Cravenroad7

qwertyngton
ah!ah!ah! finalmente, cazzo! ci voleva tanto a pubblicare un dylan dog come si deve? davvero beffarda la sua collocazione sul numero bis
il messaggio che si vuol far passare, probabilmente, è che ormai queste storie le possiamo leggere solo su albi collaterali e pazienza!
tra questo albo bis e l'attuale serie regolare c'è un abisso... ma, in verità, anche tra questo albo bis e quello pubblicato per zagor, orribile...
è l'old boy che abbiamo sempre amato, una versione balneare di "la casa degli uomini perduti", vedi il comune deformato, il bel finale beffardo
altre cose che ho gradito molto sono: le rotonde sulle note di "roundabout", le immancabili pecore del galles sulle note di "sheep" dei pink floyd
altro che il tuo rock alternativo del cavolo, rrobe... ma la baraonda golconda si mantiene sempre su un buon livello, cosa niente affatto scontata
vedi anche le cartoline, il francobollo, il coniglio, la carta di identità vomitata da dylan, la proposta di matrimonio stavolta senza anello...
la storia fa anche ridere (la telefonata tra i due dylan) e riflettere (la spiegazione sulla scomparsa), insomma un albo che riconcilia con dylan
avevo temuto che il sindaco avesse qualcosa a che fare con john ghost o la regina, ma così non è... ci siamo scansati pure questa...
i disegni di genovese sono particolari, sono da metabolizzare, però io lo ritengo un lavoro positivo, in simbiosi con vanzella
buona anche la copertina

voto 8

Non so Tex, che non ho ancora letto, né Dragonero che non ho preso, ma in Dylan, Nathan Never e Zagor i numeri bis trattano in qualche modo il tema

A prescindere dalla tematica (la potresti ritrovare anche lì, forzando un minimo l'interpretazione), anche il Tex bis è un bell'albo. Per me, è addirittura una delle storie migliore di Boselli degli ultimi anni.

Concordo. Il titolo "Qwertyngton" non è il massimo dell'originalità, ma la cittadina in sé lo è. Luca Vanzella cita "Lassù qualcuno ci chiama" e non solo nel pronunciare il paesino gallese, ma anche nel ripetere il celebre errore di Sclavi di spostare il gaelico dall'Irlanda occidentale al Galles.
Confesso che ho dovuto aprire il dizionario per cercare la parole "cultista". Vanzella scrive davvero bene. La storia può ricordare (oltre all'albo già citato) anche "La casa degli uomini perduti" (specie per il finale), "L'inquilino del terzo piano" (per la questione doppelganger) e tutte le storie ambientate nel folle Galles.
Non un capolavoro, ma un albo letto senza mai annoiarmi e senza incazzarmi con Recchioni.
Luca Genovese ha un qualcosa di Bruno Brindisi che mi soddisfa. Disegna bene le assurdità di Qwertyngton, solo che il suo Dylan Dog non mi convince. Molto meglio Groucho, che purtroppo sparisce troppo presto (in un paese folle sarebbe stato a suo agio).

Non ho capito la scena della donna con in braccio il coniglio morto: a che trasmissione televisiva fa riferimento Dylan?

Le gag migliori: la rottura del punto di prospettiva con i micro pensionati, i due zii paperonee il municipio.

Copertina all'altezza del contesto.

Sembra di essere tornati un po' agli ultimi tempi di Sclavi, con un'unica "recchionata": la milf che dice a Dylan "lei è un genio, tanto bello quanto intelligente" e quello risponde "Grazie, è vero". Qui si stravolge un personaggio con una vignetta.

È la signora ceppo di twin peaks

Grazie!

Invece a me quella battuta è sembrata perfettamente "in character": il Dylan dei primi tempi era così, molto guascone e un po' arrogante.

Guascone sì (vedi "Le notti di luna piena" o le battute misogine ne "Il marchio rosso"), anche se spesso passivo alle sue fiamme ("Ho ucciso Jack lo Squartatore" o "Il fantasma di Anna Never"). Ma così pieno di sè non si era mai visto nella prima era Sclavi. Anche perché sembra dirlo senza un minimo di autoironia.

Scusate che non leggo tutto. Con ampio ritardo (è quello che passa per il convento in Svizzera) ho letto Qwertyngton. Mi è piaciuto e molto. Ha scritto persino Doppelgänger con la "ä" se non ricordo male (sono germanofono). Soprattutto l'ambiente è - lo dico? - sclaviano. Mi sa che ci vogliano autori lontani dalla cerchia abituale per capire Dylan. Non dico che sia semplice ma questa storia appassiona con un mix convincente di surreale e giallo.

Na botta de vita!
Buona serata a tutti.

Forse è ora che Dylan Dog venga affidato alle mani di altri sceneggiatori.
Vanzella è venuto fresco fresco, e pur non avendo mai avuto (sbaglio?) nulla a che fare con Dylan, ha tirato fuori una storia lodevole. Perfettamente in linea con quanto dovrebbe proporre la testata.
Un Dylan Dog così "Dylan Dog" era da una vita che non lo leggevamo.
Gli altri invece, gli "storici" (Ambrosini escluso), sono anni che combinano disastri.

Meglio pescarne altri nuovi, con un pizzico di vitalità, e lasciare che i veterani si prendano un lungo periodo di riposo (magari li si affibbiano ad altre testate bonelliane).

Giustissima osservazione. Ultimamente il gap tra l'espressione facciale e il balloon di dialogo è sempre più incolmabile.

no, gli autori sono gli stessi della ministoria "il mondo negli occhi"

uno dei migliori color fest, peraltro!

Grazie della dritta! Questa non la ricordavo affatto!

Approfittato della giornata in spiaggia per leggere questo numero dato che ne parlavate bene.
Bella lettura estiva, molto dyd.

Per fortuna nn si sente per niente la presenza del rrobe (a parte i consigli musicali alk inizio che nn ho capito che cacchio c entrano con la storia...mamma mia mi ha fatto pure tornare in mente gli hives ) nè del "nuovo" orribile e vergognoso corso (che poi io mi son fermato al 400)
E questo è tutto quello che c e da dire sull albo direi

Ah, leggo ora della spiegazione che hanno dato della citazione al vecchio albo.
Mah, son proprio alla frutta.

Io ero tra gli entusiasti del Rrobe curatore all inizio..nn avrei MAI potuto pensare a quanto pattume avrebbe potuto portare sulla serie. Dopo la fase una (storie vecchie risistemate) ha fatto mooolto peggio di Gualdoni. E molti più danni pure.