autori che, e mi ricollego con la seconda parte di questo passaggio, hanno poche idee, monche, replicate all'infinito (gli input dati da Keanu dovrebbero bastare). E una visione miope di quello che dovrebbe essere il succo di tale fumetto: per loro ciò che deriva dal loro personale background basta a portare avanti una testata (dunque se il mio modus operandi è donne rompicoglioni+storiacce teen, sino a che non mi si consumano le mani dovrò scrivere sempre di donne rompicoglioni e storiacce teen. Nessuna flessibilità, nessun tentativo di visionare attentamente quell'arco di storie che "funzionano" - diciamo le prime 100? Le prime 150? - per proporre un plot più in linea con "il Dylan che abbiamo sempre - precedentemente - amato". E infatti, dato il citazionismo becero e inopportuno insediatosi nella testata, dovrebbero citare almeno una cosa giusta: il "C'eravamo Tanto Amati" di Ettore Scola, storia di un idillio tra Dylan e i lettori terminato, purtroppo, da tempo).

Myskin ha scritto:
Dylan Dog è storicamente un fumetto pieno di citazioni, quindi negli ultimi anni è Dylan che si è messo a citare continuamente cultura pop mentre parla. Ma quando mai si è comportato in maniera così pedante? E anche se fosse, chi può trovare simpatico un simile rompicoglioni?


Nessuno credo. E pensare che era il Dylan che aveva preso maggiormente piede nel periodo immediatamente antecedente al 666 (E Ora L'Apocalisse è un polpettone indigesto di imbecilli che dicono boiate pensando di attirare l'attenzione del lettore. E invece attirano pomodori e uova marce). Dylan era una testata, all'epoca, che si basava su richiami, su citazioni, su rimandi... talvolta più che evidenti. Uno specchio della cultura pop (ma con echi spesso anche più raffinati) che veniva messa in campo senza che qualche protagonista imbecille tirasse fuori la propria erudizione popolare. Cagliostro: pieno di tutto. C'è un bignami cinematografico in quel numero. Non è un numero in cui troviamo un idiota che per novantaquattro pagine cita tutti i film che conosce :?

Myskin ha scritto:
Analogamente: Dylan Dog è il Bonelli delle cose "profonde"

E hai fatto stra-bene a virgolettare.
Dylan Dog è il Bonelli delle cose profonde... uhm...
Forse su Johnny Freak. Su Lontano dalla Luce. Su Doktor Terror (numeri tra l'altro consequenziali).
O Su Goblin. Su Caccia Alle Streghe. O su qualche numero esistenzialista...
Non mancano, certo, i numeri che mostrano una spiccata profondità.
Ma Dylan Dog era anche Jack Lo Squartatore, Il Castello Della Paura/La Dama In Nero, Ramblyn/Belva, la trilogia del Crepuscolo, Attraverso Lo Specchio, Canale 666, Giorno Maledetto, Scritto Con Il Sangue... divertimento, orrore e zero menate atte a far riflettere. Intrattenimento per un pubblico che voleva essere intrattenuto.

Myskin ha scritto:
qui il problema di fondo è uno: per me, questi scrittori non hanno niente da dire.

E quindi è giusto che esprimano la propria visione - antitetica, a quanto pare, alla testata - altrove.
Se sono come quegli artisti concettuali che non hanno niente da dire - piazziamo un paio di scarpe su un tavolo e aspettiamo che quattro... ehm... "fantasiosi" si prodighino in ricami di ogni genere... beh, non credo che sia questa la testata per loro.
Dylan Dog è (prevalentemente) intrattenimento, e leggere di donne scassaballe che hanno bisogno di mostrare il loro malessere esistenziale... francamente non mi interessa. E immagino la cosa sia condivisa da diverse persone.

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: sab set 04, 2021 8:14 pm 
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Iscritto il: dom dic 29, 2019 12:06 pm
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Località: WENETO
Con questi discorsi così alti rischiamo di confondere la redazione su quali siano i problemi della trilogia Rossiana.
Dobbiamo volare un po' più basso. Proviamo così:

-è possibile in futuro fare in modo che gli ultimi due albi (consecutivi) su tre non parlino di depressione? E non è che Sally parli esattamente di stand up comedy...

-e se proprio non si può evitare, è possibile almeno fare sì che il modo in cui la depressione viene trattata nei due albi non sia praticamente identico?

