Cravenroad7

Grazie comunque. Per quel che ho capito

Io ho pensato che la storia del



fosse un qualcosa piuttosto buttata lì e non avesse davvero una funzione rivelatoria. È arrivata ai suoi sospetti sulla base di una sensazione, che però non era suffragata da prove tangibili.

Grazie. Quindi concordate anche voi, mi par di capire... quella scena è un po' strana.

Doveva finire così e la strada più breve per arrivare a quella conclusione era quella. Ha un po' lasciato un senso di insoddisfazione.

A metà albo Julia sbirciando dalla porta nota il laptop e mangia la foglia (non su omicidi non ancora avvenuti ma sul fatto che la coppia fosse in casa insieme alle sorelle).
Una delle sorelle dice che si tratta di un regalo degli scrittori.

A fine albo la scrittrice,in merito al computer, dice che si tratta di un regalo di poco conto fatto alle sorelle. Quindi i due racconti coincidono perfettamente.

Quindi l'uscita di Julia non ha senso, in quanto non ha fatto cadere in contraddizione la coppia.

Grazie, è la stessa cosa che sembrava anche me. Svarione un po' strano.

La vita è un optional è una bella lettura, sempre impeccabile nei dialoghi e nel disegno dei personaggi, ma non gli darei più di un 6,5.

Può seguire qualche SPOILER:

Mi pare che questi ultimi albi manchino un po' di ritmo, ma non è un problema finora.
Qualche riempitivo di troppo c'è, l'incubo poteva essere ridotto e la litigata con Webb, giusto per farlo passare per becero, eliminata. Il colpo di scena finale non mi ha sorpreso per nulla, avevo già intuito la soluzione prima e il fatto che Julia risolva la situazione con l'ennesimo bluff è davvero troppo semplicistico e stancante, qui e in qualsiasi altro giallo.

La vita è un optional, è un bell'albo che, per me, vale un punto in più di Aleksandr, nonostante io abbia rilevato gli stessi difetti.
Voto: 7,5
SPOILER sia l'incubo troppo lungo e troppo molesto, con Ettore messo in mezzo a qualche riflessione depressiva di troppo e le agghiaccianti battutacce di Webb, più grevi del solito.
Penso sia vittima della consuetudine di ritrarre almeno uno sbirraccio per storia, con atteggiamenti forcaioli, pieni di pregiudizi, intolleranze. Peccato sia lui, chi abbia deciso che debba avere questo destino in sorte, non lo so. Il Webb imbruttito.
Queste sono le mie lamentele consuete, ma venendo al soggetto, l'ho trovato molto ben gestito, con personaggi credibili, ben delineati nella loro psicologia.
Molto bella la copertina, decisamente diversa da solito, con una apprezzabile dinamicità.

Mi permetto di intervenire, con sorpresa peraltro, dovuta al fatto che l'ottimo Rimatt e altrettanto Jones e Bertuccia, che leggo sempre con piacere, non abbiano afferrato il finale, altro che svarione berardiano, a mio avviso.
Ovviamente mi riferisco a "ne uccide più la penna...".
Dunque, andiamo per gradi: nel confronto tra Julia, Leo e i 2 scrittori, la nostra menziona il notebook che LEI SA che loro hanno lasciato alle due sorelle, per averlo visto e sentito di persona da Peggy nell'ultimo passaggio al lago.
La versione iniziale dei 2 scrittori è che loro non erano più in casa in quel momento, se ne erano già andati, più avanti ammetteranno invece (visto che per 10 giorni i loro cellulari erano irraggiungibili) che erano ancora lì ma stavano nella parte bassa della casa , per ottenere una privacy assoluta.
In entrambi i casi , non avrebbero potuto sentire Julia e Peggy parlare del notebook regalato, inoltre se avessero sentito Julia arrivare qual era il motivo di mantenersi nascosti?
Quindi Arnold rispondendo a Julia (dice che era un notebook da backup) implicitamente fa capire che loro erano lì e stavano ascoltando la conversazione, altrimenti la risposta corretta (fossero stati in un altro posto) sarebbe stata :" di quale notebook sta parlando?".
Ora, questo ovviamente non può essere un indizio da tribunale , ma è sufficiente perché le convinzioni di Julia diventino ancora più salde.
Ecco, piuttosto l'unica mezza stonatura è che un esperto di deduzioni come deve essere lo scrittore, sia caduto nella trappola al primo minuto di gioco, anche se poi se la cava bene nel prosieguo.
Ho capito male io?
A me è piaciuto moltissimo, perché è un giallo vestito da commedia, un Misery con finale quasi capovolto, e una volta tanto un'indagine che non si conclude a favore di Julia (mica può farcela sempre).

