Cravenroad7

Letta anche la seconda. Non male...ma la sensazione che si ha leggendo entrambe le storie, è che sulla serie regolare non avrebbero mai trovato spazio.

Sono storie brutte e fa male leggerle. L'old boy poteva avere una sua dignità, un essere davvero il Dylan Dog del passato in una dimensione pre meteora ma qui siamo davanti alla qualità bassa dei Maxi, con sceneggiature improponibili e puerili, storie che non sarebbero mai apparse senza una pernacchia sul mensile. Adoro comunque i disegni di Montanari e Grassani con la ragazza che collabora, anche quando alla fine sono sgraziati ma in un Old boy io vorrei sempre e solo Montanari e Grassani, non faccio testo.

Letto anch'io.

La prima storia è una robetta senza infamia e senza lode, non disprezzabile ma effettivamente derivativa e con poca personalità. Va però detto che è scritta bene e che scorre bene fino in fondo, quindi la promuovo.

La seconda, invece, mi è piaciuta molto. Più che buona, anzi ottima: splendido l'inizio, angosciante e sospeso, ottimo il prosieguo, sinistro e inquietante, e discreto il finale, in cui tutto si normalizza e si ripristina lo status quo (ma lo si fa piuttosto bene, se non altro). Una gran bella storia di Dylan Dog, a mio modo di vedere.

M&G alternano tavole discrete ad altre inguardabili, ma non è una novità. Nella prima storia c'è un primo piano di Dylan che è a dir poco orripilante.

Adesso che mi sono meritato anche io delle mostruose vacanze, posso recuperare un po' di arretrati in accumulo e portarmi in pari con le letture da ombrellone:





Testi 6
Disegni 7


Non trovo sia una grande trovata fare la parodia di una parodia... senza contare che come Rambyln non c'è (né ci sarà) nessun villaggio ai tempi che corrono di dylaniata fattura, visti gli autori in scuderia.
Detto questo la storia della Contu è piuttosto simpatica, anche se cerca fino allo stordimento pedantesco lo scambio ironico ad ogni costo, riempiendo baloon di baloonate a più non posso (v. bisticci di Dylan con la tizia, o battibecchi tra il cuoco ed il cameriere menagramo) .

Parlare di trama mi pare superfluo, ma in generale il ritmo funziona e ci si diverte con gli sgangherati siparietti tra macchiette od omaggi ai B-movie artigianali. Onestamente non capisco come un naturalista fanatico possa lasciare una sigaretta accesa in pieno bosco (p.19) o spiaccicare una povera farfallonza innocente (p.33), ma questo forse serve a far intuire tra le righe l'idiozia del personaggio in sé.
Mi stanno bene la vacca cagona, i piranha della vecchietta, gli orchi antropofagi... ma sinceramente ficcarci tantoper pure un vampiro nel sottoscala e degli zombi magnagrassoni per nu paru di paginette (pp.81-82) mi sembra al limite della boutade controproducente, sull'effetto ironico di sopra.

Forse il buttarla nel casotto fine a sé contiene qualche meta-riflessione sul fatto [cit.] "che il mondo non è pieno di mostri come piacerebbe a Dylan" (p.92) .
Una ripassata di geografia del Midwest/zona Grandi Laghi non farebbe male agli addetti ai testi: la città per antonomasia delle corse è Indianapolis e non Minneapolis (p.86), anche se magari Prince era spericolato laggiù al volante.

Montanari&Grassani sono quelli che traggono maggior vantaggio da questo remake di Ramblyn per la nostalgia d'atmosfera. Non li vedevo così in forma da una decina d'anni. Belli i paesaggi in generale, le foreste, e la scena del kayak che non era così semplice. Mostrazzi pacchiani ma probabilmente era l'effetto voluto.