-è possibile evitare che ci siano tre storie di fila dove il nostro Dylan piange come un sedicenne ogni volta?

-e se proprio non si può, è possibile almeno evitare che in TUTTI E TRE gli albi pianga sotto la pioggia? Questo cliché è leggermente frusto...

-è possibile evitare che, delle ultime quattro Dog Girls, TRE siano studentesse universitarie?

-e se proprio non si può, è possibile almeno evitare che DUE su tre facciano la STESSA facoltà?

-è possibile, in fase di revisione, evitare che i dialoghi siano identici ad altri albi usciti due mesi prima, un mese prima, due settimane prima?

-è possibile fare in modo che le inquadrature delle vignette non siano proprio uguali uguali uguali a quelle di altri albi APPENA USCITI?

-infine, una mia richiesta personale, un'inezia: è possibile scegliere una volta per tutte se usare nei balloon di uno stesso albo "insieme" o "assieme", così da nascondere un po' di più gli interventi altrui in fase di revisione, e non sembrare dei totali schizofrenici?
Se vi serve un altro revisore, o ne volete cacciare qualcuno, ditelo, io non faccio un cavolo tutto il giorno, ve lo faccio gratis.

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"You should be ashamed of yourself".
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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: sab set 04, 2021 8:47 pm 
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Iscritto il: dom giu 02, 2019 10:39 am
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Località: Ἁρμαγεδών
Keanu Coen ha scritto:
Con questi discorsi così alti rischiamo di confondere la redazione su quali siano i problemi della trilogia Rossiana.
Dobbiamo volare un po' più basso. Proviamo così:

-è possibile in futuro fare in modo che gli ultimi due albi (consecutivi) su tre non parlino di depressione? E non è che Sally parli esattamente di stand up comedy...

-se proprio non si può evitare, è possibile almeno fare sì che il modo in cui la depressione viene trattata nei due albi non sia praticamente identico?

-è possibile evitare che ci siano tre storie di fila dove il nostro Dylan piange come un sedicenne ogni volta?

-è possibile evitare che, delle ultime quattro Dog Girls, TRE siano studentesse universitarie?

-se proprio non si può, è possibile almeno evitare che DUE su tre facciano la STESSA facoltà?

-è possibile, in fase di revisione, evitare che i dialoghi siano identici ad altri albi usciti due mesi prima, un mese prima, due settimane prima?

-è possibile fare in modo che le inquadrature delle vignette non siano proprio uguali uguali uguali a quelle di altri albi APPENA USCITI?

-infine, una mia richiesta personale, un'inezia: è possibile scegliere una volta per tutte se usare nei balloon di uno stesso albo "insieme" o "assieme", così da nascondere un po' di più gli interventi altrui in fase di revisione, e non sembrare dei totali schizofrenici?
Se vi serve un altro revisore, o ne volete cacciare qualcuno, ditelo, io non faccio un cavolo tutto il giorno, ve lo faccio gratis.


Dal mio punto di vista... si, più o meno a tutto:
1: ci sono tremila argomenti di cui si può parlare senza annoiare
2: naturalmente... basta un pizzico di fantasia. Evitare di stereotipare l'argomento
3: certo... non ci sono rigidi dettami per cui Dylan deve essere un fregnone
4: c'è il settore GILF quasi inesplorato
5: difficile... hanno capito che plagiarsi a vicenda è bello
6, 7: basterebbe un minimo di attenzione. Non so se in redazione conoscono questa strana parola...
8: speriamo che possano prendere in considerazione la tua richiesta...

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 12:27 am 
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Nima83 ha scritto:
@Myskin
Standing ovation. Tutto giusto.

Grazie.

Nima83 ha scritto:
E hai fatto stra-bene a virgolettare.
Dylan Dog è il Bonelli delle cose profonde... uhm...
Forse su Johnny Freak. Su Lontano dalla Luce. Su Doktor Terror (numeri tra l'altro consequenziali).

Ma infatti ho virgolettato perché secondo me nemmeno questi sono albi "profondi"... Qualunque cosa voglia dire. Quello della "profondità" è una specie di luogo comune che è stato appiccicato a Dyd, credo dopo gli anni '90 e grazie all'attenzione prestatagli, tra gli altri, da Umberto Eco. Alcuni degli albi che hai citato (anche nelle righe del tuo post che non ho quotato) secondo me sono pure brutti.