Intanto, grazie per l'intervento. Nello specifico...



Capisco il discorso che fai, e capisco anche che Julia si renda conto che gli scrittori hanno ascoltato il colloquio fra lei e le due sorelle, ma quello che i due dicono non contraddice in alcun modo la versione "ufficiale" (falsa) secondo la quale il computer è stato da loro regalato alle due sorelle, no? Ed è ovvio che loro due lo sappiano, a prescindere dal discorso ascoltato furtivamente o meno, visto che sono stati appunto loro a regalarlo.

Insomma, capisco perché a Julia scatti il sospetto, ma il suo è un sospetto che acquisisce fondamento solo partendo dal presupposto che ciò che dicono i due scrittori sia falso, perché altrimenti la loro versione filerebbe liscia e sarebbe perfettamente coerente con quel che Julia ha saputo da Peggy.

O sbaglio qualcosa?

Dunque, vediamo se riesco a capire quali sono i tuoi dubbi, spero di non risultare prolisso perché ci vorrà qualche riga: in realtà nella versione "ufficiale" data dai 2 scrittori, la parte in cui regalano il notebook alle sorelle non esiste, loro "non lo hanno mai fatto"! Noi sappiamo o almeno immaginiamo che . Nella ricostruzione successiva ufficiale quindi non menzionano di aver regalato il portatile prima di andarsene, nessuno lo poteva sapere tranne chi era presente alla conversazione tra Peggy e Julia.
Il punto principale è che cogliendo Arnold in contropiede, Julia dimostra che erano in casa mentre lei parlava con Peggy, e questo crea una falla a quella versione fornita. Perché nascondersi in casa delle sorelle se non hai nulla da temere? E inoltre, Peggy diceva di sentirsi male e la sorella era andata in farmacia in città, se gli scrittori fossero stati presenti (e appunto lo erano) sarebbero rimasti nascosti per quale motivo, anziché dare ragionevolmente aiuto ad una anziana malata?
Insomma, è come quando cogli in errore un ragazzino che poi cerca di fornire versioni credibili per salvarsi, ma non riesce a trovarne una che quadri perfettamente.
Siccome c'era di mezzo un duplice omicidio che già di suo puzzava (due che non bevono mai , non una ma due, si possono ubriacare e pure rischiare andando al limite del molo? ) queste versioni incongruenti aggiungono molta carne al fuoco, anche se non possono produrre prove inoppugnabili.
Scusa la lunghezza, ti saluto.

Figurati, anzi, grazie per l'intervento. Probabilmente dovrei rileggere quella scena per riuscire a venirne fuori del tutto.

Invece, nel frattempo ho letto l'albo... del mese scorso. Sono dalle parti di Alexander più che di Bertuccia: una storia fluidissima che scorre ottimamente ma che mi ha lasciato meno di altre. Tutt'altro che deludente, in ogni caso! Forse un pelo stereotipate le caratterizzazioni dei personaggi, ma non per questo poco convincenti.

Letto pure io con grande ritardo e confermo le impressioni di Alexander e Rimatt: Berardi sempre un maestro nel caratterizzare i personaggi ma a questo episodio manca il guizzo, forse anche un po' il cuore. Faccio piuttosto un'osservazione su Ettore e l'incubo di cui era protagonista: non vi è sembrato dai pensieri di Julia che forse potrebbe esserci una svolta in questa relazione a distanza? Mi pare sia la prima volta che le sue riflessioni virino al pessimismo.

Scusami se ti rispondo in ritardo, ero preda del lassismo da ferie (ormai finite ).
Anche io ho avuto la tua stessa impressione riguardo Ettore e ho pensato 'ahi ahi qui si mette male".
Crisi e nostalgia, ci sono sempre state, ma questa volta sembravano più irrimediabili e profonde.
Ho avuto il timore che nella loro relazione ci fosse una svolta negativa, il che sarebbe davvero un peccato, perché i sentimenti e la corazza di Julia, cadono quasi sempre solo con Ettore.
Speriamo bene

Anch'io spero che finisca bene, ma nel mio caso questo significa "spero che Ettore scompaia per sempre dalla testata", perché è un personaggio che trovo antipatico quanto basta.