Se trovo Groucho in spiaggia con la paperella-salvagente gliela foro col suo stesso sigaro

Ho pensato a una parodia (estremizzata) di certi naturalisti/ambientalisti di facciata, molto estremi nel linguaggio (in particolare alla tastiera) e poi ahimè poco coerenti nei fatti.

ho letto la prima storia e prima del commento, non so se è stato detto da qualcuno, segnalo che nell'introduzione Busatta spiega che lo strillo del prossimo albo è in realtà un anagramma che verrà spiegato appunto nell'albo.
ciò detto, storia assolutamente promossa, accade di tutto e Dylan non si accorge di niente... mi ricorda quelle storie vecchio stile che giocano un po' sull'assurdo e le situazioni tragicomiche, come piacevano tanto a Sclavi. Ovviamente non siamo a quel livello, però il risultato è assolutamente godibile. E a ricordare le atmosfere sclaviane si aggiungono i disegni di M&G, promossi pure loro.

per quanto riguarda la seconda storia mi affido al commento di rimatt

che mi trova d'accordo su tutto tranne che sul giudizio finale, dove sono meno generoso, ma sto comunque dalle parti del buono.
Per i disegni vale quanto detto sulla storia precedente.

Nel complesso OB promosso senza riserve.

Tra poco esce il prossimo volume, ed io a malapena adesso ho trovato il tempo di leggere e commentare la seconda di questo. Per fortuna che non esiste il Maxi Bis
Seguono ovvi spoiler, per quanto la storia sia bella che stagionata in cambusa ormai

S
P
O
I
L
E
R



Testi 7+
Disegni 6+

Buona prova di Enna che si conferma una garanzia, anzi LA garanzia, visto che è l'unico a non toppare mai una storia pure senza strafare, ed ha sempre qualcosa di horrido da dire in pieno mood dylaniato. E non è poco, direi... anche se a maggior ragione preferirei che gli dissero più fiducia sull'inedito, al posto dei brodini stravisti di Simeoni o le panzane young-adultesche della Baraldi .

L'inizio è davvero claustro-angosciante, con la ciurma di marinai-automizzati ed il tragico destino del clandestino rejetto. L'oceano cupo e misterioso fa davvero paura per il mozzo Dylan senza risposte, ma anche gli imponenti container non scherzano, col loro contenuto occulto ed occultabile. Un po' troppo romanzato - anche se mai stucchevole - lo stile di certi passaggi della voce narrante: più che E.A. Poe ci ho sentito echi di quel vecchio lupo di mare di Conrad. Il mostro marino multicefalo durante la tempesta mi aveva fatto temere qualcosa sul ritornello degli immigrati clandestini sepolti dal mare, ma ce la semo scansata ...per ora

Quando Dylan comincia ad entrare nel labirinto di contenitori-contenuti mi è piaciuta la carrellata di potenziali nefandezze traghettate dai molossi marini, dai giocattoli insanguinati di contraffazione non a norma, al traffico di organi, i tessili sottopagati ad orari da schiavismo, il traffico di animali esotici, fino ai rifiuti tossici, le armi di contrabbando o i prigionieri politici da far sparire (pp. 155-66).
Saranno i disegni di M&G, ma ad un certo punto mi è sembrato di vederci qualche affinità col delirio di Notte senza fine.

Il finale è sicuramente la parte più debole, con un po' di tavole riempitive e ridondanti da p.171 in poi, per una soluzione troppo frettolosa e semplicistica a mio vedere, anche se mi ha divertito lo sclero di Dylan che chiede espressamente di radere al suolo la casa posseduta dall'animaccia del Capitano .

M&G alla chine con la Mandanici alle matite (come ruoli) fanno l'esatto contrario di quanto fa il team di Piccatto e dei suoi giovani discepoli. il risultato è meno convincente e un po' fiacco - anche rispetto alla prima storia tutta made in M&G - e sembra segnato da parecchie discontinuità. Ma tutto sommato la collaboratrice sa il suo, e non era semplice adattarsi al duo storico