Forse bisognerebbe capirsi sul termine "profondo". Non è che io consideri i fumetti come una forma d'arte incapace di andare al di là del puro escapismo, anzi. Ci sono fumetti grandiosi, capaci di addentrarsi in territori esistenziali complessi con un linguaggio altrettanto complesso. Penso a Chris Ware, ma ovviamente ci sono molti altri esempi. Solo che Dylan non è quel tipo di fumetto. E non è necessariamente un male. Se io penso a uno dei miei film preferiti, L'inquilino del terzo piano (peraltro saccheggiato da Sclavi), mi accorgo che è in grado di comunicarmi angosce esistenziali importanti adottando un linguaggio da thriller psicologico. E' un tipo di horror/thriller molto raffinato e sottile. Ecco, direi che Dyd storicamente oscilla tra due poli, l'horror/thriller sofisticato (un filone a cui appartengono anche Babadook, Hereditary, Rosemary's Baby...) e il thrilleraccio splatter alla Lucio Fulci. Certo, con abbondanti zone di surrealismo nel mezzo e qualche saltuaria incursione in altri generi, ma grosso modo Dyd questo è.

Ad ogni modo, a me certe trovate/dialoghi/trame come quelle dei numeri che ormai conosciamo fin troppo bene non sembrano andare proprio in nessuna direzione. Nemmeno quella (del tutto ipotetica) di un Dyd svincolato dalle sue radici di fumetto popolare e programmaticamente "profondo" o "esistenziale". Diciamocelo, sono scemenze senza capo né coda, la parodia involontaria della parodia.

In tutto questo mi pongo una domanda. Non è che mi stupisca troppo che molti lettori abbiano cominciato a un certo punto a credere nella favola del Dylan "profondo" (continuo a usare questo aggettivo pur nella consapevolezza della sua genericità: facciamo a capirci). In fondo, è seducente l'idea di leggere qualcosa che è più di un "semplice" fumetto horror, specialmente in un momento - gli anni '90 - in cui di Dyd parlavano tutti. Quello che mi stupisce è che a un certo punto abbiano cominciato a crederci anche gli addetti ai lavori. Avrebbero dovuto capire che il DNA di Dyd sta in Mister No, Orient Express, o addirittura nei latinoamericani tipo Robin Wood. Magari se si fossero concentrati con mestiere solo sull'intrattenimento di qualità (come è successo con Tex), i risultati in questi anni sarebbero stati migliori.

Keanu Coen ha scritto:
Con questi discorsi così alti rischiamo di confondere la redazione su quali siano i problemi della trilogia Rossiana.

Dubito che la redazione tenga presente questo forum per individuare errori che sono evidenti a tutti. E in generale ritengo sia un errore che i lettori individuino delle strade e le suggeriscano agli editori. I lettori spesso non sanno cosa vogliono davvero... Gli editori dovrebbero agire in autonomia, e i lettori esprimersi col proprio portafoglio.


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 4:45 am 
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Iscritto il: gio ago 06, 2020 12:46 pm
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Quoto integralmente Keanu, Ramingo e Myskin ( magistrale quest'ultimo, complimenti!). Premetto che sono una persona per nulla sensibile alle "questioni femminili"; anzi, solitamente accolgo qualsiasi cosa scritta, pubblicata, trasmessa, pronunziata o anche solo pensata da una donna con lo stesso scetticismo con cui le Nazioni Unite accoglievano le proposte di smembramento della Svizzera da parte del compianto colonnello Gheddafi ( quanto mi manca!). Questo per sottolineare, in maniera magari un po' enfatica, che sapevo esattamente cosa attendermi quando ho letto che l'albo sarebbe stato scritto dalla Baraldi. Tuttavia, non potevo minimamente immaginarmi come lo avrebbe scritto! Questa roba rispecchia il livello medio delle peggiori fan fiction scritte dai millennials su wattpad. Si tratta, a tutti gli effetti, di una pubblicazione rivolta ad un target prepuberale, robaccia per ragazzine problematiche ( perlopiù viziate e che non hanno alcuna contezza dei veri problemi della vita ). Il lettore medio di DYD, come è stato sottolineato, è un ragazzo degli anni 90' ( range di età che spazia dai 30-35 ai 40-45). Mi chiedo, pertanto, come si possa proporre una cosa del genere ad un pubblico siffatto. Come può il lettore medio di DYD rispecchiarsi con certi trascorsi/vissuti. A tal proposito, vorrei ricordare che il protagonista della testata dovrebbe essere Dylan e non la donnetta di turno che, come è noto, ha perlopiù un ruolo di contorno, che definirei... orizzontale ( con ben note eccezioni imprescindibili per lo sviluppo del personaggio, come Morgana, Lillie etc.). Personalmente non ne posso più di femme fatale, girl power, ragazze problematiche/gatte morte. Io non capisco neanche come alcuni uomini possano trovare la personalità "struggente" di 'sta Jenny minimamente affascinante. Voi chiamatela pure struggente e introspettiva, io la chiamo con il suo nome: cagacazzi! E come tale, meriterebbe una pedata in culo. Complici i tempi, la testata ha ormai preso una deriva mestruale e trash, nel senso più deteriore, ormai difficile da contrastare. Abbiano almeno il coraggio di andare fino in fondo ed assumano FABIO VOLO come prossimo curatore di Dylan Dog.

