@Myskin
Standing ovation. Tutto giusto.
E cito
Myskin ha scritto:
A me sembra che tutti questi "nuovi" autori concepiscano (inconsapevolmente, magari) il loro lavoro come fanfiction anziché scrittura. Tentano di attenersi all'idea (fondata o meno) che si è maggiormente diffusa del personaggio replicandone le idiosincrasie, ma non cercano veramente di SCRIVERE. Non dico scrivere Dylan Dog, ma proprio scrivere e basta.
Sul "fondata o meno" direi "meno". Dylan Dog era, in tempi migliori, un personaggio dotato di un carattere. Oggi è una macchietta, frutto della cattiva interpretazione di determinati autori.
Autori che, e mi ricollego con la seconda parte di questo passaggio, hanno poche idee, monche, replicate all'infinito (gli input dati da Keanu dovrebbero bastare). E una visione miope di quello che dovrebbe essere il succo di tale fumetto: per loro ciò che deriva dal loro personale background basta a portare avanti una testata (dunque se il mio modus operandi è donne rompicoglioni+storiacce teen, sino a che non mi si consumano le mani dovrò scrivere sempre di donne rompicoglioni e storiacce teen. Nessuna flessibilità, nessun tentativo di visionare attentamente quell'arco di storie che "funzionano" - diciamo le prime 100? Le prime 150? - per proporre un plot più in linea con "il Dylan che abbiamo sempre - precedentemente - amato". E infatti, dato il citazionismo becero e inopportuno insediatosi nella testata, dovrebbero citare almeno una cosa giusta: il "C'eravamo Tanto Amati" di Ettore Scola, storia di un idillio tra Dylan e i lettori terminato, purtroppo, da tempo).
Myskin ha scritto:
Dylan Dog è storicamente un fumetto pieno di citazioni, quindi negli ultimi anni è Dylan che si è messo a citare continuamente cultura pop mentre parla. Ma quando mai si è comportato in maniera così pedante? E anche se fosse, chi può trovare simpatico un simile rompicoglioni?
Nessuno credo. E pensare che era il Dylan che aveva preso maggiormente piede nel periodo immediatamente antecedente al 666 (E Ora L'Apocalisse è un polpettone indigesto di imbecilli che dicono boiate pensando di attirare l'attenzione del lettore. E invece attirano pomodori e uova marce). Dylan era una testata, all'epoca, che si basava su richiami, su citazioni, su rimandi... talvolta più che evidenti. Uno specchio della cultura pop (ma con echi spesso anche più raffinati) che veniva messa in campo senza che qualche protagonista imbecille tirasse fuori la propria erudizione popolare. Cagliostro: pieno di tutto. C'è un bignami cinematografico in quel numero. Non è un numero in cui troviamo un idiota che per novantaquattro pagine cita tutti i film che conosce
Myskin ha scritto:
Analogamente: Dylan Dog è il Bonelli delle cose "profonde"
E hai fatto stra-bene a virgolettare.
Dylan Dog è il Bonelli delle cose profonde... uhm...
Forse su Johnny Freak. Su Lontano dalla Luce. Su Doktor Terror (numeri tra l'altro consequenziali).
O Su Goblin. Su Caccia Alle Streghe. O su qualche numero esistenzialista...
Non mancano, certo, i numeri che mostrano una spiccata profondità.
Ma Dylan Dog era anche Jack Lo Squartatore, Il Castello Della Paura/La Dama In Nero, Ramblyn/Belva, la trilogia del Crepuscolo, Attraverso Lo Specchio, Canale 666, Giorno Maledetto, Scritto Con Il Sangue... divertimento, orrore e zero menate atte a far riflettere. Intrattenimento per un pubblico che voleva essere intrattenuto.
Myskin ha scritto:
qui il problema di fondo è uno: per me, questi scrittori non hanno niente da dire.
E quindi è giusto che esprimano la propria visione - antitetica,
a quanto pare, alla testata - altrove.
Se sono come quegli artisti concettuali che non hanno niente da dire - piazziamo un paio di scarpe su un tavolo e aspettiamo che quattro... ehm... "fantasiosi" si prodighino in ricami di ogni genere... beh, non credo che sia questa la testata per loro.
Dylan Dog è (prevalentemente) intrattenimento, e leggere di donne scassaballe che hanno bisogno di mostrare il loro malessere esistenziale... francamente non mi interessa. E immagino la cosa sia condivisa da diverse persone.