CHIEDO PERTANTO A VOI TUTTI DI FIRMARE LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG E DI PRETENDERE UN ATTO DI CORAGGIO DA PARTE DI SBE:

FABIO VOLO CURATORE
https://chng.it/zL6PNKvrQP


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 7:42 am 
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Che tristezza questo post, veramente.
Con tutte le porcate indecenti scritte e disegnate da uomini, le centinaia di euro gettate nel gabinetto per storie pietose, scritte da uomini, avere il coraggio di vergare queste righe pregne di oscurantismo medievale, partendo dal presupposto che "scritte da una donna", rende altrettanto agghiacciante il tuo post.
Mi auguro tu stia trollando, per il bene dell'umanità.


Ultima modifica di bertuccia il dom set 05, 2021 9:05 am, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 8:13 am 
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@Bertuccia
Infatti chi scrive è indifferente.
Abbiamo avuto autori maschi che hanno annoiato in maniera magistrale. Così come autrici femmine in passato acclamate e celebrate (senza fare nomi) che ultimamente propongono storie stantie.
Il fatto che l'autore sia maschio o femmina non c'entra poi molto :)

@Myskin
Certo. Chiaramente c'è "profondo" e "profondo".
Nessun seminario su Dylan Dog di cosa sia la physis... magari qualcuno che contrapponendosi ad acqua, fuoco, apeiron etc. si è buttato su teorie tipo "l'origine di ogni cosa è il pensiero superiore derivante dall'Uno inscindibile" etc. costruendoci una storia.
Il "profondo" su Dylan è cosa molto più blanda: tipo storie ad argomento vivisezione, razzismo, emarginazione eccetera.
Niente che apra nuove strade di pensiero ma storie più "sociali". Dunque il termine "profondo" è normale sia virgolettato.
Ed è questo "rapporto con il sociale" che ha fornito cattivi input a determinati sceneggiatori (si veda "Il Terrore", numero 370: titolo bellissimo, contenuto imbarazzante).
Oltre, logicamente, all'utilizzo di "ispirazioni" totalmente estranee alla testata (i supereroi americani su Che Regni Il Caos/E Ora l'Apocalisse, per citarne due) che non hanno portato alcun giovamento.
I mali sono stati tanti, e hanno portato la suddetta testata ad una enorme crisi identitaria.

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 9:30 am 
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Mi sono fatta l'dea che questa deriva sentimentalistica della testata, condita da dialoghi e stereotipi "teen", parta da lontano.
Inizia nel momento in cui si incista nell'immaginario comune degli sceneggiatori, l'idea che Dylan abbia questa specie di coscienza dilatata, espansa, etica ma ipocrita allo stesso tempo (infatti non vuole sparare ma spara, spesso è reticente con la legge, infrange le regole a piacimento ma giudica chi le infrange, spesso è complice o apertamente collusivo con svariate tipologie criminose ecc).
Attorno a questo nucleo morale ruota un complesso universo di sensazioni e sentimenti, spesso in contrasto, esattamente come i valori etici di cui sopra.
Ama intensamente e, altrettanto superficialmente, si dona; è disposto a immolarsi per la donna (o caso umano del mese, il che spesso coincide) del tutto dissennatamente.
Ma è nato prima l'uovo o la gallina? E' venuto prima il Dylan sentimentale, che piano piano si è trasformato nell'esercito della salvezza per comodità di storia (perché é facile tirar giù ogni mese 30 pagine di piagnistei e ciao ciao alla trama complessa e ben strutturata, che invece porterebbe via tempo) oppure sono venute prima le fidanzatine sempre più psicolabili e lui si è adeguato, gettandosi anima e corpo nel compito di salvarle dalle insidie del mondo e della psiche?
Difficile dirlo.
Ma una cosa per me è certa: nell'immaginario collettivo degli autori, questo è un modo per rifornire mensilmente i lettori di quell'ingrediente che credono sia indispensabile: il suo sentimentalismo (per me è "buonismo", che ha un'accezione più negativa e idonea).
Lo sanno fare attraverso storie memorabili, come quelle che sono rimaste nel nostre cuore e sono pietre miliari della testata?
NO.
Non sono capaci.
E allora lo fanno così. Pian piano lo hanno trasformato nell'imbarazzante caricatura dell'eroe buono, un po' sconvolto e sconfitto dalla vita, che si immola nella fiamma del drago.

Solo che noi vorremmo vedere il drago e non la principessa che salva, di cui in realtà non ci frega niente.
E invece, spesso e volentieri, vediamo solo lei, scritta molto male (perchè se fosse scritta bene, sarebbe la principessa di quelle storie che per noi sono memorabili, vedi "Il lungo addio").
Questo per specificare il mio pensiero sull'argomento, fermo restante che ritengo l'albo del mese MOLTO bello.


Ultima modifica di bertuccia il dom set 05, 2021 1:19 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 9:52 am 
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bertuccia ha scritto:
Mi sono fatta l'dea che questa deriva sentimentalistica della testata, condita da dialoghi e stereotipi "teen", parta da lontano.


Ho idea che partì da quando Marcheselli ebbe il pieno controllo della testata. E' allora che albi come Johnny Freak divennero il modello da prendere ad esempio e Dylan diventò sempre più stereotipato. Marcheselli ha avuto indubbi meriti, ha portato un testimone pesante, ma molte delle sue scelte (anche per comodità, vedi il troppo spazio dato a Ruju, cui doveva essere concesso più tempo per produrre meno, ma migliori storie), soprattutto nell'ultimo periodo, la testata sta continuando a pagarle anche ora.


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 10:02 am 
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L'idea che il declino di Dyd dipenda dall'introduzione di scrittrici nell'entourage degli autori della testata e dal fatto che le storie siano maggiormente dirette a un pubblico femminile è un po' una vaccata. Sia perché la Barbato - per dire - è stata tra i pochi, forse l'unica, a scrivere storie decenti nel periodo postSclavi. Sia perché, almeno personalmente, non riesco a immaginare fasce ampie di lettori che davvero possano trovare attraente questa roba.

Trovo che oltre all'incertezza sulla direzione da dare alla testata (roba di vecchia data eh, risale al pre-Recchioni - per dire, leggo L'inquilino misterioso di Masiero e mi dico: ma che roba è?) Recchioni ci abbia messo il carico da undici di fatto involgarendo un po' il tutto (non parlo di parolacce eh, parlo di un abbassamento generale del livello - linguistico, dei riferimenti culturali, ecc), presumo venire incontro al lettore (o meglio a quella che è la sua concezione del lettore). Non è che Recchioni sia un curatore disastroso, ogni tanto ha avuto alcune intuizioni buone, ma la sua idea di quello che dovrebbe essere un fumetto (e un pubblico) popolare è per me deleteria.


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 10:23 am 
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Aleksandr ha scritto:
bertuccia ha scritto:
Mi sono fatta l'dea che questa deriva sentimentalistica della testata, condita da dialoghi e stereotipi "teen", parta da lontano.


Ho idea che partì da quando Marcheselli ebbe il pieno controllo della testata. E' allora che albi come Johnny Freak divennero il modello da prendere ad esempio e Dylan diventò sempre più stereotipato. Marcheselli ha avuto indubbi meriti, ha portato un testimone pesante, ma molte delle sue scelte (anche per comodità, vedi il troppo spazio dato a Ruju, cui doveva essere concesso più tempo per produrre meno, ma migliori storie), soprattutto nell'ultimo periodo, la testata sta continuando a pagarle anche ora.



È esattamente il mio stesso pensiero.
Johnny Freak, con il suo enorme successo, ha dato l'avvio ad un certo tipo di sovrastruttura del pensiero dylandoghiano.

A latere, quante sono le scrittrici donne su questa testata? 3? Quanti sono gli uomini e quante le nefandezze proposte negli ultimi decenni? Una valanga. Che siano tutte loro, fa semplicemente ridere persino in un'ottica di oscurantismo talebano.


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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 11:02 am 
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Spero di non essere frainteso nei miei prossimi pensieri in libertà, ma a me suonava già banale (e vagamente sessista!) in origine l'idea "tre storie di donne <quindi> tre storie scritte da donne". Secondo me questo è stato un di più non richiesto in un'operazione già abbastanza carica di aspettative e di criticità. Questo a prescindere dagli esiti e dalle impressioni di ciascuno di noi.

Un'idea più "neutrale" poteva essere "vediamo chi tra i nostri quarantanove sceneggiatori e sceneggiatrici ci porta le tre storie migliori sull'argomento CANZONI DI VASCO". Anche perché, dico, le tre storie le avranno pure sceneggiate tre donne, ma le hanno pure disegnate tre uomini (tre su tre!), e alla Bonelli di sicuro non mancano le disegnatrici.

In più, ricordiamoci che esistono anche le bravissime, e meno inflazionate, Rita Porretto e Silvia Mericone, che avendo scritto un dodicesimo delle storie scritte dalla Barbato e dalla Baraldi (forse anche della Contu, non saprei quantificare al momento), magari potevano essere una scelta meno scontata e soprattutto più fresca, a cui sicuramente (e numericamente) siamo meno abituati.
Solo che ovviamente se dici che le storie le scrive la Barbato e la Baraldi, la reazione più comune è l'hype, e non "ancora loro due?!?", se dici Porretto e Mericone, la risposta è, ahimè, "chi?!?", o quasi.

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 Oggetto del messaggio: Re: #420 - Jenny
MessaggioInviato: dom set 05, 2021 11:26 am 
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Johnny Freak sicuramente ha influito e parecchio, ma sono anche 27 anni che è uscito. No dico: quasi tre decenni. Per quanto venerabile (e a rileggerlo oggi ci sono diverse cose che non funzionano, solo che quando si ha 15 anni non è che si notino poi troppo...) non sopravvalutiamo la popolarità di quell'albo tra i lettori come unico fattore determinante nel declino di Dylan Dog. Secondo me c'è anche dell'altro.

Speculazione mia. Non credo che all'epoca abbiano preso la direzione moralista che tutti sappiamo per bissare il successo di Johnny Freak, o almeno non solo per quello. Era ancora relativamente fresca (3 anni, credo) la crociata antihorror che aveva portato, tra l'altro, alla chiusura di Splatter e riviste simili (qualcuno ricorda "Caccia alle streghe"?). Credo che all'epoca Dyd ne fosse uscito relativamente indenne ma attenzionato. Improvvisamente salta fuori quest'albo, contenente qualche nefandezza ma che i giornali facevano passare come una profonda analisi del diverso nella società moderna eccetera. Fra l'altro con un'impostazione di fondo paurosamente cattolica (chi ha letto Clive Barker sa che la poetica del diverso può essere declinata anche senza farne una specie di santo, anzi), che in parte ritorna anche in albi simili (mi ricordo un venditore ambulante di Doktor Terror che faceva ridere da tanto era caritatevole...). Credo che Marcheselli o chi per lui abbiano intravisto in quest'episodio la possibilità di continuare a vendere Dyd mettendolo al sicuro da critiche e cacce alle streghe mediatiche (appunto), facendolo passare come un fumetto sensibile e impegnato con qualche venatura horror, anziché - come invece era - un fumetto horror che ogni tanto infilava qualche predicozzo più o meno riuscito. Per dire, Doktor Terror: chi mai si esporrebbe criticando un albo che prende una posizione così chiara contro il razzismo? All'epoca ne parlavano tutti benissimo. Solo che Doktor Terror è una mezza cavolata, un bignamino che sarebbe piaciuto anche al papa, con Dylan incoerente con la sua caratterizzazione storica (no dico, a un certo punto vuole confrontare le proprie idee con quelle del naziskin! Roba da andarsi a nascondere, bisognerebbe utilizzare questo albo per spiegare la crisi della sinistra italiana...) e in cui l'unica frecciata davvero pungente - un politico razzista con la faccia di Umberto Bossi - è stata pure censurata nelle ristampe (per carità, prendiamo posizione per principio, ma poi quando si tratta di fare nomi e cognomi...). Alla fine è stata tutta una questione di marketing, a cui si sono aggiunti autori sempre più superficiali e una pressoché totale incapacità di rinnovarsi.


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